Esplode clamorosa la polemica sulla decisione dell’amministrazione di realizzare la nuova biblioteca e sala lettura di Lugagnano in alcuni spazi della vecchia scuola Pellico.
Il problema, evidenziato da insegnanti e genitori, è che fino a prima dell’emergenza quegli spazi erano utilizzati dalla scuola dell’infanzia e, soprattutto, saranno particolarmente necessari quando la scuola riaprirà, per poter gestire in sicurezza le attività legate all’emergenza COVID-19.
Insomma, in un momento in cui occorre ripensare l’organizzazione spaziale dei contesti scolastici per poter evitare assembramenti e garantire il distanziamento, alla scuola dell’infanzia di Lugagnano gli spazi vengono tolti. E questo, a chi lavora nella realtà scolastica e ne conosce bene le esigenze, appare un errore.
L’intenzione dell’Amministrazione comunale è stata resa nota alla stampa ieri, attraverso un comunicato nel quale l’Assessore alla cultura Gianmichele Bianco spiega che “gli spazi che sono stati lasciati alla vecchia Silvio Pellico sono adeguati, nel rispetto della scuola dell’infanzia attuale, ad essere utilizzati per la nuova Biblioteca” e il Consigliere Paolo Bellotti aggiunge che per la realizzazione di questo progetto verranno utilizzate tre aule rivolte su via De Gasperi, delle quali “due erano adibite a magazzino e solo una era utilizzata per l’attività motoria dei bambini della scuola materna, che potranno continuare a svolgere nella palestra comunale, molto più grande ed idonea in termini di spazio o utilizzare, una o più aule al primo piano”.
La decisione però pare avere delle criticità, come hanno sottolineato maestre e genitori nei tanti commenti lasciati sulla pagina Facebook del Baco, dopo la pubblicazione del comunicato dell’amministrazione.
Una delle insegnanti, Micaela Pighi, segnala che “le stanze utilizzate dalla scuola sono due e solo una è utilizzata come deposito”, ed esprime poi il proprio dispiacere nell’apprendere che “nonostante il periodo di emergenza che stiamo vivendo e che richiederà alla scuola più spazi per accogliere i nostri bambini ce ne vengano tolti”. Un pensiero questo che è stato condiviso anche da molti altri di coloro che hanno commentato il progetto dell’Amministrazione, alcuni anche con accenti e toni molto forti.
Un’altra insegnante, Nadia Zandonà, spiega: “Per fare la biblioteca verranno tolte alla scuola dell’infanzia la stanza per attività motoria e psicomotricità e l’aula per i laboratori di manipolazione e pittura; utilizzata anche come aula di religione o per le attività di intersezione. Non sono affatto spazi inutilizzati!”. Sabrina Castagna, anche lei insegnante, si dice amareggiata: “Gli spazi che ci verranno tolti sono per noi e per i bambini molto importanti già in una situazione di normalità…. a maggior ragione a settembre quando dovremo prendere misure per l’emergenza sanitaria”.
Insomma, una presa di posizione decisa da parte delle insegnanti. E c’è chi le ringrazia per questo: “Da genitore – scrive Valentina Tessari – apprezzo le insegnanti che si sono esposte pensando al bene per i bambini vivendoli ogni giorno”.
L’Amministrazione è inoltre stata criticata per non avere condiviso il progetto con chi in quella scuola ci lavora e, quindi, la conosce molto bene. A questo proposito, Daniele Miglioranzi scrive: “Ritengo che trattandosi di una scuola esistente, con insegnanti e operatori che lavorano lì da anni, l’amministrazione avrebbe avuto il dovere di valutare il progetto assieme a loro. O, come minimo, l’amministrazione avrebbe dovuto prima presentare il progetto per conoscere la loro opinione, le eventuali osservazioni e obiezioni”.
Anche l’insegnante Giusi Bottura sottolinea questo concetto: “Forse prima di fare scelte si potrebbe consultare chi lavora sul campo”. E non manca chi fa notare che a Lugagnano si attende da tempo la realizzazione di una nuova scuola dell’infanzia.
Insomma, l’impressione che si ricava dalla polemica che è esplosa a seguito della notizia è che nessuno sottovaluti il valore di dotare la frazione di una nuova biblioteca e sala lettura. Molti però ritengono che togliere spazi alla scuola dell’infanzia, proprio in un momento in cui la tempesta sanitaria che ci ha travolti chiede soprattutto nuovi spazi per ripensare la didattica in modo da progettare la riapertura delle scuole in sicurezza, non sia decisamente il modo giusto per realizzare un tale progetto.