Prosegue la rubrica dedicata a raccontare le esperienze nel mondo che fanno i nostri concittadini. La rubrica ha la finalità di dare un contributo per far capire come si vive all’estero per tutti coloro che l’estero lo vedono forse in vacanza o al più in televisione. Questa puntata la vogliamo dedicare alle esperienze di studenti, i cosiddetti giovani della generazione Erasmus, il programma europeo che sostiene lo studio all’estero durante l’università. In particolare raccontiamo di Lucrezia Ceriani di Sona che, da qualche mese, sta facendo un’esperienza di studio in Spagna a La Coruña nella regione della Galizia. Cerchiamo di capire dalla sua esperienza la Spagna nella sua quotidianità.
Lucrezia, quali studi hai fatto finora e cosa stai facendo ora?
Ho conseguito il diploma di scuola superiore presso un istituto tecnico veronese, poi mi sono iscritta e laureata presso la facoltà di Lingue e Letterature Straniere di Verona. In questo momento sto frequentando ed ormai terminando la magistrale in Comparative European and Non-European Languages and Literatures di Verona.
Quando hai scelto di fare un’esperienza di studio all’estero?
Questo tipo di esperienza era un desiderio che avevo ancora prima di iniziare l’università, ma solo l’anno scorso ho avuto il coraggio di partire.
Studiare all’estero la ritieni una opzione per uno studente o una necessità?
Per come la vedo io, studiare all’estero è una necessità. Al di là delle varie opportunità lavorative che esso può offrire, andare oltre confine è un’esperienza che cambia la concezione che una persona ha della propria vita e del mondo. Una cosa questa che, nel 2019, è diventata estremamente importante per capire che, entrare in contatto con le differenze, nonostante all’inizio possa spaventare, è in realtà una grande occasione che arricchisce sempre.
Quanto è diversa la vita dove attualmente vivi rispetto all’Italia ed a Sona in particolare?
La diversità è notevole. Io al momento sto vivendo in Spagna e, per alcuni aspetti, è completamente diversa dall’Italia e da Sona in particolare. Un esempio è la scansione oraria della giornata spagnola: la gente normalmente prima delle 8.30 del mattino non si sveglia, scende al bar sotto casa a bere il caffè (che, ovviamente, facciamo meglio noi) e va al lavoro. Si pranza dopo le 14, e, di conseguenza, si cena dopo le 21.30. La sera, nelle discoteche o nei locali non c’è mai nessuno prima delle 2, ed è assolutamente normale tornare a casa dopo aver fatto serata alle 9.30-10 del mattino. Anche a livello universitario gli orari (per chi come me frequenta la magistrale) sono molto diversi: io, ad esempio, vado a lezione due volte alla settimana dalle 16 alle 21, e gli esami di fatto si compongono di relazioni scritte e di valutazioni costanti da parte del docente. Sostanzialmente, in Spagna è normale avere dei compiti a casa da svolgere in base ai quali si viene valutati, cosa che a Verona non mi è mai capitata. Inoltre, in Spagna ai professori si dà tranquillamente del tu, chiamandoli per nome.
È facile o difficile crearsi una rete di relazioni in Spagna secondo la tua esperienza?
Per me è stato molto facile. Ovviamente dipende dal carattere di ognuno, ma quando una persona sceglie di partire per un Erasmus, ha voglia di mettersi in gioco e di conoscere nuove persone e questo porta inevitabilmente a creare relazioni. Inoltre, noi italiani siamo ovunque e, vista la solidarietà che ho potuto percepire da parte di connazionali, per me è stato molto semplice conoscere gente nuova.
Hai un aneddoto particolare da raccontare in questa tua pur breve esperienza?
Beh, direi che più che di aneddoto parlerei di imprevisto che vissuto all’estero ha anche un sapore particolare. Il giorno in cui sono arrivata in appartamento… mancava semplicemente il mio letto. Imprevisto chiaramente risolto successivamente, ma insomma la sorpresa indubbiamente c’è stata…
Conclusa questa esperienza come pensi il tuo futuro? All’estero o in Italia?
Il mio futuro lo penso all’estero, in particolare perché credo che vivere in un Paese diverso dal proprio arricchisca in maniera profonda la vita di una persona e dia la possibilità di capire che il mondo è enorme ed è tutto da scoprire.
Concludendo, cosa suggerisci a chi ti sta leggendo e si sta chiedendo se nel proprio futuro ci dovrà essere o meno un’esperienza all’estero?
Poche parole… parti. Subito.
Ai lettori che volessero approfondire l’esperienza di Lucrezia, potete scriverle per email a lucre.ceriani@gmail.com.
Nella foto sopra Lucrezia (la terza da sinistra) con i compagni di corso a La Coruña.