Il Municipio nella sua prima sede era ubicato a fianco dell’attuale, all’inizio di Via Roma, nel cortile cui si accede da un volto, dove ora c’è una trattoria al piano terra e un’abitazione al piano primo. Gli anziani del paese ricordano, dopo l’ingresso, una bella scala in pietra che conduceva al piano primo dove c’erano le stanze del Sindaco, del Segretario, del Cursore e per le riunioni, mentre nel sottotetto era ricavato l’archivio. Al piano terra c’era l’abitazione del Segretario comunale.
L’Amministrazione, nel 1931, resasi conto che gli spazi erano insufficienti per una buona conduzione dell’attività amministrativa decise di trovare una nuova soluzione e optò inizialmente per la costruzione di una nuova sede comunale. Deliberò poi per una soluzione diversa, decidendo di acquistare un immobile già costruito, l’odierno palazzo municipale.
Venne acquistato dal Podestà Tonelato Luigi dalle allora proprietarie De Dominicis Margherita e Carnesali Laura e, dopo una ristrutturazione, la nuova sede fu inaugurata l’8 maggio 1932.
L’Amministrazione comunale nei primi anni ’80 a cinquant’anni dall’inaugurazione del vecchio Municipio ritenne giunto il momento di ristrutturare la sede comunale. La ristrutturazione dell’immobile fu decisa con delibera consigliare n. 101 del 24 marzo 1980. La ristrutturazione fu realizzata con una spesa complessiva di Lire 1,8 miliardi (2,2 milioni di Euro a valore attuale). Il Municipio ristrutturato fu inaugurato il 24 marzo 1985.
Le sedute del Consiglio comunale fino al 1908 erano pubbliche solamente se la maggioranza del Consiglio di volta in volta lo chiedeva. Dopo quella data dovettero essere sempre pubbliche, salvo nei casi in cui si dovesse discutere di questioni che chiamavano in causa singoli cittadini. La sede ove si svolge il Consiglio si deve tenere in un sito con facile accesso in ogni momento della riunione ai cittadini, che non hanno diritto di parola. Le riunioni non devono essere necessariamente tenute nella sala consigliare. Possono essere tenute ovunque, nelle frazioni o anche fuori Comune, purchè vi sia data ampia pubblicità, siano aperte al pubblico e verbalizzate con le modalità di legge.
A partire dal 1923 e fino al 1946 non fu presente a Sona un Consiglio comunale a causa di dimissioni anticipate rispetto al termine del mandato del Sindaco Zampieri di Lugagnano e per il sopraggiungere del Regime fascista che cumulò sul Podestà le funzioni svolte, prima ed ora, da Giunta e Consiglio.
Dove si riunivano i Consiglieri comunali per deliberare nel dopoguerra? In sedi improvvisate fino al 1985. Si iniziò usando un ufficio a piano terra del Comune. La stanza, nel giorno fissato, spostando le scrivanie sui lati, riceveva i Consiglieri seduti con casualità. Veniva tenuta aperta la porta verso l’ufficio adiacente, ufficio al quale avevano accesso, percorrendo un breve corridoio direttamente dalla strada, i cittadini che intendevano assistere al Consiglio.
Per un breve periodo il Consiglio si trasferì nell’Asilo Romani, ma poi si tornò nella sede comunale per la difficoltà di trasferire documenti ed altro ad ogni seduta. L’ultima soluzione adottata prima dell’attuale fu quella di una sala, sempre nella sede comunale, che aveva accesso diretto da via Roma, divisa in due parti dalle transenne, una per i consiglieri finalmente messi a U e l’altra per il pubblico che poteva sedere per file allineate.
Abbiamo chiesto a Giorgio Gatto, Sindaco del quinquennio amministrativo durante il quale si realizzò la ristrutturazione del Municipio, come fu possibile gestire il Comune con un trasloco in corso. Ci ha raccontato che fu un’impresa non da poco. Si iniziò trasferendo gli uffici del Sindaco, Giunta e Segretario comunale al secondo piano dell’attuale sede dei servizi sociali in via Roma. Al primo piano dello stesso immobile furono sistemati gli uffici che fornivano servizi quotidiani ai cittadini. Nel periodo venne ordinato il primo Calcolatore elettronico adibito nella prima fase esclusivamente per il servizio di ragioneria e si dovette trovare spazio anche per esso all’interno degli stessi uffici.
L’ufficio tecnico fu trasferito nel sito ora sede del Gruppo Alpini di Sona capoluogo. Il primo piano venne adibito a sede della Commissione edilizia. Il vicino locale, chiamato sala affreschi, divenne la sede temporanea del Consiglio comunale. Con il progetto di ristrutturazione si scelse di procedere a sostanziali modifiche non solamente nella ripartizione delle stanze, ma anche creando un ampio scantinato tuttora usato quale archivio. Inoltre si rimodulò, per disporre di maggior spazio, il tetto ampliando il lato sinistro che nell’originale scendeva e si scelse una soluzione completamente nuova per la sala consigliare.
I lavori nello scantinato trovarono molti ostacoli per la presenza a pochi metri dalla superficie della falda acquifera. Problemi anche per i lavori in consiliare, per l’opposizioni di molti che trovarono inadatta al contesto urbanistico della piazza la soluzione esterna, con copertura in legno.
Durante lo sgombero dell’immobile si fece una scoperta importante. Venne trovato un rotolo che riproduceva una Topografia della Decima del Comune di Palazzolo del 1793 della Serenissima, che ora fa bella mostra di sé in sala Giunta.