Gentili amici de Il Baco da Seta,
vorrei proporre, per il vostro sito, alcune semplici considerazioni, in riferimento all’articolo “Scuole senza soldi: e se chiedessero aiuto ad associazioni e genitori?”, apparso sul numero 65. Anche se sono trascorsi alcuni mesi, ritengo possano essere comunque valide.
SCUOLA E SOCIETÀ
Lavoro nella scuola da più di vent’anni, non solo come docente, ma anche nel campo della formazione e dell’editoria. Posso asserire che la scuola non si è mai posta come un feudo chiuso all’esterno e autarchico. Da sempre, proprio per sua natura, la scuola italiana ha cercato, promosso e fortunatamente incontrato, la collaborazione delle famiglie, delle associazioni, delle altre istituzioni e del territorio.
Tale collaborazione è stata codificata anche con un apparato legislativo ad hoc, a partire dagli anni 70, per arrivare alle ultime Indicazioni Nazionali per il primo ciclo d’istruzione (dai 3 ai 14 anni per intendersi), la cui ultima bozza, offerta alla consultazione delle scuole e dei soggetti qualificati poco più di un mese fa, pone l’accento proprio su queste tematiche e suggerisce elementi importanti per comprendere il ruolo della scuola nel nuovo scenario culturale e sociale.
Piuttosto, a volte, scuola e società, viaggiano su tempi diversi, l’istituzione scolastica ha tempi più lunghi, legati anche a lentezze burocratiche, ma il suo “cuore” è vivo, perché è fatto di persone, che lavorano e si impegnano per superare ostacoli e lavorare in modo efficace.
Non dimentichiamo, infine, due temi che distinguono positivamente la scuola italiana nel panorama europeo e non: l’accoglienza e l’integrazione in tutte le possibili dimensioni, a cui si va aggiungendo, in questi anni, un nuovo filone di studio e di interesse: l’aver cura e il benessere della persona.
Questo non significa che sia semplice, che non si possa fare di più e che non nascano confronti anche accesi, ma sono comunque opportunità per crescere e maturare la consapevolezza che solo agendo insieme si possono ottenere i migliori risultati per i nostri ragazzi e quindi per l’intera società.
MANCANZA DI FONDI? LA “CRISI” COME RISORSA
È innegabile (anche se non giustificabile, vista l’importanza che la scuola ricopre per il futuro di un Paese) che, in questi ultimi anni i fondi per la scuola, così come per altri servizi, siano notevolmente diminuiti.
Tuttavia, come spesso accade, la “crisi” porta l’uomo a trovare strategie nuove, ad individuare una serie di risorse interne, che a volte neppure si conoscono o comunque restano nascoste e questo è avvenuto anche nella scuola.
Nel nostro Istituto (Lugagnano), ad esempio, pur con una riduzione di fondi, sono stati condotti numerosi Progetti di arricchimento dell’offerta formativa, grazie sia all’intervento di esperti esterni gratuiti o a pagamento sia alla capacità, all’impegno e alla professionalità dei docenti interni, che possiedono specializzazioni e competenze adeguate.
Si è riusciti, quindi, ad offrire ai ragazzi esperienze valide ed educative, in collaborazione anche con diverse associazioni e agenzie educative del territorio e molte sono già in cantiere per il prossimo anno scolastico. La scuola, infatti, non si ferma mai, anche in estate, la stagione in cui si semina per le iniziative future. Chiunque può farsi un’idea visitando il sito dell’Istituto, di recente completamente ampliato e rinnovato (www.iclugagnano.org).
AGGIORNAMENTO
Diversa è la questione relativa all’aggiornamento del personale docente che opera nella scuola. L’aggiornamento rappresenta un diritto-dovere (personalmente aggiungo anche un piacere), per ogni docente, perché in primo luogo arricchisce la persona in tutte le sue dimensioni e poi valorizza la professionalità.
È vero che tutti hanno qualcosa da imparare e da insegnare, ma è pur vero che i docenti sono tenuti ad aggiornarsi attraverso le agenzie qualificate che il Ministero mette loro a disposizione o che essi stessi ricercano personalmente tra le accreditate. Tali selezionate agenzie forniscono esperti che svolgono attività di formazione come professione, perché non è sufficiente possedere le “conoscenze”, ma bisogna anche saperle insegnare adeguatamente, in modo che ogni docente possa, a sua volta, perfezionarle come bagaglio culturale ed essere in grado di condividerle con colleghi, alunni e famiglie.
Sperando di non avervi annoiato con queste riflessioni, porgo i più cordiali saluti.