Le donne Ausiliarie e le donne Partigiane, cronaca di una serata di grande interesse

La sezione Alpini di Lugagnano, sempre molto attiva sul territorio, ha organizzato un incontro pubblico presso la Baita sabato 9 marzo scorso in occasione della Festa della Donna. Tema presentato: le Donne Ausiliarie e le Donne Partigiane.

Un filmato, con ottimo materiale d’archivio, ha fornito un quadro del periodo della seconda guerra mondiale, visto con gli occhi e le sofferenze delle donne. Il filo conduttore era tenuto dall’ex-parlamentare Tina Anselmi, partigiana, da Miriam Mafai, giornalista e da una ex-Ausiliaria della Repubblica di Salò.

Le Ausiliarie erano donne arruolatesi volontarie nella Repubblica di Salò, prime donne in un esercito italiano, addestrate al combattimento, ma usate soprattutto per compiti organizzativi sedentari, che avevano come controparte al femminile partigiane, impiegate soprattutto con compiti di staffette per il trasferimento di ordini, armi o materiale logistico di piccola entità.

Il documentario ha fornito molto materiale visivo sulle vicende del periodo 1940-1945, con accurate informazioni sui problemi sulla decrescente disponibilità di prodotti alimentari e quindi sulla crescente difficoltà per le donne rimaste a casa sia per sostituire, in mansioni nelle quali non erano mai state accettate, gli uomini al fronte (tranviere, postali ecc.) sia per procurarsi il cibo per la famiglia, rimasta esclusivamente sulle loro spalle.

Con queste situazioni sono stati messi a confronto i cinegiornali che fornivano all’opinione pubblica un quadro ben diverso, con l’elogio compiacente della partecipazione civica allo sforzo bellico, privo di ogni reale riscontro. Non ci si è fermati però ad illustrare il pur crudo quadro delle difficoltà alimentari e di vita quotidiana, con molte città dopo il 1943 giornalmente bombardate, ma si è andati oltre descrivendo, cosa ben più penosa, cosa successe sui fronti di guerra in Italia. Una descrizione non reticente, ma paludata nelle immagini per evidenti motivi, ha riportato le vicende delle violenza subite dalle donne sui fronti di guerra ad opera delle truppe di liberazione anglo-americane.

Si è ricordato cosa successe, ad opera delle truppe marocchine ed algerine aggregate all’esercito francese, con comandanti d’oltralpe. Sono state riportate le vicende accadute in alcuni paesi, in particolare in Ciociaria, nei quali pressochè tutte le donne vennero stuprate “dagli 8 agli 80 anni”, mentre i bambini ed i vecchi furono uccisi. Nel documentario si è affermato, quanto da tempo sembra assodato, che i reparti africani ricevettero dai comandanti francesi, quale “compenso” per aver sfondato la linea di difesa tedesca di Cassino, 48 ore di “libertà di saccheggio”, senza rispetto di ogni e qualunque regola militare, civile ed umanitaria.

La fine della guerra riportò le donne alle loro mansioni precedenti, ma con maggiore autostima però per il potenziale che potevano esprimere e con la descrizione dell’apporto di solidarietà e sensibilità che fornirono per la rinascita del nostro Paese. La documentazione filmata presentata ha fornito un quadro esauriente delle vicende più interessanti del periodo ed una convincente presentazione del ruolo svolto dalle donne.

Un non numeroso pubblico ha partecipato con interesse al dibattito apertosi al termine, soprattutto su vicende veronesi, come quella del Monte Comun nel comune di Grezzana, ove un modesto reparto di partigiani si contrappose a forze soverchianti fasciste, lasciando sul campo anche una giovane combattente Rita Rosani, di etnia ebrea, medaglia d’oro al valor militare.

La volontà di ricordare e di creare momenti nei quali i ricordi possono tramandarsi sono sempre una buona cosa per chi crede che il nostro paese potrà ritrovare momenti migliori. Un ringraziamento agli Alpini di Lugagnano è dovuto.

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