La Versione di Erik: La Musica ci fa “Errare”, perchè per ogni musicista sbagliare significa progredire

Sono sicuro che tutti voi leggendo il titolo sarete portati a dubitare se io vorrò parlarvi di sbagli o di viaggi. Così abbiamo subito centrato il senso delle cose, perché nella musica, dietro ogni sbaglio si nasconde un viaggio per ritrovare la retta via, la strada maestra.

Per ogni musicista sbagliare significa progredire e chi non lo capisce è destinato a grandi sofferenze, perché imparare a suonare uno strumento significa continuare a correggere errori dettati dall’inconsapevolezza del movimento fisico, del suono, dell’intonazione, del tempo, del gusto e molto altro ancora. Se noi non riusciamo a dare all’errore il giusto valore trasformando la frustrazione in crescita, il viaggio diventerà affannoso, senza gioia. Anche nella vita può essere così.

Questa è una lezione che ho imparato come tutti a mie spese, pagando tante volte un prezzo molto alto in termini di sofferenza. Quindi cosa fare? Vi starete chiedendo cosa possiamo fare quando sbagliamo.

Per prima cosa bisogna saper ammettere l’errore, soprattutto con se stessi.

Il secondo passo è accoglierlo come l’inizio di un nuovo viaggio. Se con lo sbaglio arriva il rifiuto e la rabbia prende il sopravvento dentro di noi, saremo incapaci di capire cosa può donarci l’errore e non riusciremo ad osservare le cose dalla giusta prospettiva.  Avremo probabilmente solo perso tempo.

Il terzo passo è riprovare ascoltando cosa ci dice l’errore su di noi, chi vuole farci diventare, dove vuole portarci.

Solo così da un errore potrà arrivare il dono di un nuovo livello. Lavorando su di noi, con pazienza e con la gioia di sapere che poi saremo migliori di prima.

Certo qui stiamo osservando soprattutto gli errori legati all’apprendimento, presenti inevitabilmente in un qualsiasi processo evolutivo umano e si sa che l’apprendimento è parte importante del nostro vissuto, fin da piccoli. Quindi prima impariamo a sbagliare meglio è.

Ora vorrei farvi un esempio illuminante di come un grande compositore sia stato in grado di sfruttare il messaggio di un errore, trasformandolo in una delle cose più belle della storia della musica.

Durante le prove della “Rhapsody in Blue”, Ross Gorman (virtuoso clarinettista) ha svolto la misura di apertura con un glissando notevole, forse per sbaglio e forse per scherzo, anziché eseguire quello che aveva scritto sulla partitura.

Quel glissando iniziale aggiunge un tocco umoristico e drammatico ed è diventato il simbolo della nuova musica che arrivava, il Jazz. Sbagliando di fatto quello che avrebbe dovuto effettivamente suonare, Gorman permette a Gershwin di cogliere così un nuovo modo di intendere le cose e il grande compositore reagisce all’errore di interpretazione con entusiasmo, chiedendogli di eseguire l’apertura del concerto, che sarebbe avvenuto solo otto giorni dopo, in quel modo.

Teniamo presente che sarebbero stati presenti all’evento i più grandi nomi della musica classica tra cui Sergej Rachmaninov, Igor Stravinsky, Fritz Kreisler, Leopold Stokowski, John Philip Sousa, e  Willie “The Lion” Smith. Cosa ne sarebbe stato di questo capolavoro senza la capacità di trasformare questo errore in opportunità?

Vorrei consigliarvi inoltre la lettura di “Possibilities”, l’autobiografia di Herbie Hancock, gigante del piano jazz. Proprio all’inizio del libro il pianista racconta di come durante un concerto con Miles Davis, proprio lui sbaglia clamorosamente un accordo, rovinando l’esecuzione a tutta la band.

Miles anziché fermarsi prende l’errore e lo cavalca trasformando il brano in un’altra cosa, portandolo ad un altro livello. Il libro è bellissimo e pieno di grandi storie come questa. Hancock dice che da quella volta lui imparerà che non esistono errori ma solo possibilità, nella musica come nella vita.

Non perdetelo, ecco:

Infine se amate guardare i film  come me, vorrei suggerirvi la visione di: “Timecrimes” del 2007.

Questa pellicola tra assurdo e Sci-fi può farci riflettere molto sulla nostra possibilità reale di correggere un nostro errore: cosa faremmo se dopo aver commesso degli errori potessimo tornare indietro nel tempo e correggerli? Saremmo disposti ad affrontare noi stessi?

Sperando di avervi divertito e stuzzicato con qualche riflessione che per me è nata sempre dalla musica, da cui traggo la mia pur piccola saggezza, vi do appuntamento al prossimo appuntamento su queste pagine, che sarà dedicato alla regola delle 3 “P” in musica. Curiosi? A presto.

Batterista veronese classe 1976, suono e insegno musica con passione da molti anni. Amo la filosofia e la bellezza che sta in tutte le cose semplici.