“I giorni di settembre hanno il calore dell’estate nelle loro ore più centrali, ma nelle sere che si allungano c’è il soffio profetico dell’autunno”.
Rowland E. Robinson
La tarda estate è quel lasso di tempo compreso tra la fine di agosto e l’equinozio d’autunno. Dal punto di vista simbolico è il periodo associato alla terra, l’elemento che conferisce sicurezza e centralità, radice e sostegno. Il luogo protetto dove tutto in esso si accoglie.
L’anno solare non è più all’apice, ma in declino, le giornate si accorciano e le ombre si allungano, il caldo si modera e con l’ultimo raccolto, il ciclo del grano volge al compimento. Fin dalle sue origini la coltivazione del frumento, “oro della terra”, ha costituito la forma di sostentamento principale e determinato il modo di vivere delle società contadine, ordinato e organizzato secondo il principio della vita.
Ora, la Grande Madre dei mondi antichi condensa la propria vitalità in sé stessa e in sé si stabilizza in attesa di produrre il rinnovato nutrimento, che ridistribuirà per creare nuove forme. Con la sua saggezza infinita “la Natura garantisce il potere di generare e crescere, di raccogliere e conservare, di finire e di ricominciare” (Huang Di). Nella fase che precede la sómena, e con essa l’inizio del nuovo ciclo, i semi attendono dal buio dei granai di tornare alla terra rigenerata.
Essa è ora momentaneamente sterile, improduttiva perché ha dato il massimo della sua energia. Seppure carica del suo potenziale rigenerativo e pur nutrendosi dell’ultimo calore del sole (val più ‘na scaldada d’istà che ‘na luamada d’inverno), non è ancora pronta a ricevere e a custodire le nuove sementi.
In linea con gli insegnamenti della terra che a ogni termine del ciclo ritorna all’essenziale per ricostituire il suo humus, e ricevere in autunno i semi dell’ultimo raccolto, come si sta preparando il terreno che potrebbe accogliere dei nuovi progetti?
Nel frattempo, tra una riflessione e l’altra in attesa dell’autunno, il cielo terso della tarda estate regala ancora delle calde giornate per dedicarsi all’essiccazione delle piante aromatiche (come il rosmarino, la lavanda, la menta o la salvia), affinché il loro intenso profumo possa essere un conforto durante l’Inverno.
Nell’immagine, “The Last Gleanings”, Jules-Adolphe Breton, 1895.