La polemica nata su questo sito in merito alla battaglia – mai tenutasi – che verrà celebrata a Sona il prossimo 18 settembre, evento organizzato dal Comitato per le Celebrazioni delle Pasque Veronesi e patrocinato, tra gli altri, dal Comune di Sona e dalla Provincia di Verona, trova oggi ampia eco anche sul quotidiano L’Arena.
A lasciare però sconcertati sono le dichiarazioni che, in merito a questa polemica, ha rilasciato a Federica Valbusa de L’Arena l’Assessore alla Cultura del Comune di Stefano Gaspare Di Stefano (nella foto). A fronte della contestazione sul fatto che si vada a celebrare un evento storico mai accaduto la sua risposta è stata testualmente che: “Per i promotori dell’evento, comunque, la rievocazione ha essenzialmente un valore ideologico, quindi credo che il luogo effettivo dove è avvenuto il combattimento sia del tutto secondario”. Questo può sicuramente valere per chi organizza l’evento, ma evidentemente vale anche per il Comune di Sona che l’evento lo patrocinia con tanto di stemma comunale.
Veniamo così a scoprire che il Vicesindaco Di Stefano, massimo responsabile della cultura a Sona, sembra considerare possibile la Storia slegata dai fatti. Anzi, sembra considerare pacifico e accettabile che l’ideologia, qualsiasi ideologia, possa essere celebrata indipendentemente dal fatto che si basi su realtà effettive. Mettendoci addirittura il logo e il patrocinio del Comune. La Storia piegata all’ideologia: se queste parole non provenissero da un autorevole esponente locale del PDL sembrerebbero partorite da qualche farneticante slogan comunista degli anni della cortina di ferro.
Seguendo questo ragionamento chiunque può oggi essere autorizzato a Sona a celebrare fatti storici inesistenti – che ne so, le tracce di una necropoli etrusca oppure la rievocazione di una battaglia tra Ateniesi e Persiani – semplicemente invocando e facendosi forte della propria ideologia di riferimento. Ed in questo nulla di male, ognuno celebra quello che vuole e ognuno crede in quello che vuole. Ma da oggi chiunque potrà, per queste fantomatiche celebrazioni, chiedere il patrocinio del Comune. Tanto “il luogo effettivo dove è avvenuto il fatto è del tutto secondario”. Questa è lo stato delle cultura oggi a Sona.