Don Achille nacque a Sona il 20 luglio 1875, da Serafino Leoni e Caterina Granuzzo. Il padre, agricoltore benestante, lavorava una campagna di sua proprietà che gli permetteva di mantenere la numerosa prole; come in tutte le famiglie dell’epoca ci si augurava di donare almeno un figlio a Dio, e Achille si dimostrò disponibile al seminario.
Ordinato sacerdote nel 1902, esercitò la sua attività pastorale in svariati paesi; iniziò come curato a Dossobuono; poi fu inviato come rettore a Settimo di Pescantina, dove rimase fino al 1921.
I sonesi seguivano nel frattempo con affetto la carriera di don Leoni, tanto che nel 1913, quando stava per fare il suo ingresso per la prima volta a Settimo, gli prepararono una sorpresa: gli mandarono incontro a Pescantina la banda musicale di Sona per festeggiarlo e accompagnarlo fino all’entrata in paese.

Divenuto parroco, fu inviato a Monte, frazione del Comune di Sant’Ambrogio di Valpolicella. Fu a Pontepossero di Sorgà, dove fece il suo ingresso nel 1928, che svolse la maggior parte del suo apostolato, assistito dalla sorella Maria, una nubile che dedicò la propria vita a servizio del fratello sacerdote come perpetua.
In quella parrocchia della Bassa Veronese gli anziani lo ricordano ancor oggi con riconoscenza, per il suo impegno allo sviluppo non solo religioso, ma anche civile ed economico.
Arrivato all’età della pensione, nel 1951 ritornò al paese natio, dove possedeva una casa in via Marconi. Nonostante l‘età, cercava di rendersi utile dando una mano al parroco, almeno fin che le forze glielo permisero.
I sonesi apprezzavano il suo impegno, e nel 1952 festeggiarono le sue nozze d’oro sacerdotali: fiori, canti e recite riempirono quel giorno la via dove abitava. Monsignor Giuseppe Chiot, figura di spicco nella Chiesa veronese degli anni ‘40-’50, era fra le persone che abitualmente venivano a trovarlo, a testimonianza della considerazione in cui era tenuto.
Ma c’era un motivo tutto particolare per cui don Achille veniva guardato con ammirazione: sembra che avesse poteri di esorcista. Si racconta che già durante la sua attività a Pontepossero avesse scacciato dei demoni; ma anche qui a Sona abbiamo conosciuto più d’una persona che ha giurato di aver visto con i propri occhi frotte di insetti molesti fuggire dalle stalle o dagli orti dove don Achille si raccoglieva in preghiera. Si può pertanto immaginare quanto fosse richiesto dai contadini perché andasse a benedire le loro stalle, e lui, quando c’era bel tempo, rispondeva agli inviti.
Morì di vecchiaia il 5 agosto 1966, a novantun anni, nella sua casa. La salma riposa, accanto a quella di altri sacerdoti, nella chiesetta del cimitero di Sona, dove una lapide onorifica lo ricorda.