La scuola ai tempi del coronavirus. Anche a Sona attivata la didattica a distanza

L’emergenza Coronavirus ha portato alla chiusura delle scuole, in Veneto e non solo, anche questa settimana. Ciò ha comportato disagi per i genitori, costretti a trovare soluzioni alternative per gestire i figli durante l’orario di lavoro, ma soprattutto per docenti e studenti. La preoccupazione principale degli insegnanti ha riguardato la necessità di non interrompere troppo a lungo i processi di apprendimento degli alunni, che potrebbero riscontrare difficoltà legate ad un periodo di inattività prolungato. Per questa ragione il ministero ha chiesto ai docenti di attivarsi attraverso la didattica a distanza, basata cioè su piattaforme web accessibili tramite computer o dispositivo mobile e connessione Internet.

Per raggiungere gli studenti, anche le scuole del nostro territorio hanno messo in atto una serie di attività di formazione a distanza. Sia gli studenti delle scuole primarie che quelli delle secondarie del nostro Comune hanno trovato fin dai giorni scorsi attività di e-learning sul registro elettronico ma anche sulla piattaforma Google Suite for Education. In questo modo maestri e professori stanno offrendo materiali, indicazioni di studio, esercizi e spunti per mantenere vivi il processo di apprendimento e la relazione docente-studente. Non è stato facile far fronte all’emergenza per la scuola italiana, inutile negarlo.

La chiusura degli istituti scolastici ha reso urgente trovare soluzioni non tanto per risolvere questioni burocratiche ma per evitare grossi problemi da un punto di vista didattico. Si sa che gli insegnanti italiani non sono tra i più formati sulla didattica digitale e non basta una LIM per potersi considerare all’avanguardia in questo senso. Di fronte all’emergenza è stato necessario però rimboccarsi le maniche e fare del proprio meglio, in fretta, superando l’iniziale smarrimento e senso di inadeguatezza, trovando soluzioni efficaci e di facile accesso per le famiglie. La crisi di questi giorni ha obbligato parte del corpo docente ad andare oltre i pregiudizi e la diffidenza verso la didattica digitale, rivalutando i mezzi online.

Il coronavirus per la scuola italiana non è soltanto una disgrazia ma può, per certi versi, rivelarsi un’occasione di miglioramento e di progresso culturale. Sicuramente la tecnologia ci viene in aiuto in molti modi e spetta a noi, docenti e studenti, essere flessibili, metterci in gioco e impegnarci in tal senso.

Molti docenti, soprattutto di Veneto, Piemonte, Lombardia ed Emilia stanno facendo degli enormi passi in avanti nel mondo della didattica digitale, sfruttando questa emergenza per cavarne qualcosa di utile, scambiandosi informazioni, idee e unendo le forze per far sì che l’istruzione non si fermi. E’ importante che il mezzo di comunicazione digitale venga utilizzato con una certa padronanza, altrimenti serve a poco, ma quel che conta di più, e credo verrà apprezzato maggiormente dagli studenti e dalle loro famiglie, è far capire che la scuola c’è, che gli insegnanti desiderano mantenere vivo il contatto con i propri alunni, accompagnandoli nella strada della conoscenza, spronandoli in un momento in cui sarebbe troppo facile abbandonarsi all’indolenza e al pessimismo.

Il peggiore virus è l’ignoranza e non basta metterla in quarantena per sconfiggerla. Combattiamola insieme e speriamo che la settimana prossima si possa tornare sui banchi. Questi giorni disorientanti dovrebbero far riflettere e rivalutare il valore dell’istruzione, come pure la possibilità, data per scontata, di avere un luogo chiamato scuola, a cui tutti possono accedere, di cui tutti si possono sentire parte, in cui tutti possono crescere. Amiamola di più la nostra scuola e ricordiamoci più spesso del privilegio che abbiamo.

Nata a Verona nel 1977, si è diplomata al liceo classico e ha conseguito la laurea in Lettere presso l'Università di Verona. Sposata, con due figli, insegna Lettere presso il Liceo Medi di Villafranca. Lettrice appassionata, coordina il Gruppo Lettura della Biblioteca di Sona.