Prima premessa. Per poter cucinare è necessario provvedere alle derrate alimentari.
Seconda premessa. Tanti e tanti anni fa, per provvedere alle derrate alimentari era sufficiente scendere nell’orto o usufruire dei prodotti del pollaio; oggi non è più così! Per provvedere alle derrate alimentari occorre andare a “fare la spesa”.
Mi direte: “Questo vale per tutto, non solo per le derrate alimentari!”. È vero, e infatti il tema della ricetta va oltre il mero sostentamento del corpo e abbraccia l’intero scibile del consumismo nazionale… a condizione che…
Ma andiamo per gradi. La ricetta che vi voglio presentare oggi è quella del risotto con gli asparagi, semplice e gustosa e, nello stesso tempo ideale per darvi le giuste dritte per gli acquisti.
Oh, tenete presente che l’autore, in questo caso unico al mondo, sta scrivendo questo pezzo assolutamente contro i propri interessi! Il Baco è anche questo, va oltre gli interessi di parte e anche se, per chi scrive, sarebbe meglio che la materia fosse taciuta, niente! Si va avanti lo stesso…
Anche in questo caso siamo costretti a partire da lontano, dal riso, che nel veronese è stato introdotto dai monaci Benedettini Olivetani di Santa Maria in Organo, quando hanno cominciato a promuoverlo nei possedimenti dell’abazia, ma occorre partire anche dai tanti provvedimenti che si sono succeduti nel tempo per cercare di far pagare le “tasse” il più equamente possibile, un po’ a tutti.
Ve lo ricordate il “redditometro”? e il “riccometro”? e “gli studi di settore”, lo “spesometro” e l’obbligo della tracciabilità per i pagamenti superiori ai mille euro? Un coacervo di norme difficili da capire, impossibili da applicare e inutili, perché non hanno eliminato né l’elusione, né l’erosione e tanto meno l’evasione (alzi la mano chi non si ricorda i tempi in cui questi termini erano pane per i giornalisti di tutte le testate, più o meno consapevoli di quello che significavano e significano).
Ebbene, si parte da lì, dall’incapacità del legislatore di tutti i tempi, di trovare un modo per far pagare le tasse a tutti in modo equo. Provvedimenti, quelli che abbiamo citato, che cadevano a macchia d’olio sull’economia e sulla finanza e, come tutte le macchie d’olio, più che servire alla causa, sporcavano la tovaglia.
A proposito dell’olio… Per preparare la nostra ricetta un po’ d’olio serve e questo si può ottenere anche dalle olive prodotte dagli ulivi che crescono sulle nostre colline o, tuttalpiù, si può fare una gita sul lago e prendersene una scorta per tutto l’anno.
Ebbene, visto che nonostante tutti gli artifizi e le varie pensate del ministro di turno, nei governi che si succedono continua a permanere la sensazione che l’evasione trovi casa nella grande e nella piccola distribuzione, cosa fa il legislatore? Inventa la lotteria degli scontrini!
Per un cuoco è come l’aver inventato una salsa nuova, una salsa talmente buona che si può mettere su tutto, una nuova maionese, un ricco e saporito ketchup dell’economia, ecco!
Fintanto che prepariamo un brodo vegetale che poi useremo per preparare il risotto (va bene anche il brodo di dado, non datevi troppa pena per dettagli che sono insignificanti al palato dei più) vediamo di capire come funziona questo nuovo stratagemma inventato dal legislatore.
Un “normale” cittadino maggiorenne che possiede una carta valida per effettuare il pagamento elettronico (bancomat, carta di credito, ecc.) va sul sito dedicato e inserendo il proprio codice fiscale, ottiene un nuovo codice (“Codice Lotteria”) con il quale lo Stato abbina i suoi pagamenti, rigorosamente effettuati con il suo bancomat, allo scontrino fiscale emesso dall’esercente, scontrino che, a sua volta, viene trasmesso per via telematica all’Agenzia delle entrate.
I periodi lunghi son sempre difficili da scrivere, da leggere e, stavolta, anche da digerire… Per ogni euro di spesa, al “Codice Lotteria” che corrisponde al bancomat utilizzato, viene abbinato il numero di un biglietto virtuale della “Lotteria degli scontrini”. È come se acquistaste un biglietto della “Lotteria Italia” o un “Gratta e vinci”, solo che a voi non rimane in mano niente. Detto con parole nostre, è come se si andasse al ristorante e leggessimo il menu e poi, le pietanze che abbiamo scelto, ci venissero solamente descritte dal cameriere.
Facciamo un esempio: il cittadino proprietario del “Codice lotteria” va a fare la spesa e spende 100 euro, al suo “Codice lotteria” verranno attribuiti i 100 numeri di 100 biglietti virtuali e invisibili, i quali, uniti a tutti gli altri biglietti virtuali e invisibili emessi per tutti gli acquirenti che hanno aderito alla lotteria, formeranno il bacino nel quale l’agenzia delle entrate pescherà i numeri vincenti; come alla pesca di beneficenza organizzata durante le sagre, solo che qui è tutto virtuale e un po’ più grande.
Va bene, ci fidiamo. Ogni settimana, il giovedì, l’Agenzia delle entrate (leggasi “Monopolio”) “pesca” i vincenti fra i biglietti virtuali emessi nella settimana precedente; con questa estrazione verranno assegnati 15 premi da 25.000 euro per gli acquirenti e 15 premi da 5.000 euro per gli esercenti. Avete capito bene! 25.000 euro, e poi ci sarà una estrazione mensile che assegnerà 10 premi da 100.000 euro per gli acquirenti e 10 premi da 20.000 euro per gli esercenti (la prima sarà giovedì 11 marzo) e poi ci sarà una estrazione annuale che farà vincere al proprietario reale del numero virtuale estratto dal bussolotto virtuale un premio di 5.000.000 di euro, che speriamo essere reali e non virtuali! Urca!
Funziona come per il nostro risotto: raccogliamo gli asparagi nell’orto (non corriamo a prendere quelli che ci arrivano dalla Grecia o dalla Spagna), li mondiamo e li sbolliamo un po’ e poi, tagliati a pezzetti, li mettiamo a friggere in un po’ d’olio.
Quando pensiamo che sia arrivato il momento giusto per farlo, aggiungiamo il riso e mescoliamo a dovere, e poi, con il nostro minestrino, peschiamo dal nostro brodo vegetale un minestro di brodo e lo versiamo sul riso, un po’ alla volta, come vengono estratti i vincitori della lotteria, un po’ alla volta… 15 tutte le settimane, 10 ogni mese…
È una pacchia! Faranno festa gli esercenti che vedranno aumentare il loro giro di scontrini fiscali e i contribuenti che potrebbero vincere 25.000 o 100.000 euro senza aver bene capito perché!
Sì, perché, l’acquirente non conosce il numero dei biglietti che gli sono stati assegnati e non può controllare (almeno ad oggi) il numero dei biglietti virtuali estratti; se risulterà essere un vincitore della lotteria, riceverà una raccomandata che gli dirà, più o meno, così “Eureka, hai vinto 25.000 Euro, vai nell’ufficio che ti indichiamo qui sotto, portati un documento di identità, il bancomat e, il ‘Codice Lotteria’ (non si sa mai che servano) e l’IBAN del tuo c/c bancario o postale, perché i soldi, virtuali, te li accreditiamo lì!”.
Se arriva una lettera così a casa della maggior parte di noi, scommetto il bis del risotto che non ci crede nessuno e che tutti penseranno a una nuova iniziativa pubblicitaria dove, qua o là, si potrebbe nascondere una fregatura.
Se poi la raccomandata arrivasse dall’Agenzia delle Entrate, è pacifico che tutti penseranno a una cartella esattoriale per un “non so che” che si sono dimenticati di pagare! Eh! Non ci si può mica ricordare sempre tutto… A proposito, il risotto ormai deve essere cotto a puntino, aggiungiamo la solita dose di Parmigiano Reggiano e lasciamo mantecare qualche minuto, giusto il tempo di fare due riflessioni.
La prima. Siamo proprio sicuri che questa sia una lotteria equa? Ci spieghiamo.
Non sappiamo come funzioni il meccanismo di estrazione dei premi per gli esercenti ma, per gli acquirenti aumentano le probabilità di vincita quanto più è alta la loro capacità di spesa (se il meccanismo dovesse essere uguale anche per gli esercenti significherebbe che le grosse catene di distribuzioni avrebbero mille volte più probabilità di vincere il premio rispetto ad un piccolo esercente di periferia). Se Tizio si può permettere un giaccone da 200 euro e Caio arriva a mala pena ad acquistare una giacca da 30 euro, il primo parteciperà all’estrazione con 200 biglietti virtuali, il secondo con 30 biglietti virtuali.
È come se servissimo il bis ai commensali che hanno già avuto la prima razione, senza nulla distribuire a chi non ha ancora avuto la possibilità di avere un assaggio del nostro risotto.
E i premi per gli esercenti!? Ben vengano, che siano virtuali o sonanti, ai soldi regalati non si dice mai di no, solamente che fare gli scontrini fiscali non sarebbe un optional legato a una lotteria, in teoria sarebbe un obbligo di legge e a noi, sinceramente, è capitato assai raramente di dover insistere per avere legittimamente il nostro scontrino… Istituire un premio per gli esercenti è come premiare un cuoco perché non bruci l’arrosto! Vivaddio! Il cuoco ha l’obbligo deontologico di non far bruciare l’arrosto, se lo brucia tre volte di fila, vuol dire che non è adatto a fare il cuoco.
Orbene, perché abbiamo detto fin da subito, che questa ricetta va contro gli interessi di chi scrive?
Perché chi scrive, il suo “Codice lotteria” se l’è fatto attribuire e ora, quando va a fare la spesa, dal calzolaio o nei negozi di abbigliamento, chiede sempre di partecipare alla “Lotteria degli scontrini” e siccome più sono i partecipanti meno sono le probabilità di vincere, ecco… fatevi voi due conti…
Va beh, dai, vorrà dire che se dopo aver letto questa ricetta, vi farete il vostro “Codice lotteria” e vincerete 25.000 o 100.000 euro, apriremo una bottiglia di spumante insieme. Ci state? Il risotto con gli asparagi piace a tutti e il buon gusto non è virtuale.