Trama e Recensione
“Il tennis è lo sport in cui parli da solo. Nessun atleta parla da solo come i tennisti. I lanciatori di baseball, i golfisti, i portieri borbottano tra sé, ovviamente, ma i tennisti parlano con se stessi – e si rispondono. Nella foga di un incontro, i tennisti sembrano dei pazzi per la strada, che farneticano, imprecano e dibattono accesamente con il proprio alter-ego. Perché? Perché il tennis è uno sport così maledettamente solitario.”
Non fate l’errore di lasciare sullo scaffale della libreria questo libro perché non siete appassionati di tennis. Questa biografia, infatti, non è solo per esperti tennisti o per chi è cresciuto con il mito di Agassi, la rockstar del tennis che giocava coi pantaloncini di jeans e i capelli lunghi.
Leggendolo si ha la sensazione e poi la certezza che c’è molto, molto di più nel racconto della vita e della carriera di uno dei tennisti più amati di sempre.
“Open” è il racconto di un uomo che si sente solo da tutta la vita e che rivela l’inconfessabile: “Io odio il tennis”. Questa affermazione lascia di stucco il lettore, che si aspetta di leggere una biografia incentrata sull’amore incondizionato per lo sport a cui si è dedicata l’esistenza e a cui di deve il successo, ma non è tutta rose e fiori la vita di Andre Agassi.
Se in apparenza ha avuto tutto ciò che è possibile desiderare tra vittorie importanti, soldi, bella presenza, popolarità, dall’altra si legge la sua profonda insicurezza e insoddisfazione, legata fin dall’infanzia alla presenza di un padre ingombrante, che lo obbliga a diventare un tennista.
La partita più importante da vincere è quella contro se stesso e Agassi lotta per tanti anni contro se stesso e la propria rabbia,ma ha la fortuna di trovare persone importanti, che lo aiutano a guardarsi dentro e conoscersi veramente.
“A pochi di noi è concessa la grazia di conoscere se stessi, e finché non ci riusciamo, la cosa migliore che possiamo fare è essere coerenti.”
La Scheda
“Open” di Andre Agassi, Edizioni Einaudi, 2012, pp. 502.
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