Trama e Recensione
Rebecca è una dolce bambina brutta, che scopre presto cosa significa vivere una carenza estetica come una colpa vergognosa. Si muove perciò strisciando come uno spettro, perchè i brutti non devono essere notati, sono fatti di silenzio, non possono ridere forte. Essere brutti a volte significa non essere amati,vedersi invisibili, sentirsi una delusione prima di tutto, purtroppo, agli occhi di chi ci dovrebbe apprezzare incondizionatamente.
Tuttavia Rebecca non si lascia andare all’autocommiserazione ed affoga la sua tristezza cercando rifugio nella musica, in un mondo dove non si sente giudicata, dove sa di creare qualcosa di bello ed armonioso.
Questo romanzo poetico, delicatissimo, raffinato, vincitore del Premio Calvino, comunica speranza e commuove nel profondo perché in fondo un po’ tutti ci siamo sentiti Rebecca e un po’ tutti, a volte, abbiamo allontanato le persone come lei, basandoci solo sui canoni estetici, senza avere il coraggio di guardare oltre la fisicità.
“La vita non è un oggetto prezioso da custodire nel corso degli anni. Spesso ci arriva tra le mani già sbrecciata e non sempre ci vengono forniti i pezzi con cui ripararla. Qualche volta bisogna tenersela rotta. Qualche volta invece si può costruire insieme quello che manca”.
La Scheda
“La vita accanto” di Mariapia Veladiano, Edizioni Einaudi, 2011, pp.170.