Trama e Recensione
Elizabeth Strout, scrittrice famosa per “Olive Kitteridge”,vincitore del Premio Pulitzer, attraverso questo romanzo racconta il complesso legame tra madre e figlia in una cittadina americana qualunque oppressa dall’afa estiva.
Tra Amy e Isabelle la convivenza è difficile, tesa, fatta di bugie e mezze verità, come spesso accade tra un genitore ed un figlio adolescente. Certo la colpa non è tutta di Amy, dal momento che la madre fa la sua parte, essendo ansiosa, rigida e dotata di scarsa autostima. Questa sua insicurezza Isabelle la trasferisce costantemente su Amy, portandola a cercare affetto e sostegno dove non dovrebbe e non potrebbe.
La Strout, con una prosa evocativa e delicata tocca corde profonde, analizzando la difficile relazione tra individui della stessa famiglia che dovrebbero conoscersi e amarsi con naturalezza e invece si sentono estranei l’uno all’altro, diversi e in conflitto, incapaci di comunicare le loro paure e i loro desideri.
E’ incredibile come, pur amandosi visceralmente, ci si possa fare tanto male a vicenda e come sia difficile, a volte, esprimere quello che si prova davvero a chi vive con noi da sempre, a chi ci ha generato.
Il rapporto madre e figlia è forse più potente al mondo ma anche quello forse più fragile, velato spesso da incomprensioni, confronti impossibili, critiche ingiuste e immeritate.
Proprio per questo il romanzo della Strout risulta molto intimo e sicuramente adatto a tutte quelle figlie che a volte si sentono intolleranti ed ingrate nei confronti delle loro madri.
Con Amy e Isabelle non ci si sente più sole, si capisce che malgrado il fastidio e la lontananza che spesso si frappone tra madri e figlie perdura anche un fortissimo amore, una somiglianza che mai si vorrebbe ammettere, un imparare reciproco, giorno dopo giorno.
“ …E avrebbe trovato dentro di sè una sola parola ripetuta: “Amy”. “Amy, Amy”, perchè era questo il richiamo del suo cuore, la sua preghiera. “Amy”, avrebbe pensato, “Amy”, ricordando l’aria fredda e dorata di quel giorno.”
La Scheda
“Amy e Isabelle” di Elizabeth Strout, Edizioni Fazi, 2010, pp. 474.
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