Trama e Recensione
“Canto della pianura” è ambientato tra le strade isolate e il ritmo lento di Holt, in una atmosfera nostalgica, dove la fatica del vivere pesa su ogni abitante, senza distinzione di sesso ed età.
Qui vive gente qualunque, che si trova a battersi tra i problemi, i desideri, le ansie, le complicazioni del quotidiano, in un tempo scandito da stagioni ed eventi sempre uguali. E cosa ci può essere allora di accattivante a Holt?
Ci siamo noi, a Holt. Le emozioni di Tom Guthrie, professore di storia, e dei suoi figli, quelle dei McPheron, due fratelli anziani e scapoli che vivono isolati in campagna, quelle di una giovane ragazza madre, Victoria, o di una donna indipendente e forte,Maggie Jones, sono le nostre emozioni, le nostre solitudini.
C’è vita, tribolazione, energia, forza nella cittadina del Colorado descritta da Kent Haruf, che con un stile asciutto ma allo stesso tempo poetico, ci regala personaggi indimenticabili, le cui esistenze si intrecciano, creando un romanzo corale di straordinario fascino e forza, dove domina la solitudine di anime che tendono a non incrociarsi quasi mai ma, quando lo fanno, sanno formare legami straordinari.
“Canto della pianura” è un vero inno alla vita, che poi prosegue in altri due romanzi, “Benedizione” e “Crepuscolo”. Haruf ha creato infatti una trilogia, in cui a fare da filo conduttore è la cittadina del Colorado mentre i personaggi variano e non hanno legami tra loro. Sono tutte figure ordinarie, ruvide e sole, che tanto somigliano alla gente reale, anche se non abita a Holt.
Questo libro è per chi ama spostarsi solo con il pensiero, meglio se in poltrona e sotto una coperta a scacchi rossi e blu, per chi riesce a sentirsi a casa anche solo con una finestra aperta sul cielo, per chi cerca su google maps i luoghi dei libri, meglio se immaginari, e per chi ha deciso di affidarsi al tempo, nella convinzione che lo spazio possa sempre tradirlo.
La Scheda
“Canto della pianura” di kent Haruf, NN Editore, 2015, pp. 301.