“La percezione della donna nella società non deve rimanere immutata” Rachele Pesce di San Giorgio a una conferenza contro la violenza sulle donne

girl holding a paper with the inscription.

Moltissime sono stati gli eventi e le conferenze che si sono tenuti in queste ultime settimane relativamente alla violenza contro le donne, soprattutto nel nostro territorio, tra cui il flash mob organizzato presso la Grande Mela: più di 400 partecipanti hanno dato vita ad un flash mob di grande impatto visivo ed emozionale.

Lo stesso Comune di Sona ha organizzato una serie di appuntamenti per sensibilizzare e far riflettere la cittadinanza.

La locandina dell’evento

Ma gli appuntamenti non finiscono qui: domenica 24 novembre alle 17.45 si tiene presso la Sala Consiliare di San Martino Buon Albergo la conferenza “Non chiamiamolo amore, che vedrà anche un intervento di Rachele Pesce di San Giorgio in Salici, studentessa presso l’Accademia di arte drammaturgica di Venezia, di cui abbiamo raccolto la sua testimonianza proprio in seguito ai recenti atmosferici avvenuti nel capoluogo veneto.

“Il 9 marzo 1973 alcuni esponenti di estrema destra – esordisce Rachele – stuprarono una donna che ‘doveva imparare a stare al suo posto’. Questa donna si chiamava Franca Rame. Ritengo che quell’episodio di violenza sia particolarmente significativo anche per la sua evidente connotazione politica. Con ciò, tuttavia, non voglio in nessun modo avallare che la violenza contro le donne e/o il femminicidio siano meno gravi se privi di valore politico”.

“Al contrario, – continua Rachele – credo che alla radice di questi gesti vi sia sempre anche una tensione politica. E non mi riferisco al volgare chiacchiericcio dei talk show, bensì a qualcosa di inerente alla polis, alla città, e perciò alla comunità. Diventa quasi ovvio dunque affermare che, fino a quando la percezione della donna nella società – di quanto può, deve, non deve o non può fare – rimarrà immutata, non possiamo certo sperare in una miracolosa scomparsa della violenza contro di essa”.

“Le rivoluzioni sono grandi scosse asserisce Rachele – che possono portare alla luce certi problemi, ma i veri e propri cambiamenti sono dati solo da una lenta evoluzione collettiva, possibile solamente se tutti ci sentiamo coinvolti e contribuiamo attivamente alla causa“.

Rachele conclude il suo commento: “Mi appello pertanto soprattutto agli uomini: siateci! La vostra presenza è fondamentale: dimostrate che un’altra realtà esiste, che un miglioramento è possibile!

Nato nel 1994 e residente a Lugagnano, scrive per il Baco dal 2013. Con l'impronta del liceo classico e due lauree in economia, ora lavora con numeri e bilanci presso una società di revisione. Nel (poco) tempo libero segue con passione la politica e la finanza e non manca al suo inderogabile appuntamento con i nuovi film al cinema (almeno) due volte a settimana. E' giornalista pubblicista iscritto all'ordine dei giornalisti del Veneto.