«A Sona, alla festa della Lega» scrive la Olga «rispondendo alle critiche di quei veronesi che ritengono che la Regione trascuri la loro città, il governatore leghista Zaia, tra gli applausi di chi si trovava sul palco e di chi si trovava sotto, davanti o distante, ha risposto che “i Veneti sono tutti uguali”.
Sulla “clamorosa dichiarazione antropologica“, come l’ha definita il filosofo-psicologo-sociologo Strusa, al bareto si è aperto un dibattito che, dopo due giorni, è ancora in corso e si dubita che finirà per Ferragosto. Chiamando in causa il collega indiano Bembìr Mengha, autore di uno studio sul Veneto intitolato “Fenomenologia de la pastissada de caval e de le moèche frite, metafore e metìncule”, el Strusa ha introdotto la discussione affermando che i veneti sono tutti uguali nella stessa misura in cui lo sono i calabresi e che se un veneto è uguale a un calabrese lo si vede subito e viceversa».
«Approfondendo la questione, el Strusa ha detto che se la frase “I veneti sono tutti uguali” l’avesse pronunciata il presidente della Regione Calabria, Scopelliti, o un presidente di qualsiasi altra Regione, el Zaia, a nome di tutti i veneti, si sarebbe sentito offeso perché sarebbe equivalso a dire che i veneti sono tutti un ghènga e che non sono gente di cui fidarsi. “Laonde per cui – ha concluso el Strusa – el Zaia, per non essere frainteso, avrebbe dovuto dire che i veneti non sono tutti uguali ma che, al contrario, no ghe n’è uno che ghe soméia a ’n’altro“. Come prova pratica, al bareto si sono confrontati el Bocaónta e il cinese Tan detto Tano, immigrato de sòca e veneto a tutti gli effetti, i quali, dopo un reciproco esame sommario, hanno concordato sul fatto di non essere uguali. I confronti sono proseguiti per due giornate e sono ancora in corso. In alcuni casi dubbi il giudizio è stato affidato alla Beresina che ha deliberato con competènsa».
«Solo i leghisti del bareto si sono definiti uguali tra di loro “come do gósse de vin” e tutti gli altri avventori hanno convenuto. Laonde per cui si è fatta strada l’ipotesi che el Zaia volesse in effetti dire che tutti i leghisti sono uguali, tirando dentro al partito tutti i veneti indistintamente, anche quelli che vedono la Lega come fumo nei òci».
Silvino Gonzato
(Da “L’Arena” del 8 agosto 2010).