A causa del suo approccio tecnico e meramente numerico l’economia pura è una materia effettivamente fredda, priva del colore delle materie umanistiche o del dinamismo delle lingue straniere. Per operare con efficacia nei mercati finanziari, ad esempio, è necessario azzerare le proprie emozioni e focalizzarsi su obiettivi (quantitativi) scritti nero su bianco. Ancora: nei bilanci prevale sempre la sostanza sulla forma, a un dare corrisponde un avere, tra le righe della nota integrativa non c’è spazio per interpretazioni o visioni soggettive, nulla che non sia supportato da numeri.
Eppure, nonostante questi monolitici presupposti, la prima lezione di un corso all’università mi convinse del contrario.
Frequentavo il secondo semestre del primo anno della triennale in Economia e commercio, con pochissima esperienza alle spalle e con ancora molte nozioni da imparare. Dopo Diritto privato ed Economia e gestione delle imprese toccava a Macroeconomia. Già dai primi minuti si prospettava una lezione fuori dagli schemi introduttivi canonici.
Il professore si presentò in aula con un barattolo vuoto in una mano e una borsa colma di oggetti nell’altra. Dalla borsa il professore estrasse delle palle da golf e le inserì nel barattolo. In seguito si rivolse a noi studenti e chiese: “Il barattolo è pieno?”. Si sollevò qualche timido “sì”. Allora il professore prese dalla borsa delle biglie e le versò nel vasetto. Ci formulò la medesima domanda, e in aula si diffuse un leggero brusìo. Qualcuno rispose nuovamente “sì”, ma la maggior parte era curiosa di sapere se avrebbe estratto altro dalla borsa o quale fosse il significato di questa presentazione tanto singolare.
Il professore, però, non si fermò e continuò il suo esperimento: nel sacchetto c’era anche una scatola di sabbia che viene prontamente versata nel barattolo. La sabbia riempì tutti gli spazi vuoti tra le palle da golf e le biglie; quindi il professore ci rivolge la medesima domanda: “Il barattolo è pieno?”
Il brusìo si fece più forte, ma viene subito zittito da un “sì” corale.
Quando si fece silenzio, il professore di macroeconomia spiegò: “Questo barattolo rappresenta la vostra vita. Le palle da golf sono le cose essenziali, come la famiglia, la salute, l’amore e gli studi universitari, che poi diventeranno il vostro lavoro. Si tratta di elementi per cui – continuò il professore –, anche se perdessimo tutto il resto, le nostre vite rimarrebbero ancora piene e appaganti. Le biglie rappresentano fattori importanti, ma non essenziali: le vostre passioni, le amicizie, l’auto, eccetera. La sabbia, infine, è tutto il resto, le piccole cose e i fattori più superficiali”.
Dopo una breve pausa il professore concluse il suo ragionamento: “Ognuno è libero di riempire il proprio vaso come vuole e secondo le proprie disponibilità. Ma occorre non dimenticare che, se iniziassimo a riempirlo prima di tutto con la sabbia, ci sarebbe meno posto, poi, per le biglie e le palle da golf. La medesima cosa succede nella vita: riempire il proprio tempo e impiegare le energie in elementi superficiali ci distrae dalle cose più importanti, e non avremo più tempo per gli avvenimenti e le scelte essenziali”.
La medesima tesi vale per la gestione dei propri risparmi. Al fine di avere un approccio razionale delle finanze personali è necessario categorizzare le proprie entrate mensili in tre gruppi principali, tra necessità, svago e obiettivi di risparmio, individuando un equilibrio corretto, sostenibile e lungimirante alla luce della nostra condizione patrimoniale e finanziaria.
Gestire i risparmi con questo approccio contabile, non significa “non godersi la vita” o privarsi di piaceri o esperienze considerati non essenziali a priori. Ma significa stabilire delle priorità e condurre un comportamento ottimale e responsabile, massimizzando gli obiettivi di risparmio. Il denaro serve sì a soddisfare le esigenze e i piaceri del presente, ma occorre pianificare il proprio patrimonio per far fronte ai bisogni futuri (la pensione, la formazione scolastica dei figli, l’acquisto o la ristrutturazione della prima casa) e ai rischi contro i quali siamo esposti (la salute, la continuità lavorativa, gli imprevisti, eventuali richieste di risarcimento).
Forse è proprio da un approccio freddo e numerico da cui può nascere una corretta ed efficace gestione delle proprie risorse e una sana e responsabile pianificazione patrimoniale, permettendoci di vivere le emozioni del presente, proteggere il nostro patrimonio e coltivare una prospettiva positiva (finanziariamente parlando) verso il futuro.