Rubando le parole a Charles F. Kettering, dobbiamo “interessarci al nostro futuro perché lì vi passeremo il resto della nostra vita”. E quale strumento è migliore del proprio risparmio?
Uno strumento, tuttavia, non pienamente valorizzato dalla maggioranza degli italiani. Per milioni di nostri concittadini, infatti, il risparmio è ottenuto secondariamente rispetto ai consumi e allo spendere. E se ci si ritrova con un gruzzoletto a fine mese, questo rimane parcheggiato sul conto corrente. È quanto successo in questi ultimi mesi di pandemia: non potendo spendere a causa dello scenario incerto e delle restrizioni imposte contro la diffusione del Coronavirus, il risparmio sui conti correnti degli italiani è significativamente lievitato (1.714 miliardi di euro a ottobre 2020, secondo l’ultimo rapporto dell’ABI, +9,5% su base annua).
In quest’ottica, quindi, noi lavoriamo per il denaro, lavoriamo per spendere e consumare ciò che rappresenta la nostra priorità nel presente e definire il nostro risparmio come accantonamento per un consumo futuro.
L’aspetto interessante è quello di ribaltare questa prospettiva, definire, pertanto, degli obiettivi di risparmio, che possono essere orientati nel breve, ma anche nel lungo termine. Risparmiare per una bella vacanza, saldare lo scoperto della carta di credito, comprare una nuova automobile, accumulare il deposito per la prima casa, risparmiare per l’università dei propri figli sono solo alcuni esempi di obiettivi che richiedono un impegno di risparmio più o meno prolungato nel corso del tempo.
Se il risparmio è lo strumento per interessarci al proprio futuro, il tempo è il nostro gestore, quell’elemento che permette al denaro di lavorare per noi, e non viceversa, come ci insegna il mito della mitologia greca da cui prende il nome la presente rubrica.
Immaginiamo, ad esempio, di non voler privare un figlio di poter frequentare un’università prestigiosa una volta raggiunta la maggiore età o di concedergli una certa disponibilità per avviare la propria carriera; ebbene, risparmiando dalla sua nascita 100 euro al mese, in 18 anni si otterrebbe un capitale di 21.600 euro, senza considerare l’inflazione o le commissioni bancarie che eroderebbero tale valore.
Se quei 100 euro, però, fossero investiti in un fondo bilanciato avente un rendimento modesto pari al 2,4% annuo, dopo 18 anni arriveremmo ad oltre 28.400 euro di capitale. Se avessimo rimandato la scelta di risparmio, ad esempio, 10 anni dopo, per ottenere sempre quei 28.400 euro investiti a un tasso sempre del 2,40% si dovrebbero risparmiare 190 euro al mese, quasi il doppio.
Agire d’anticipo, dunque, può rivelarsi una scelta vincente, piuttosto che procrastinare. Per farlo, tuttavia, occorre aver ben chiari gli obiettivi che vogliamo raggiungere dopo aver fotografato la nostra situazione di partenza insieme a un consulente finanziario, in grado di poter consigliare gli strumenti in linea con le nostre necessità.
Occorre tener presente che il sipario che si apre sui mercati finanziari del 2021 è uno scenario senza precedenti ed estremamente interessante (economicamente parlando): la crisi del Coronavirus ha permesso di accelerare su alcuni processi e avanzare verso nuove tendenze che diverranno strutturali nei prossimi mesi e anni e su cui c’è ampio spazio di crescita: la sostenibilità ambientale e la digital economy (si veda alla voce 5G), ad esempio, saranno due trend assolutamente importanti per il futuro.
Il 2021 può dunque rappresentare un’occasione interessante per pianificare la propria ricchezza e adottare forme di risparmio sane ed efficaci, stando sempre attenti alle truffe e al trading fai-da-te, e affidandosi al lavoro e all’esperienza di un consulente indipendente.