Lunedì 5 giugno è approdato in Borsa il BTp Valore, il cui successo tra i (piccoli) risparmiatori è dimostrato dai numeri: il controvalore complessivo delle sottoscrizioni di ieri, martedì 6 giugno, è stato pari a 5,195 miliardi di euro, una cifra che, sommata ai 5,45 miliardi della vigilia, nelle prime due giornate di asta porta il totale raggiunto dall’emissione a quota 10,645 miliardi.
Attraverso il BTp Valore il Governo italiano punta ad avvicinare le famiglie del nostro Paese agli investimenti finanziari, accrescendo il peso dei cittadini fra i detentori del nostro debito pubblico. In questo articolo risponderemo alle principali domande di chi vuole avvicinarsi a questo tipo di investimento.
Che cosa sono i BTp?
I BTp (acronimo di Buoni del Tesoro poliennali) vengono emessi dal nostro Paese e appartengono alla famiglia dei Titoli di Stato italiani. Sono, di fatto, un prestito che un investitore (che può essere sia un privato cittadino sia una banca d’investimento) fa allo Stato italiano. Lo Stato, dunque, oggi incassa il capitale dell’investitore, ma alla data di scadenza si impegnerà a restituirglielo interamente. Come in ogni prestito, il debitore (lo Stato) dovrà sostenere un costo nei confronti del creditore (l’investitore), corrispondente a delle cedole semestrali calcolate in base a un tasso percentuale predeterminato. Come tutti i titoli di Stato, i BTp sono sottoposti a una tassazione agevolata pari al 12,5%, rispetto al 26% applicato su tutte le altre tipologie di investimento.
Come si può acquistare un BTp?
Si può comprare un BTp in due modi rivolgendosi alla propria banca, direttamente allo sportello o attraverso la piattaforma di home banking se attivata. Ad ogni operazione finanziaria la banca può applicare delle commissioni, che dipendono dall’offerta contrattuale sottoscritta. I BTp Valore possiedono un lotto minimo pari a 1.000 euro; significa che sotto questo importo non è possibile acquistare un BTp Valore. La prima emissione del titolo tramite asta pubblica ha avuto luogo il 5 giugno e si concluderà venerdì 9, salvo chiusura anticipata.
Qual è la scadenza del BTp?
Il BTp Valore ha durata pari a quattro anni; la sua scadenza è il 13 giugno 2027. Non tutti i BTp, tuttavia, hanno una durata uguale: si va dai più brevi, con scadenza a 18 mesi, ai più lunghi, con durata fino ai cinquant’anni.
Quanto rende un BTp Valore?
Le cedole del BTp Valore sono fisse e calcolate sulla base di tassi prefissati crescenti nel tempo: per il primo biennio il rendimento sarà del 3,25% annuo, per il secondo salirà al 4%. Trattandosi di un tasso annuale, ed essendo la cedola semestrale, il rendimento ad ogni stacco-cedola sarà pari alla metà del rendimento annuo (quindi 1,625% per i primi quattro semestri, 2% per gli ultimi quattro semestri).
È previsto, infine, un “premio fedeltà” dello 0,5% per chi acquista il titolo durante l’emissione (tra il 5 e il 9 giugno) e lo tiene in portafoglio fino alla scadenza. Tra cedole e premio fedeltà il rendimento medio annuo dell’investitore sarà pari al 3,75%. Depurando il rendimento dalla tassazione del 12,5% (che viene applicata in occasione dello stacco cedola), il beneficio netto per l’investitore si attesta al 3,28% annuo.
Qualche numero: se oggi sottoscrivessimo un BTp Valore per 10.000 euro, alla scadenza ci verrebbe restituito il capitale che abbiamo prestato maggiorato di 328 euro all’anno (quindi poco più di 1.300 euro in quattro anni), senza considerare eventuali commissioni applicate dalla banca o dall’intermediario.
I BTp sono rischiosi?
In finanza non esiste il rischio-zero. Anche i titoli di Stato non fanno eccezione: in caso di fallimento (o default, per dirla con un inglesismo economico), lo Stato italiano si ritroverebbe in una situazione di insolvenza verso i suoi creditori, e quindi non più in grado di rimborsare gli investitori che hanno sottoscritto BTp o altri titoli di Stato. Si tratta, tuttavia, di un’ipotesi alquanto remota per il nostro Paese (che si trova in una situazione totalmente diversa, ad esempio, rispetto all’Argentina, che ad oggi soffre di una probabilità di default significativa).
Conviene sottoscrivere un BTp Valore?
La struttura del BTp Valore è pensata soprattutto per quei risparmiatori che prevedono di mantenere il titolo in portafoglio fino alla scadenza nel 2027, grazie all’appetibilità di una cedola crescente e di un premio fedeltà. Ogni investimento, però, è un abito su misura costruito sul risparmiatore e deve essere adattato alle sue esigenze, ai suoi obiettivi e quindi al suo orizzonte temporale. Certo è che, alla luce di un’inflazione ancora galoppante (+7,6% a maggio, su base annua) che difficilmente subirà brusche frenate nel breve termine (si stima che nei prossimi quattro anni l’inflazione media sarà pari al +2,1% annuo), il BTp Valore permette solo una copertura parziale dalla perdita del potere d’acquisto causata dall’aumento dei prezzi.
Fin qui abbiamo descritto questo investimento nell’ipotesi di mantenerlo in portafoglio per tutta la sua durata, ma occorre effettuare ulteriori valutazioni qualora si presenti la necessità di vendere il titolo prima della scadenza a causa, ad esempio, di un fabbisogno di liquidità del risparmiatore: in quest’ultimo caso si dovranno fronteggiare anche il rischio di interesse e le logiche di mercato, considerando, dunque, la possibilità che il prezzo diminuisca al crescere dei tassi di interessi. Su quest’ultimo aspetto (e sullo spettro dello spread) torneremo in un secondo momento.
È sempre opportuno, pertanto, considerare la propria situazione patrimoniale a 360 gradi, valutando per i nostri risparmi anche altri strumenti finanziari che, a parità di rischio, offrono rendimenti più alti. Rimanendo nella famiglia dei BTp, si pensi, ad esempio, ai BTp Green, ma anche al BTp Italia, che, depurato dall’effetto inflattivo, garantisce un rendimento reale dell’1,46%; ma si può optare anche per altro, come un conto deposito o un PAC.