La condanna della Appendino e il ruolo e le responsabilità dei Sindaci anche nel veronese

Il Tribunale di Torino qualche giorno fa ha condannato il sindaco Chiara Appendino per i tragici fatti del 3 giugno 2017 in piazza San Carlo, quando il panico si scatenò sotto il maxischermo che proiettava la finale di Champions League Juventus-Real Madrid. Oltre 1600 persone rimasero ferite e due donne morirono per le lesioni riportate. Il giudice le ha inflitto una condanna a 1 anno e 6 mesi.

Questa la cronaca, che però ha aperto una profonda discussione sul ruolo dei Sindaci oggi in Italia, chiamati sempre più a rispondere di colpe che appaiono sproporzionate ed inverosimili rispetto alle loro reali possibilità di intervento. Pensare che il Sindaco di una grande città come Torino, per restare nel caso in esame, abbia la responsabilità di organizzare in prima persona le modalità di accesso ad un evento pubblico significa non avere la minima idea del ruolo e della funzione di un primo cittadino.

Parlare di scudo penale per i sindaci, come alcuni stanno facendo in queste ore, appare fuori luogo, il primo cittadino resta ovviamente il responsabile ultimo dell’amministrazione. Ma ci sono casi nei quali responsabilità politica e penale non possono coincidere in automatico. E a Torino quella che appare evidente è solo la responsabilità politica del sindaco. Ma la responsabilità penale?

Anche nel veronese la vicenda sta facendo discutere, e i sindaci scaligeri si stanno ragionevolmente chiedendo chi, con queste premesse, sarà ancora disposto a proporsi per guidare Comuni piccoli o grandi sapendo di poter essere chiamato in ogni momento a rispondere anche sul piano penale, e quindi personale, per questioni sulle quali non esiste materialmente la possibilità di un controllo specifico. Tanto che oggi in Italia appaiono i Sindaci – gli ultimi nella catena di comando – gli unici amministratori pubblici chiamati sempre e comunque a rispondere per quanto accade sul territorio da loro amministrato.

Si tratta di una questione complessa ma importante, perché può determinare il futuro delle nostre istituzioni e pure la selezione della futura classe dirigente. Uno dei rischi è, infatti, quello che a proporsi per la carica di Sindaco siano in futuro non i più capaci ma solo i più spregiudicati, quelli per i quali la carriera politica conta più di qualsiasi ragionamento sul bilanciamento tra ruolo, poteri e responsabilità.

Un tema assolutamente rilevante che scendendo nel quotidiano, dispiace dirlo, sembra però del tutto sfuggire a troppi dei nostri concittadini. Per i quali, ad esempio, è colpa del Sindaco pure se un giorno non viene raccolto un sacchetto del rifiuto secco davanti a casa loro.

Nato nel 1969, risiede da sempre a Lugagnano. Sposato con Stefania, ha due figli. Molti gli anni di volontariato sul territorio e con AIBI. Nella primavera del 2000 è tra i fondatori del Baco, di cui è Direttore Responsabile. E' giornalista pubblicista iscritto all'Ordine dei Giornalisti del Veneto. Nel tempo libero suona (male) la batteria.