Mercoledì 21 settembre scorso, presso la sala Civica Vecchia Canonica a Sona, è stata presentata una idea progettuale per una raccolta fondi pubblica con destinatarie le popolazioni terremotate del Centro Italia.
Cosa è successo il 24 agosto scorso, al confine tra le Regioni di Lazio, Marche ed Abruzzo è noto a tutti. Un violento sisma ha provocato danni ingentissimi al patrimonio urbano, storico e paesaggistico di una bellissima porzione d’Italia, che ha nel paese di Amatrice la sua comunità più rappresentativa. Il terremoto ha purtroppo portato con sé anche un conto molto salato in termini di vittime.
La risposta solidale degli italiani è stata imponente, come sempre avviene in questi casi. Ma spesso disarticolata, singola invece che di gruppo, non coordinata e dettata dall’emotività dell’immediato. Di queste problematiche abbiamo già parlato in un nostro articolo di approfondimento (LEGGILO QUI).
Riflettendo su questa “solidale confusione” è nata, all’interno della Proloco di Sona, l’idea di orientare il pensiero al dopo, cioè al momento della ricostruzione. Al momento in cui, spentisi i riflettori della notorietà, dello scoop giornalistico e dell’emotività le comunità colpite dal terremoto si troveranno un po’ più da sole ad affrontare i problemi del quotidiano.
Ed è qui che il sostegno esterno, che proviene dalle comunità solidali d’Italia, può fare la differenza.
La Proloco quindi, in collaborazione con il Comune di Sona ed il Forum delle Associazioni, si rende promotore di una iniziativa di ampio respiro di raccolta fondi, che ha l’obiettivo di veicolare gli sforzi, che spontaneamente nascono nel nostro territorio, verso un unico obiettivo finale. Un obiettivo costituito da una comunità ben precisa e da un preciso progetto (o precisi progetti se la raccolta sarà importante) all’interno della stessa.
Aggiungo: una piccola comunità magari poco conosciuta. Perché è facile appassionarsi alle sorti delle comunità più conosciute, più rinomate e più sugli altari della cronaca, perché il flusso mediatico “pilota” fisiologicamente la sensibilità delle persone. Bisogna anche andare oltre e pensare che tutte le comunità hanno pari dignità e devono avere pari opportunità nella vita.
Da questo punto di vista una opportunità si è manifestata alle nostre intenzioni. Monica Valle, una nostra concittadina di Lugagnano si è trasferita nel 1996 a Fonte del Campo, una piccola frazione del comune di Accumoli, epicentro del terremoto (nelle foto che pubblichiamo). Vive là assieme al marito e alla figlia dodicenne. La sua casa ha subito danni molto gravi ed è impraticabile. Assieme alla sua famiglia e a suoi compaesani è ora ospitata in un albergo di San Benedetto del Tronto, in attesa che vengano allestite le abitazioni in legno promesse dal governo. Si tratterà purtroppo di diversi mesi. L’abbiamo incontrata sabato 17 settembre assieme a due suoi concittadini appartenenti all’Associazione Vico Badio, che opera e ha la sua sede proprio a Fonte del Campo.
Come in tutte le comunità d’Italia, questa Associazione è il fulcro della vita sociale e ricreativa della comunità. La loro sede è la casa di tutti e il loro impegno si esplica in diverse attività e servizi che vengono resi alla popolazione.
Il terremoto ha distrutto le infrastrutture in cui prestano la loro opera quali il campo sportivo, la sede dell’Associazione, il parco giochi. Ha distrutto o messo in serie precarietà anche altri simboli dell’aggregazione quali la chiesa parrocchiale o la fontana storica. Oltre ad aver danneggiato gravemente anche strade, ponti e infrastrutture pubbliche in genere. L’intero tessuto socio-economico-culturale è compromesso e ora non più esistente.
Queste le difficoltà immediate di cui ci hanno parlato che sono diventate automaticamente delle esigenze per ora e soprattutto per il futuro. Sono indicazioni e vanno prese per tali. Non è pensabile che sia già tutto chiaro di quel che serve a poco meno di un mese dal terremoto. Le priorità sono ancora fortemente legate alle esigenze di sopravvivenza nel quotidiano, in una realtà di grande precarietà in cui ora queste persone vivono. Ci sarà tempo per affinare la rotta, per capire bene cosa serve e per stabilire delle priorità.
Nel lanciare il loro grido d’aiuto nel mondo hanno coniato questo slogan: “Non Dimenticateci”.
La proposta quindi è quella di fare nostra la causa della comunità di Fonte del Campo e spenderci per sostenere la ricostruzione del loro futuro.
La garanzia di serietà, finalizzazione corretta e sicura, trasparenza e rendicontazione viene garantita, fiscalmente parlando, dalla Proloco e dalla sua organizzazione.
Il fatto che anche il Comune di Sona e il Forum delle Associazioni (e quindi tutti i volontari) ci mettano la faccia è una ulteriore garanzia che non si sta facendo tanto per fare.
La proposta è stata allargata anche alla Comunità di Sommacampagna nella figura del Presidente del Comitato eventi, che si farà da portavoce e promotore della nostra proposta. Non ci sono orti personali o privilegi di merito da difendere: se diventerà l’iniziativa “Le comunità di Sona e Sommacampagna a sostegno dei paesi colpiti dal terremoto” vorrà dire che daremo qualche chance in più al futuro alla comunità di Fonte del Campo. Che alla fine è l’unico vero obiettivo da raggiungere.
Il riscontro che si è avuto mercoledì 21 della Associazioni e dalle persone presenti è stato molto buono.
L’idea è piaciuta ed è già forse scatta la molla della passione per questa causa. Sul piatto sono già state messe una serie di idee creative e innovative. Ci sarà un evento di intrattenimento (chiamiamolo eno-gastronomico per comodità) a novembre con ricavi destinati alla causa. Data e luogo sono in fase di definizione.
L’idea è che la raccolta fondi non sia legata al singolo evento fine a sé stesso, ma che diventi un’iniziativa itinerante nel tempo e nei luoghi.
La raccolta è praticamente già partita. E’ stato aperto un Conto Corrente in Proloco con IBAN IT95-P-05034-59872-000000001161 e intestazione “Associazione Turistica Pro Loco Sona Pro Terremotati”.
E’ iniziata ora e potrà continuare nel tempo fino ad una data ben precisa che verrà stabilita e dopo la quale verranno tirate le somme. Itinerante nei luoghi perché le singole Associazioni che aderiscono potranno a loro volta creare eventi vicini al loro oggetto sociale e attività caratteristica e destinare il ricavato a parte di esso alla raccolta fondi.
Si tratta di mettersi in gioco, ma le Associazioni del Comune di Sona amano giocare. Già ai inizierà a parlarne mercoledì 28 settembre nella serata dedicata allo start-up: cosa può fare in pratica ognuno dare vita a questo progetto e per organizzare le serate di novembre?
Il libro “La comunità di Sona a sostegno dei paesi colpiti dal terremoto” è un libro bianco. È stata scritta solo la copertina ma il contenuto è ancora di là dal venire. E va fatto non ognuno per sé ma tutti assieme.
Chiudo con una frase tratta dai pensieri di un uomo, San Francesco d’Assisi, che ha lasciato un segno all’Umanità, che un po’ mi da il senso di questa avventura che avremo, se vogliamo, il piacere di vivere: “Cominciate col fare ciò che è necessario, poi ciò che è possibile. E all’improvviso vi sorprenderete a fare l’impossibile”.