In questi giorni i nostri due Istituti Comprensivi stanno facendo informazione in merito al progetto “La Buona Scuola”. Progetto che nasce dal ministro dell’Istruzione Stefania Giannini che lo ha voluto disponibile sul sito labuonascuola.gov.it ed è aperto a proposte e osservazioni in base al principio che per la fare la Buona Scuola non basta solo un Governo, ci vuole un Paese intero.
Fino al 15 novembre sarà dunque possibile partecipare al dibattito navigando sul sito. La riforma dell’istruzione primaria e secondaria del governo Renzi è rivoluzionaria e prevede il lungo progetto di rifondare la scuola sui pilastri della formazione e del merito dei docenti.
L’ambizioso progetto prevede in particolare l’assunzione entro settembre 2015 di 150 mila insegnanti precari, concorsi annuali per eliminare le liste d’attesa che durano decenni, rendere gli istituti autonomi nella scelta dei docenti e dei programmi, aprire a investimenti privati e soprattutto puntare sulla formazione e valutazione degli insegnanti.
Difficile capire come il governo pensi di fare tutto con solo 3 miliardi di euro, visto che proprio per la Giannini ne servirebbero almeno 50 per cambiare la scuola ma di certo la richiesta di un parere critico e propositivo da parte di chi la scuola la vive è una buona partenza.
Sul sito si trova il rapporto completo sulla scuola e le idee del governo. Compilare il questionario o esprimere un parere non è un adempimento burocratico ma un modo per essere protagonisti e non spettatori di questa riforma.
Quindi studenti, professori, dirigenti scolastici, famiglie, personale tecnico possono essere parte attiva nella costruzione della Buona Scuola. Si può partecipare al dibattito singolarmente o in gruppo segnalando la propria proposta o commentando o votando quelle già presenti o semplicemente compilando il questionario.
Sarà inoltre cura dei nostri due Dirigenti Scolastici Squarzoni e Cattaneo stilare un documento elettronico da inviare al MIUR in merito ai “12 punti” della riforma.
Non ci resta che augurare buon lavoro a chi pensa che la scuola è alla base di un Paese che funziona.
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