A inizio anno i genitori dei figli in età scolare sono chiamati a decidere in quale scuola iscriverli. I criteri di valutazione per la scelta sono molteplici e personali ma di certo dovrebbero essere l’offerta formativa, l’orario scolastico, la logistica dell’istituto e le necessità familiari. E allora da bravi tutti on line a fare l’iscrizione entro i termini e poi via in banca per il pagamento della quota di iscrizione e infine in attesa che l’estate passi per la partenza del prossimo anno scolastico.
Ma può anche succedere che il Ministero dell’Istruzione, Università e della Ricerca prenda delle decisioni tali da rivedere le scelte programmatiche delle scuole e può anche succedere che queste iniziative vengano prese poco prima dell’inizio dell’anno scolastico, quando il genitore ha già fatto la sua scelta. In poche parole la scuola propone la sua offerta prima di sapere l’effettivo riscontro di alunni e soprattutto prima di sapere se il Ministero cambierà qualche direttiva rispetto l’anno precedente e comunque, anche volendo, non potrebbe fare diversamente.
Quindi può capitare che il 01 aprile, a iscrizioni già raccolte, il Ministero si esponga in merito alle dotazioni organiche del personale docente per l’anno scolastico 2014/2015. E così ha fatto con la circolare n. 34, che premetto è come leggere un teorema filosofico matematico, ma che di sicuro qualcosa ha modificato rispetto l’anno precedente.
Se si abbassa il numero minimo di alunni e si eleva il numero massimo per formare una classe, se si rosicchiano ancora le ore a disposizione dei docenti, se si eliminano le compresenze, se il numero degli iscritti è inferiore agli anni precedenti, l’Istituto riesce a mantenere quanto promesso al momento dell’iscrizione? Il rischio è che sia costretto a rivedere la distribuzione dell’orario scolastico. Magari riducendo o eliminando i rientri pomeridiani. Magari non facendo partire la classe a tempo pieno. Magari appaltando il servizio di sorveglianza mensa ad un ente esterno con aggravio dei costi. Magari rivedendo il piano di offerta formativa.
Il Ministero scrive che è cura dell’istituzione scolastica, una volta avuta contezza delle proprie risorse di organico, articolare il tempo scuola secondo criteri e modalità che consentano il migliore impiego delle risorse, l’ampliamento del servizio e l’incremento dell’offerta formativa; il tutto valorizzando le potenzialità proprie dell’autonomia organizzativa e didattica. Ma se le risorse vengono tagliate per rispondere ai principi matematici della circolare, all’istituzione scolastica non resta che fare giochi di prestigio.
Speriamo allora che tutti i dirigenti scolastici, anche quelli dei nostri istituti di Sona e Lugagnano, siano dei grandi giocolieri e anche dei bravissimi equilibristi perché mi sa che la rete di sicurezza sotto non c’è. E potrebbero quindi esserci delle sorprese anche per i genitori del nostro Comune.
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