Oggi, con la prova di italiano, iniziano ufficialmente gli Esami di Stato 2018.
Con l’avvicinarsi di questo appuntamento si sono riaccese le discussioni e le polemiche, che si trascinano ormai da qualche anno, intorno alla loro utilità. Per alcuni si tratta di uno spreco di denaro enorme, per altri non misurano in maniera significativa le competenze raggiunte.
Eppure, la Maturità rimane uno dei pochi “riti di passaggio” che i nostri giovani devono affrontare, una delle poche esperienze di vita significative e toste, che segnano una fase fondamentale ed irripetibile della crescita e del cambiamento.
L’Esame di Stato è indubbiamente una prova scolastica di grande rilevanza nel percorso formativo di uno studente e, anche se è stato reso più semplice rispetto ad una volta, non andrebbe ulteriormente semplificato o abolito, come vorrebbero alcuni.
Una commissione totalmente interna, formata solo dagli insegnanti che hanno seguito i maturandi nel corso dell’anno scolastico, per certi versi potrebbe avere un senso, ma una commissione esterna è un banco di prova più rischioso ma anche forse più stimolante ed abitua i giovani a dimostrare le loro abilità in una forma che poi sarà richiesta più volte nel mondo adulto, per esempio in ambito lavorativo.
Di fatto, per tutti la Maturità chiude per sempre un ciclo di vita e ne apre uno completamente nuovo.
Tutti noi adulti sicuramente ricordiamo come liberatorio ma anche spiazzante il periodo successivo alla fine degli esami di quinta superiore, quando il mondo si apriva di fronte a noi foriero di possibilità, di speranze, di ambizioni ma anche di spaesamento e incertezza. Dai sei ai diciannove anni la vita è sostanzialmente tracciata, scandita dagli anni scolastici, mentre dopo la fine degli orali della Maturità le cose cambiano repentinamente e, insieme al bisogno di assaporare la libertà e finalmente un po’ di meritato riposo, si percepisce chiaramente anche l’inquietudine, il senso di vuoto, l’infinita gamma di possibilità che si apre davanti alla nostra vita di adulti.
Per tutti questi motivi affrontare l’Esame di Stato ha ancora un senso forte e segna profondamente la nostra vita perché è un’occasione cruciale, in cui siamo chiamati a diventare adulti e a spiccare finalmente il volo, a cercare il nostro posto nel mondo. Prepararsi alla Maturità significa non solo predisporsi a lasciare alle proprie spalle l’edificio enorme e spesso malandato in cui si sono trascorsi cinque anni fondamentali della propria vita, ma soprattutto riflettere sulla direzione da prendere, vagliare le opportunità che il mondo del lavoro o l’università presentano, chiedersi non dove andare ma soprattutto chi diventare.
Un grande in bocca al lupo, allora, ai maturandi di Lugagnano, Sona, Palazzolo e San Giorgio in Salici: affrontate con impegno, determinazione ed entusiasmo questa importante tappa della vostra vita e forse, un giorno, finirete per ripensarci con emozione, orgoglio ed un pizzico di nostalgia.