Quando il direttore del Baco Mario Salvetti con un rapido messaggio mi ha chiesto di scrivere un ricordo di Agostino Falconetti, scomparso domenica 28 maggio dopo una lunga malattia, ero ancora nel pieno della deflagrazione che la notizia mi aveva, ci aveva, suscitato. Non ne ero in grado. “Il ricordo è un compito fondamentale per una comunità” è stato l’inciso di Mario per farmi superare la barriera emotiva che mi paralizzava la mente, compressa e annientata da un vortice di ricordi.
Agostino Falconetti è stato ed è una persona speciale, un talento. Come sportivo, come insegnante, come viaggiatore, come cittadino del mondo, come marito, come amico, come uomo.
Arturo Clementel, suo e nostro allenatore, ne ricorda la caparbietà, la dedizione, l’impegno. La grinta e la tensione al risultato che metteva sulla pedana del salto in alto, metafora e rappresentazione tangibile della sua vita. E i risultati non si sono fatti attendere, consacrandolo come atleta di livello nazionale con un record personale di 2 metri e 11 centimetri che per molti anni è rimasta migliore misura a livello provinciale.
Alla grinta faceva da contraltare la sua innata e disinteressata generosità. Sempre disponibile, affabile, in grado di entrare subito in sintonia con chiunque. Dentro e fuori le piste di atletica. L’empatia, la facilità di relazione con ogni interlocutore, di ogni parte del mondo, erano tratti sostanziali del suo carattere. Agostino e Sandra, sua moglie. Un tutt’uno.
L’ho conosciuta quando l’ha conosciuta. Sempre presente, al campo durante gli allenamenti. Nelle trasferte, spesso a bordo dalla infaticabile e mitica 127 gialina, ad incitarci a bordo campo durante le gare. Nelle frugali cene a seguire, davanti ad un panino e abbondante birra a consacrazione della giornata prima del rientro.
Indissolubilmente presente quando in passato la malaria, contratta in Africa, ha messo a dura prova il fisico di Agostino. Non lo spirito, non la voglia e la determinazione di farcela, di uscirne vincitore, pronto per nuove avventure nel mondo. Presente più che mai nell’ultimo periodo, ottimista ma consapevole della gravità della malattia.

Dopo il diploma di laurea ISEF e la Specializzazione in Sostegno, l’insegnamento ed i viaggi sono diventati la missione di vita di Agostino.
Docente di scuola secondaria di primo grado, per anni ha alternato l’incarico di vicepreside dell’Istituto Comprensivo di Valeggio sul Mincio alla realizzazione di viaggi di studio a interesse naturalistico, antropologico e culturale con all’attivo più di cento Paesi visitati. La sua grande passione di viaggiatore e, come detto, un passato di atleta a livello nazionale, lo hanno portato inoltre a coordinare trekking nel deserto e spedizioni alpinistiche in tutti i continenti.
Si è occupato di progettazione nella scuola – dall’inclusione alle attività motorie, dalla geografia alla sostenibilità -, mettendo a disposizione le sue competenze di insegnante di sostegno e l’esperienza trentennale di coordinatore di viaggio.
Luisa Fazzini, sua collega insegnante a Valeggio dal 2001, lo ricorda così.
“Il vero viaggio inizia dalla mente, quando il quotidiano assume un altro significato, i nostri pensieri sono proiettati verso il luogo da raggiungere e le emozioni iniziano a farsi più intense. La mente è già in viaggio prima che anche il corpo prenda la strada” Agostino Falconetti, Raccontare la geografia, Erickson.
Quando l’esperienza di viaggiatore di Agostino ha incontrato la scrittura e la scuola la sua visione del mondo ha preso la forma di un testimone da passare.
Sapeva che comprendere il valore della Bellezza genera un istinto innato alla tutela perché noi proteggiamo ciò che amiamo. Aveva sperimentato come l’ascolto apra alle culture diverse e crei la ricchezza dell’anima. Aveva viaggiato tantissimo non solo attraverso gli spazi geografici, ma anche del pensiero, leggendo e riflettendo sulle righe di viaggiatori, scrittori e poeti che avevano catturato qualche frammento dell’essenza del nostro vivere in connessione con i luoghi. E poi negli ultimi anni aveva deciso che era arrivato il momento di fermare su carta il significato della passione di una vita e di trasmetterlo alle future generazioni.

La formazione dei ragazzi all’incontro con l’Altro e con l’Altrove è diventata allora la sua eredità spirituale. Raccontava nelle lezioni che quando ti innamori di un luogo è perché la bellezza è entrata dentro di te, un passo dopo l’altro, con lo sguardo verso le nuvole che scorrono, il silenzio della foresta, il saluto di uno sconosciuto, lo stupore davanti a un’opera d’arte, la musica di un artista di strada, la meditazione davanti ad un panorama.
Ha strutturato gli ultimi viaggi di Avventure nel Mondo come una prova sul campo di un muoversi con finalità didattiche. Essere docente della meraviglia gli illuminava lo occhi nel parlare coi ragazzi e lo rendeva orgoglioso dell’avere un insegnamento da portare. Percepire, emozionarsi, rispettare, dialogare erano i verbi che preferiva usare per dire quanto il viaggiare lo avesse reso l’uomo che era e quanto fosse grato al nostro Pianeta e ai suoi popoli per questo. La differenza tra turista e viaggiatore, il turismo sostenibile e responsabile, il valore del viaggio erano i suoi punti di riferimento.
Aveva trasfuso anche nella saggistica per docenti di importanti case editrici, nei corsi di formazione, negli articoli per le riviste, nelle serate di incontri con scrittori il pensiero costante di una testimonianza da condividere.
Era un autentico viaggiatore , era un docente speciale e stava dando un volto nuovo all’insegnamento della geografia. La consapevolezza della malattia lo rammaricava nel non riuscire a concretizzare tutte le sue nuove idee. Ma con una determinazione esemplare ha continuato a dedicare ogni sua residua energia a quella che ormai considerava una missione. Aveva trovato il suo senso e la sua traccia da lasciare che nella conclusione di una vita è il dono più grande che si possa fare a chi rimane.
Il 3 giugno Agostino avrebbe compiuto 61 anni.
Ci ha lasciato presto, troppo presto.
Ci ha lasciato, di sé, tanto. Davvero tanto.
I funerali di Agostino Falconetti si tengono oggi 31 maggio alle ore 15.30 nella chiesa parrocchiale di San Giorgio in Salici. Ai parenti e ai tanti che gli hanno voluto bene vadano le condoglianze del Baco.
