19 aprile 1990, trent’anni fa come oggi. Un gruppo di giovani ragazzi, provenienti da precedenti esperienze di volontariato in realtà di pubblica assistenza della Provincia di Verona, decidono di rimboccarsi le maniche e provare a dare vita, proprio sul territorio di Sona, ad un nuova Associazione.
L’Amministrazione Comunale era retta dalla Giunta del Sindaco Angelo Boscaini ed era alla prese con la necessità di costituire un gruppo di Protezione Civile Comunale. Coinvolti nel progetto, oltre al Sindaco, l’Assessore competente, alcuni funzionari comunali e alcuni cittadini già attivi nel mondo del volontariato. Ecco comparire quindi, in questo scenario, un manipolo di giovani molto attivi che portano la loro proposta di provare a dare vita ad una nuova realtà. L’anno prima una cittadina di Sona, Maria Elena Cinquetti, scompare a causa di una malattia che non le lascia scampo. La famiglia, rappresentata dal capostipite Bruno Cinquetti, decide, con grande lungimiranza, di rendere disponibile una somma da destinare al bene della comunità.
Ecco quindi combinarsi una serie di fattori che hanno rappresentato l’innesco perfetto per la nascita di una nuova associazione che assumerà il nome S.O.S. Servizio Operativo Sanitario. I giovani sopra citati provenivano da esperienze di volontariato nel soccorso in ambulanza. Erano tempi, tanto per capire, in cui non esisteva ancora il numero unico dell’emergenza 118 e le postazioni di soccorso con ambulanza erano presenti solo negli ospedali. Pochi mezzi e male dislocati su territorio.
Come finalizzare quindi questa importante eredità di Maria Elena? La soluzione più naturale fu acquistare una ambulanza e destinare il mezzo alla neonata associazione. Una scommessa vera e propria, un atto di fiducia che ora, a distanza di 30 anni, possiamo affermare, con assoluta certezza, essere stato posto sull’idea e sulle persone giuste. La connotazione assunta dalla postazione di pronto intervento di Sona, assume sin da subito un ruolo primario.
Immediatamente dopo la nascita del servizio viene stipulata una Convenzione con l’allora ULSS26 di Bussolengo (divenuta poi ULSS22, in seguito unica ULSS9 della provincia di Verona) per la medicalizzazione dell’ambulanza. La postazione diventa quindi un presidio costituito da volontari e medico, attivi la notte durante la settimana e H24 nei fine settimana. Connotazione che verrà mantenuta durante tutti i 30 anni di vita fino ad oggi. Dal luglio 2018, in occasione della riorganizzazione delle postazioni emergenza attuata dalla ULSS9, il presidio di Sona diventa postazione di emergenza medicalizzata H24.
Il 19 Aprile 1990 è l’inizio di una avventura che porterà una neonata associazione, nel corso dei 30 anni successivi, a diventare un pilastro dell’associativismo della Comunità. Un crescendo continuo di contenuti, offerte di servizio, numero di volontari di mezzi e strumenti, progetti, relazioni e presenza nei bisogni sociali. Un valore materiale dato dal valore economico di attrezzature e mezzi a disposizione, ma soprattutto un valore umano che è un patrimonio della Comunità di Sona.
Nel crescendo continuo di S.O.S. SONA altre tappe importanti contrassegneranno la progressione dell’Associazione: nel 2004 la costituzione del nuovo nucleo di Protezione Civile, altro fiore all’occhiello dell’organizzazione. Nel 2015 la costituzione della Squadra Tecnica quale supporto operativo alle manifestazioni per attività antincendio e Addetti alle Segnalazioni Aggiuntive nelle gare sportive. Nel 2019 infine, in collaborazione con l’Amministrazione Comunale di Sona, la nascita del servizio dei Trasporti Sociali. Ereditato dalla gestione diretta dei Servizi Sociali del Comune, gestito in collaborazione con altre realtà di volontariato locali, dal 01 Gennaio 2020, attraverso un incarico di servizio dell’Ente Pubblico al S.O.S., è diventato il quarto pilastro dell’operatività dell’associazione. Un crescendo continuo quindi e per certi versi inarrestabile di contenuti, valori, progetti, risultati, credibilità e radicamento territoriale.
Cosa è diventata, a distanza di 30 anni, questa Associazione è completamente percepibile in queste settimane di emergenza coronavirus. E’ agli occhi di tutta la cittadinanza il lavoro svolto quotidianamente dai volontari del S.O.S. sul territorio di Sona. Per certe versi proprio ora è possibile recepire tutte le qualità di organizzazione, di flessibilità e duttilità di cui l’organizzazione ha saputo dotarsi in questi sei lustri.

Fino a qualche settimana fa tutte le linee di servizio erano visibili disgiuntamente tra di loro nel momento di azione. Fatte salve situazioni di reale emergenza locale o nazionale in cui i volontari in arancio sanitari lavorano a stretto contato con i volontari di protezione civile in giallo o in caso di esercitazioni. In queste settimane di grave emergenza l’Associazione ha messo in campo contemporaneamente tutto il repertorio a propria disposizione , creando una sinergia operativa la macchina Comunale di assoluta eccellenza. L’affetto spontaneo che tutti i concittadini di Sona, l’Amministrazione Comunale e tutte le persone vicine a vario titolo alla associazione hanno tributato a questa realtà in queste settimane è stato travolgente, unico, speciale, umanamente straordinario.Un autentico “pieno di energia” per un futuro che si prospetta altrettanto impegnativo ma umanamente gratificante.
Bruno Cinquetti, padre fondatore, non è più tra noi. Nel suo animo di grande mecenate e visionario sociale, sarebbe estremamente orgoglioso nel vedere cosa è diventata la creatura a cui ha dato vita. Ne sono certi al S.O.S., lui l’aveva già immaginata così nel 1990.
Sotto un logo rappresentato dal nome S.O.S. è nato qualcosa di speciale. Attorno ad una idea è nato un progetto di successo. Dalla sofferenza per la perdita di una figlia e di una sorella è nata una realtà che sta scrivendo una pagina di storia del volontariato straordinaria. E’ stato piantato un seme che ha generato passione, gioia, ideali, impegno, esempio. Ha permesso a tante persone di esprimere talenti inespressi o soffocati, ha saputo convogliare sotto di se professionalità e competenze parte del bagaglio professionale e culturale dei propri volontari e farle diventare valore aggiunto, ha dato la possibilità di portare alla causa del volontariato donazioni economiche importanti e relazioni di grande spessore umano, ha dato il là a brillanti carriere di medici e infermieri, ha dato vita anche a nuove famiglie nate spontaneamente tra i volontari. Un seme che ha dato la possibilità a più di 2000 persone di esprimere il proprio sentire, il proprio donare qualcosa di se al prossimo, il proprio voler mettersi al servizio dell’altro, l’esprimere concretamente il proprio senso civico. Un seme che ha permesso di dare impulso alla coesione tra le associazioni di volontariato del Comune di Sona e non solo, che ha portato alla nascita di reti associative che operano in sinergia tra di loro.

Alberto Cinquetti, storico Presidente del S.O.S. nonché fratello di Maria Elena e figlio di Bruno, un giorno ha rilasciato una testimonianza che dice così: “Se dovessi date un titolo alla storia del S.O.S. sceglierei questo: dal dolore alla condivisione del dono. Il S.O.S. è servizio impegno e disponibilità. Il S.O.S. è apertura, amicizia, partecipazione. Il S.O.S. è libertà, fiducia, gioia. Il S.O.S. è serietà, trasparenza, consapevolezza. Il S.O.S. è opportunità, crescita, dono reciproco. Il S.O.S. è anche soffrire insieme, fare festa insieme, camminare insieme tenendosi per mano. Il S.O.S è entusiasmo, vitalità, speranza. Il S.O.S. è unità, giovinezza, umanità”.
Nel logo creato appositamente per i 30 anni è stato inserito uno slogan che dice così: “Da 30 anni Essere ed Esserci per la Comunità. Nell’oggi cammina già il domani”. Se l’oggi è costellato da sofferenza e paura per il futuro ma anche dalla solidarietà diffusa a cui stiamo assistendo, può essere che avremo un futuro migliore. Il volontariato è uno strumento straordinario per dare vita a questa speranza.
Auguri per altri cento di questi trent’anni caro S.O.S!