Da qualche giorno l’Italia intera si è unita idealmente intorno al letto d’ospedale di Alex Zanardi, vittima di un grave incidente in handbike. Il famoso campione di sport bolognese sta lottando disperatamente in terapia intensiva, ancora una volta. Sì, perché la vita di Zanardi non è stata facile, dal momento che quello di oggi non è l’unico tragico incidente della sua carriera. Il primo gli ha portato via per sempre le gambe e avrebbe potuto rubargli anche il sorriso e la voglia di vivere.
Invece, come si racconta in “Volevo solo pedalare”, Zanardi è riuscito a nascere nuovamente grazie alla handbike, che gli ha permesso di continuare ad essere uno sportivo e a realizzare i suoi sogni.

Il 15 settembre 2001, durante una gara di Indycar fu ad un passo dalla morte, ma sopravvisse con meno di un litro di sangue in corpo per cinquanta minuti, subendo poi l’amputazione delle gambe in un ospedale di Berlino. Per Zanardi la strada sembra essere da sempre maledetta: prima dello schianto in quella gara, aveva già perduto la sorella in un incidente automobilistico.
In seguito l’handbike è diventata per lui una seconda opportunità sportiva ed è stata una scoperta casuale: si racconta che si sia incuriosito dopo averne vista una da un amico e abbia deciso di provare a spingere con le braccia sui pedali, sviluppando una grande passione, che lo ha portato a vincere i Giochi Paralimpici, vari titoli mondiali e medaglie di ogni tipo.
“Avevo due possibilità – ha dichiarato – rinunciare o cercare di appassionarmi ad un nuovo progetto. Ho scelto la seconda, perché nello sport avevo capito che la cosa più bella è lavorare al progetto più che raggiungerlo. Oggi sono una persona molto felice, talmente felice da dire che l’incidente è stata la cosa più bella che mi potesse capitare.”
Zanardi è diventato un modello non solo sportivo ma soprattutto umano: simbolo di lotta, di forza di volontà, di impegno, di solidarietà, di autoironia. Ecco perché tutti stanno facendo il tifo per lui ora, perché sperano di rivedere quegli occhi chiari riaprirsi meravigliati sul mondo.
Quando mi sono risvegliato senza gambe ho guardato la metà che era rimasta, non la metà che era andata persa.
La scheda
“Volevo solo pedalare” di Alex Zanardi con Gianluca Gasparini, Rizzoli, 2016, pp. 263.