La Recensione
“V13” è l’ampliamento degli articoli comparsi a cadenza settimanale su vari quotidiani europei, in cui Carrère racconta in tre passaggi (le vittime, gli imputati, la Corte) il processo contro i complici e l’unico sopravvissuto dei colpevoli delle azioni terroristiche al Bataclan, allo Stade e France e in alcuni bistrot a Parigi nel novembre 2015. In tutto sono morte centotrenta persone e trecentocinquanta sono rimaste ferite.
Carrère ha seguito personalmente per nove mesi le testimonianze strazianti dei sopravvissuti, dei parenti e degli amici dei morti, e poi degli imputati, con lo scopo di analizzare questa tragedia, cercando di sondare l’animo umano, sia quello del terrorista che uccide con sadismo sia quello della vittima traumatizzata.
Il lettore lo segue rimanendo pietrificato, alternando orrore, pietà, compassione, rabbia e smarrimento, sempre cercando spasmodicamente tra le pagine di trovare un senso, di comprendere cosa scatti nelle menti furiose e sadiche degli assassini, capaci di eliminare in nome della religione un numero grandissimo di giovani vite.
Ci si chiede anche come si possa ricominciare a vivere dopo una tragedia simile, anche semplicemente camminare per strada, frequentare un locale, avere fiducia in qualcuno, studiare, costruirsi una carriera, una famiglia, un’idea di futuro.
Carrère, che è un narratore straordinario, non scivola mai nel patetismo, resta lucido nel suo resoconto e nelle sue osservazioni, eppure non è distaccato, ma la sua scrittura solleva continuamente dubbi e fa traballare le nostre certezze e la nostra idea di giustizia.
Uno sforzo immane, ma accompagnati da uno scrittore che viaggia insieme a noi, che si pone le stesse domande, che rimane sconcertato di fronte ad alcune testimonianze. Carrère ha infatti dichiarato che dopo il processo e la scrittura di questo libro sente di non essere più lo stesso.
“V13” non è una lettura facile, soprattutto nella prima parte, in cui sono presenti le dichiarazioni molto crude dei sopravvissuti, ma è un libro che risulta necessario, in cui si sente il profondo rispetto che l’autore prova per ciascuno di loro.
Sono pagine ricche di umanità e ci ricordano che, vittime o carnefici, siamo tutti uomini e che in una società civile la giustizia non deve essere considerata mai, nemmeno di fronte a eventi tragici come questo, una forma di vendetta.
“Questo è ciò che è, o dovrebbe essere un processo: all’inizio si depone la sofferenza, alla fine si rende giustizia”.
La Scheda
“V13” di Emmanuel Carrère, Adelphi, 2023, pp.267.