Il libro: “Svegliami a mezzanotte” di Fuani Marino. Storia di una caduta e di una rinascita

La Recensione

“Era metà pomeriggio e Nuccia, la signora del secondo piano, preparava la cena davanti al suo sceneggiato tv. […] Quando vide cadere un sacco nero dall’alto. Quel sacco nero ero io. Il mio corpo, fasciato da leggings e maglietta scuri, complice la velocità nel volo di dodici metri, le era sembrato un sacco della spazzatura.”

Questo libro si apre con un’immagine agghiacciante: una donna si trova in cucina e vede qualcosa di scuro precipitare giù dalla palazzina in cui abita. Si indigna all’istante perché crede si tratti di un sacco dell’immondizia e invece è un corpo, quello dell’autrice, che ha tentato il suicidio buttandosi dal balcone in una calda giornata d’estate.La giornalista Fuani Marino,  racconta in maniera diretta e asciutta il suo tentativo di farla finita, quando è una giovane donna, moglie e madre da soli quattro mesi. Dopo la descrizione del gesto estremo, che la costringerà ad una lunga degenza, varie cicatrici e interventi successivi, la storia torna indietro, a com’era la vita prima, quando la depressione è iniziata, quando c’è stata la diagnosi e la terapia, i pregiudizi e la sofferenza, ma anche la speranza di accettarsi ed essere accettata dai cosiddetti “sani”, lottando ogni giorno.

La copertina del libro.

Il pregio di questo libro, che cattura fin dalle prime righe, è quello di essere una testimonianza lucida, dove la protagonista non si concede alibi, dove non c’è ombra di autocommiserazione. La Marino, quando compie il gesto estremo, apparentemente ha tutte le carte in regola per essere felice: bellezza, giovinezza, soldi, un marito e una figlia. Perciò il lettore, di fronte al tentato suicidio per prima cosa si chiede perché, cerca risposte che permettano di dare una spiegazione logica a ciò che sembra incomprensibile ed ingiustificabile, contro natura.

Tuttavia è impossibile cogliere cosa spinga una persona a farla finita se non si conoscono minimamente i mostri orribili con cui questa convive ogni giorno. Per Fuani Marino si tratta di una depressione e un disturbo bipolare che insorgono quando è ancora una ragazza e si acuiscono post partum. Leggendo la sua storia, appare evidente come siano ancora fortemente radicati i pregiudizi a proposito della malattia mentale e come la società tenda a nascondere, a vergognarsi di coloro che sono malati di depressione, anche a minimizzare il problema.

Lo conferma l’uso di certe parole. Spesso ci serviamo di alcune espressioni con estrema leggerezza, basti pensare a quando ci definiamo “depressi” la domenica sera, al pensiero di tornare al lavoro il giorno successivo, o quando, per esprimere il nostro fastidio a proposito di un’attività che vorremmo evitare, diciamo che piuttosto ci “taglieremmo le vene”. Quanto poco rispetto esiste nei confronti della malattia quando diamo del “fuori di testa” o del “pazzo” a qualcuno con tanta facilità?

Molti hanno chiesto all’autrice se era proprio sicura di volersi esporre così tanto, se non fosse meglio usare uno pseudonimo oppure addirittura tacere, anche per preservare la figlia Greta. Secondo la Marino, però, “tacere sulle cose che ci sono accadute è un po’ come tradire se stessi”.

Quindi decide di non nascondere il suo problema ma di uscire allo scoperto, di raccontare cosa significhi soffrire di questi disturbi, quanto sia fondamentale non minimizzare ma dare il giusto nome alla malattia, testimoniando anche al posto di chi non riesce a venire allo scoperto, per aiutare, per far sentire meno sole le persone che hanno vissuto esperienze simili, anche perché ritiene sia molto più facile di quel che si pensi scivolare nel “piano inclinato” della sofferenza psichica.

E poi sono caduta, ma non sono morta.

La Scheda

“Svegliami a mezzanotte” di Fuani Marino, Einaudi, 2019, pp. 168.

Nata a Verona nel 1977, si è diplomata al liceo classico e ha conseguito la laurea in Lettere presso l'Università di Verona. Sposata, con due figli, insegna Lettere presso il Liceo Medi di Villafranca. Lettrice appassionata, coordina il Gruppo Lettura della Biblioteca di Sona.