Trama e Recensione
Il breve romanzo di Uri Orlev racconta l’Olocausto attraverso la storia di un ragazzino ebreo di circa undici anni, Alex, che durante la Seconda Guerra Mondiale rimane solo nel ghetto di Varsavia svuotato dai nazisti.
La città è divisa in due: il settore polacco è separato dal ghetto da alte mura; la madre è sparita nel nulla mentre il padre viene presto catturato dalle SS e mandato verso una destinazione sconosciuta. Alex si rifugia in un palazzo abbandonato, al numero 78 di Via degli Uccelli, in cui rimane nascosto tutto il giorno e da cui esce furtivamente solo di notte per cercare del cibo.
Uri Orlev definisce il protagonista come “una sorta di Robinson Crusoe in una città vuota: per sopravvivere prende dalle altre case ciò che gli serve come Robinson lo prendeva dai relitti di altre navi sospinte sulla spiaggia dalle onde”. Il ragazzino vive senza dubbio una vera e propria prova di sopravvivenza da solo, armato di coraggio e di istinto, cercando di rimanere invisibile agli occhi dei soldati,degli sciacalli, dei civili che vivono al di là del muro, a pochi metri da lui. Questa storia di formazione racconta le atrocità perpetrate dal nazismo senza spaventare, con una certa delicatezza e senza mai chiudere la porta alla speranza. Per questo, accanto a testimonianze molto diverse, più forti e storicamente più significative come il Diario di Anna Frank,
“L’isola in via degli Uccelli” si dimostra una lettura adatta ai preadolescenti. La storia di Uri Orlev è solo in parte autobiografica, ma il giovane Alex, che sopravvive nel ghetto di Varsavia in solitudine tra le case vuote e alcuni disperati come lui, con un topolino per amico e la speranza di rivedere il padre nel cuore, è davvero un personaggio splendido, che porta con sé un grande messaggio di coraggio e amore per la vita.
Spesso aprivo con precauzione le lamelle della presa d’aria, prendevo il binocolo e osservavo la strada del settore polacco al di là del muro. Era come vivere su un’isola deserta. Invece dell’oceano avevo intorno a me gente e case, ma sebbene paressero vicini, erano in realtà infinitamente lontani.
Uri Orlev è nato a Varsavia nel 1931. Quando scoppiò la Seconda Guerra Mondiale suo padre, ufficiale medico dell’esercito polacco, fu catturato nel fronte russo. Dopo che i nazisti uccisero la loro madre, Orlev e suo fratello vissero per un po’ nascosti nascosti finchè nel 1943 furono imprigionati e condotti a Bergen-Belsen, da dove furono liberati nell’aprile del 1945 dagli americani. Ora vive a Gerusalemme e scrive fin dagli anni Settanta, dedicandosi alla letteratura per ragazzi.
Ha vinto numerosi premi nazionali e internazionali, tra i quali nel 1996 il prestigioso premio Andersen.
La Scheda
“L’isola in via degli Uccelli” di Uri Orlev, Salani, 1998, pp. 155.