Il libro: “Ogni mattina a Jenin” di Susan Abulhawa, un romanzo nel dramma del conflitto tra israeliani e palestinesi

La Recensione

Il conflitto tra israeliani e palestinesi non è storia recente, ma ha radici lontane e ha portato ad una situazione molto complessa, fatta di intolleranza ed aggressioni reciproche continue, che dalla metà del secolo scorso continuano a impedire il dialogo tra i due popoli.

In questi giorni la Striscia di Gaza è di nuovo bagnata di sangue. Non è semplice capire e districarsi tra il torto e la ragione, tra i diritti che israeliani e palestinesi per ragioni diverse rivendicano ma dobbiamo comunque condannare fermamente l’orrore degli attacchi di questo inizio d’ottobre e provare a conoscere meglio quella realtà, anche attraverso le testimonianze ed i racconti di chi quella sofferenza l’ha conosciuta da vicino, ascoltando i diversi punti di vista.

Susan Abulhawa, l’autrice del romanzo, è di origine palestinese. La sua era una delle tante famiglie costrette a scappare dopo la Guerra dei Sei giorni. Ha vissuto parte dell’infanzia in orfanatrofio a Gerusalemme, fino a quando da adolescente ha raggiunto gli Stati Uniti, dove si è stabilita, ha studiato e lavora.

Il suo romanzo d’esordio, del 2011, narra la storia di alcune generazioni di palestinesi obbligati ad andarsene dalla propria terra dopo la nascita dello stato di Israele e a vivere la triste condizione di “senza patria”. La protagonista è Amal, la brillante nipotina del patriarca della famiglia, che ci fa conoscere la storia della Palestina, intrecciata alle vicende di una famiglia che passa attraverso esilio, guerra, campi profughi, distacchi dolorosissimi e morte.

L’autrice, attraverso questa storia, non vuole puntare il dito su Israele, ma sottolineare come le vittime di questo conflitto in fondo siano tutte uguali e che solo il dialogo possa cambiare le cose. La pace e la riconciliazione possono divenire realtà solo con l’ammissione dei torti commessi.

“Nasciamo tutti possedendo già i tesori più grandi che avremo nella vita . Uno di questi è la tua mente , un altro è il tuo cuore . E gli strumenti indispensabili di queste ricchezze sono il tempo e la salute . Il modo in cui userai i doni di Dio per aiutare te stesso e l’umanità sarà il modo in cui gli renderai Onore. Io ho cercato di usare la mente e il cuore per tenere il nostro popolo legato alla propria storia , perché non diventassimo creature senza memoria che vivono arbitrariamente in balia dell’ingiustizia”.

La Scheda

“Ogni mattina a Jenin” di Susan Abulhawa, Feltrinelli, 2013, pp. 400.

Nata a Verona nel 1977, si è diplomata al liceo classico e ha conseguito la laurea in Lettere presso l'Università di Verona. Sposata, con due figli, insegna Lettere presso il Liceo Medi di Villafranca. Lettrice appassionata, coordina il Gruppo Lettura della Biblioteca di Sona.