La Recensione
“Le madri non dormono mai” è romanzo corale, dove protagonisti sono gli invisibili della nostra società. La storia è ambientata infatti in un Icam, un Istituto a Custodia Attenuata per detenute Madri.
In strutture come questa i bambini possono trascorrere i primi anni con la loro mamma, in spazi che non ricordano eccessivamente un carcere vero e proprio. La finalità è quella di evitare il più possibile traumi e problemi legati alla sfera emotiva durante la crescita dei minori, ma è ovvio che, per quanto queste strutture si sforzino di essere accoglienti, all’interno vivono pur sempre donne che si sono macchiate di reati e quindi i figli non possono fare una vita “normale”: stanno sempre tra le sbarre, in spazi limitati, dove l’unica concessione è quella di andare a scuola con un pullman apposito e ogni tanto giocare in un parco, scortati dagli educatori.
Nel romanzo Marone ci racconta, alternandole, le storie di varie detenute, che per ragioni diverse si trovano a scontare una pena più o meno lunga. Tra queste c’è la giovane Miriam e suo figlio Diego, il vero protagonista. Ha nove anni e prima di entrare in carcere se l’è dovuta vedere ogni giorno con i bulletti del quartiere napoletano in cui è cresciuto per colpa dei suoi chili di troppo e della sua scarsa autostima. Suo padre è in carcere e Diego non ha parenti prossimi che possano prendersi cura di lui, perciò vive dentro l’Icam. Ma lì trova paradossalmente un posto in cui si sente al sicuro e dove viene stimato dagli altri bambini presenti; essendo il più grande, funge da fratello maggiore e da guida per molti di loro, costretti a vivere da reclusi.
Questo libro, coinvolgente e straziante, ha il merito di fare luce sulla questione carceraria ed in particolare sulla vita reale delle detenute madri. E’ nato dopo che il suo autore ha visitato l’Icam di Lauro, in provincia di Avellino, nel 2021.
Lì ha potuto conoscere alcuni bambini ma anche chi cerca di trovare delle soluzioni dignitose, che permettano loro di non vivere l’infanzia da reclusi. Il romanzo “è dedicato ai bambini di Lauro, a tutti i bambini sfruttati e invisibili, emarginati e schiavi”, […] a chi m’ha insegnato a portare fiducia e rispetto per il prossimo, a chi mi ha educato ad avere affetto e attenzione per gli ultimi e non per i vincenti”, scrive Marone nei ringraziamenti finali.
“Le madri non dormono mai”, più in generale, ci fa riflettere sul concetto di libertà, sulle carceri e le gabbie che spesso tutti abitiamo senza saperlo, che scegliamo senza rendercene conto e da cui poi veniamo stritolati, privati di desideri, speranze, ambizioni senza avere sconti di pena, senza poter fuggire dalla finestra calandoci con un lenzuolo per scappare all’infelicità che ci mangia vivi dentro.
L’autore ci invita a guardare meglio alle nostre vite e a quella di chi ci gravita accanto, ad essere più delicati e sensibili nei confronti degli altri perché non possiamo sapere, anche quando crediamo il contrario, le loro verità e le loro sofferenze.
“L’unico modo di sfuggire alla condizione di prigioniero è capire com’è fatta la prigione”.
La Scheda
“Le madri non dormono mai” di Lorenzo Marone, Einaudi, 2022, pp.352.