La Recensione
“La mia prediletta” è un thriller psicologico, che rappresenta il romanzo d’esordio della scrittrice tedesca Romy Hausmann. La trama prende spunto da reali fatti di cronaca nera legati a donne rapite e tenute segregate, in particolare alla storia vera della figlia di Joseph Fritzl.
Il libro inizia col ritrovamento, a Monaco di Baviera, di una giovane donna vicino ad un bosco, dove è stata investita da un’auto mentre scappava chissà da cosa. Quando giungono i soccorsi è svenuta, ferita e non ha nulla con sé che attesti la sua identità, se non una bambina, che si presume sia la figlia.
La piccola non conosce l’indirizzo di casa, non sa fornire il nome del padre e sostiene di vivere in una capanna, dove la sua famiglia deve nascondersi per non farsi trovare. Della madre conosce solo il nome di battesimo: Lena.
La polizia, di fronte alla rivelazione di questo nome, crede di poter collegare la giovane sconosciuta appena investita alla scomparsa, quattordici anni prima, di Lena Beck, presumibilmente rapita e mai più ritrovata. Ma troppe cose non tornano e ciò che viene ritrovato nella capanna rende le indagini ancor più intricate.
Grazie al ritmo sostenuto e ai continui colpi di scena, il lettore resta incollato alle pagine nel tentativo di districarsi tra le fantasie infantili e le bugie degli adulti, percependo in modo netto tutte le emozioni provate da chi era rinchiuso nella capanna-prigione, in primis la sensazione di claustrofobia.
“La tristezza non è una bella sensazione. Me la immagino come un animaletto con tanti dentini aguzzi, che sta nel nostro corpo. Per la maggior parte del tempo dorme, ma a volte si sveglia e ha fame. Si sente proprio che comincia a rosicchiarti il cuore. Non fa così male da gridare, ma si diventa più deboli e si vorrebbe solo riposare”.
La Scheda
“La mia prediletta” di Romy Hausmann, Giunti, 2022, pp.352.