“Il jazz ci fa sentire pienamente noi stessi”. I Note Time si raccontano, tra musica e amicizia

Da un paio di anni a questa parte, Villafranca balla sulle note jazz di un gruppo di cinque giovani musicisti che con la loro passione ed energia rendono frizzante l’aria del paese e non solo.

Si tratta dei Nota Time, una band composta da Luca Manfredi alla batteria, Simone Rigoni alla tromba, Elia Masotto al contrabbasso, Niccolò Braggio al sassofono e Francesco Bozzola alla chitarra.

Come è nata la vostra passione per la musica?

“Un ruolo fondamentale l’ha giocato l’ascolto dei grandi musicisti del passato come Louis Amstrong, Charlie Parker o Wes Montgomerymi risponde Elia -, ma anche di grandi personaggi della musica più vicini a noi, ad esempio Dave Weckl. Naturalmente poi, ad aggiungere benzina sul fuoco è stato lo studio dello strumento stesso. La nostra grande fortuna è stata anche quella di aver trovato insegnati che sono riusciti a trasmetterci non solo la voglia e l’interesse di suonare e approfondire le nostre conoscenze sullo strumento, ma proprio l’amore e la passione per la musica in sé.”

Da dove vi è venuta l’idea di creare un gruppo?

“Una prima idea era stata abbozzata da me e Luca ancora nell’estate del 2017, quando ci trovavamo insieme all’annuale appuntamento a Perugia per tutti gli appassionati del genere, l’Umbria JazzRacconta Simone -. Durante la nostra permanenza lì, è nato il progetto di creare un gruppo. All’ iniziativa si sono uniti ben presto Elia, Francesco e Niccolò, e insieme abbiamo creato così, nel settembre del 2017, i ‘The Great Gatsby Jazzset’. Questo novembre però, per motivi di gusto e di complessità del nome che creava qualche difficoltà nella pronuncia ci siamo ribattezzati Note Time”.

Perché proprio il jazz?

Luca alza le spalle e mi spiega: “La scelta del genere è stata molto semplice dal momento che a tutti noi piace follemente questo genere. Inoltre vogliamo metterci in gioco per comunicare alla gente cosa proviamo quando suoniamo e come questo ci faccia sentire pienamente noi stessi, soprattutto durante i concerti. E come farlo se non attraverso della buona musica?”.

La musica vuole essere un futuro lavoro o rimanere una passione?

Si guardano tra loro sorridendo, poi Francesco si rivolge a me: “Il nostro obiettivo è far sì che la musica diventi una professione e che non resti solo una passione. Sappiamo perfettamente che il percorso è molto lungo e insidioso ma abbiamo molta voglia di impegnarci per riuscire non soltanto nel nostro obiettivo ma anche nell’appassionare la gente al jazz. Siamo consapevoli che non sarà un percorso facile, anche perché al giorno d’oggi il mondo della musica in Italia è piuttosto complicato: sono sempre meno i locali interessati ad investire in una band che suoni dal vivo a causa dei costi e dell’iter burocratico che comparta. Il solo lavoro del musicista spesso non è sufficiente così molti ricorrono all’insegnamento nelle scuole o in conservatorio… Ma non per questo rinunceremo al nostro progetto.”

Non sarà un percorso semplice ma i ragazzi hanno la grinta giusta di chi crede nei propri sogni e non si lascia mettere i bastoni tra le ruote neanche dal destino. Salutandoci Niccolò aggiunge: “Nel nostro percorso musicale ci sono già stati alti e bassi, ma non lasceremo che i momenti di sconforto ci buttino giù. Fino ad ora siamo sempre riusciti a superarli e continueremo a farlo, consapevoli che raggiungere un obiettivo non è mai facile e che grazie a questi periodi di difficoltà, oltre che noi, è cresciuta anche la voglia di suonare assieme. E siamo certi che questo sia solo l’inizio.”

Siamo fiduciosi che questi giovani jazzisti raggiungeranno i loro scopi perché, citando il grande John Lennon: “Un sogno che fai da solo rimane solo un sogno. Un sogno fatto insieme agli altri diventa realtà.” Ma questo i Nota Time lo hanno già capito.

Classe 2001 e terza di quattro fratelli. Diplomata in tempo di Covid presso il liceo classico Don Mazza e ora studentessa universitaria. Facile all’entusiasmo e appassionata. Nel suo piccolo cerca, e spera, di lasciare il mondo migliore di come lo ha trovato, secondo l’insegnamento scout.