Il Gruppo Scout di Lugagnano festeggia i venticinque anni. Una lunga storia che guarda al futuro

Il 24 febbraio di quest’anno si sono festeggiati i 25 anni del gruppo scout Lugagnano 1 e, prima che vi racconti la sua storia, è bene che sappiate qualche cosa base sullo scautismo.

Si è divisi in tre branche ognuna delle quali comprende una determinata fascia di età: nella prima ci sono lupetti e coccinelle che hanno dagli 8 ai 10 anni, nella seconda vi sono esploratori e guide dagli 11 ai 16 anni, nella terza branca ci sono due piccoli sottogruppi: il noviziato, con i ragazzi di 17 anni e poi il clan, con quelli dai 18 ai 21, ed entrambi sono formati da rover e scolte.

Infine c’è la comunità capi, che non è una branca ma è comunque fondamentale nel gruppo e comprende tutti coloro che, dai 22 anni in poi, desiderano restare nel mondo scout.

Lo scautismo in realtà fa capolino in paese di Lugagnano nel 1980, quando Don Eros Zardini, allora curato nella frazione  e oggi missionario in Argentina, lanciò la proposta scout insieme al capo scout veronese Bruno Rossi e ad alcuni genitori.

L’iniziativa fu accettata con entusiasmo e subito, con l’apertura delle attività in ottobre, tre ragazzi (Giampaolo Bendinelli, Guido Perina e Attilio Spada) decisero di provare l’esperienza con il clan del Verona 3, il gruppo di Borgo Milano che affiancò il nostro finché non fummo totalmente indipendenti.

scout lugagnano

Nel 1982 nacquero già le prime due squadriglie del reparto maschile e la prima di quello femminile: le riunioni si tenevano nel garage del parroco Don Mario Castagna e solo nel 2007 si passò all’attuale sede, dopo aver trascorso quasi vent’anni in quella affidataci dalla parrocchia.

A distanza di un anno dalla nascita delle nuove squadriglie i reparti divennero autosufficienti (a parte per i capi) e durante il loro primo campo autonomo impararono subito sulla loro pelle cosa volesse dire essere scout. Si verificarono infatti un paio di inconvenienti come le ripetute visite notturne di un sospetto cinghiale nei pressi delle tende ragazze e uno spettacolare e fortunatamente innocuo incendio.

Possiamo dire che la partenza non fu delle migliori, ma bisogna anche tenere conto che allora i capi erano dei volonterosi genitori, quindi con una formazione meno accurata di quella attuale. Ovviamente capitano ancora incidenti durante i campi, ma fortunatamente sono cose di poco conto: danni tranquillamente rimediabili.

Nel 1986 iniziarono le attività dei lupetti e si tenne la seconda route, il grande raduno nazionale, un evento a dir poco meraviglioso e ben poco frequente,  al quale ebbero subito la fortuna di partecipare i ragazzi del Lugagnano 1 di allora e che non si è più ripetuto fino alla scorsa estate.

Finalmente il 24 febbraio 1990 nacque ufficialmente il gruppo Lugagnano 1, staccandosi dal Verona 3. I censiti erano una sessantina mentre ora siamo più di centocinquanta, compresa la comunità capi con i suoi venticinque membri. Il Verona 3 continuò a fornire il suo sostegno come capi fino al ’99:  l’ultimo di essi fu l’indimenticabile Roberta Sala.

scout lugagnano 2015 (4)

Con la sua nascita, il gruppo giustamente si dotò del suo fazzolettone, che risulta essere blu con sulla destra i colori delle tre branche (giallo per lupetti e coccinelle, verde per esploratori e guide, rosso per rover e scolte), mentre sulla parte sinistra una riga gialla resta a ricordo e ringraziamento per il gruppo Verona 3 che ci ha aiutati a nascere e a crescere.

Da allora si sono tenuti diversi tipi di campi, quali il pellegrinaggio a Lourdes oppure quello a Santiago per i ragazzi del noviziato, quelli di servizio come a Palermo nei territori confiscati alla mafia, o il campo di gruppo a Weiler (Germania) nel 2010, in occasione del gemellaggio tra i due paesi, tutte esperienze che hanno dimostrato un forte spirito scout.

Quando dico di essere una scout, di solito gli adulti mi guardano con uno sguardo di apprezzamento, mentre i miei coetanei fanno una smorfia come per dire: “Quindi tu sei una di quei tipi che girano per strada con i pantaloncini corti anche se fuori c’è -2º ??? Bella roba…”.

In realtà sì lo so, non sembra un gran che. Anche io, come loro,  quando vedo degli altri scout per strada penso a chi ce lo faccia fare di uscire con quel freddo vestiti in quel modo, di farci cantare a squarcia gola tutti insieme  per non sentire il freddo o la fatica della camminata, infangarsi ogni anno fino ai capelli a un piovoso raduno per i Giochi di San Giorgio, che non regala mai una giornata soleggiata, a partire agitatissimi per un campo di quindici giorni dove sai che dovrai costruirti una piattaforma sopraelevata su cui dormire in tenda, farti da mangiare da solo, lavarti molto meno di quanto vorresti e dormire poco…

Ma nonostante questo lo facciamo, ci mettiamo dei pantaloni corti anche quando fuori nevica, cantiamo fino a restare senza voce per sollevare gli amici che sono stanchi e non ce la fanno più, ci infanghiamo però ridendo e poi con nostalgia ricordiamo le amicizie nate in quei due giorni

Ma soprattutto partiamo per quei quindici giorni con un pensiero fisso nella testa: “Ma perchè lo sto facendo?!”. Poi però, quando ti trovi lì non vorresti più tornare a casa e quando arriva il momento di smontare tutto ciò che hai tanto faticato per costruire, con gli occhi lucidi sleghi le legature e sistemi i pali, scendi dall’autobus quando arriva in piazza e vai incontro ai genitori sorridendo… però per un mese non fai altro che ripensare a quel campo in cui hai pianto, riso, ma soprattutto hai vissuto.

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