I migliori film del 2019 (a nostro insindacabile giudizio)

Mentre scorrono i titoli di coda dell’anno 2019, sta avvenendo il passaggio di consegne per l’avvento di un nuovo decennio. Il cinema ci ha regalato tantissime sorprese: linguaggi che sanno intrecciare il fattore artistico e l’intrattenimento, artisti che attraverso le loro interpretazioni sono in grado di stupire, capolavori che sanno incantare, coinvolgere, emozionare e far discutere il pubblico.

Ripercorriamo le principali uscite dei film distribuiti in Italia quest’anno e stiliamo un elenco (che è anche una classifica) di lungometraggi bellissimi e potenti (ovviamente, a nostro giudizio).

10. Avengers: Endgame, di Anthony e Joe Russo

Lo schiocco delle dita di Thanos ha spazzato via il 50% degli esseri viventi dell’intero universo. I pochi supereroi superstiti non reagiscono allo stesso modo in seguito al tragico evento apocalittico: c’è chi prova a ricominciare una vita, chi ci riesce e chi non perde le speranze e non smette di cercare nuove soluzioni.

Nonostante le tre ore di durata, grazie a un’ottima sceneggiatura e una sapiente regia il film intrattiene tantissimo. Inoltre, la scelta di dedicare (soprattutto nella prima metà) moltissime scene al dialogo piuttosto che all’azione rende Avengers: Endgame un film più adulto e ambizioso rispetto a tanti altri lungometraggi del genere, ma apprezzabile solamente da chi ha seguito le storie dei vari supereroi dall’inizio o ha da sempre letto i fumetti.

9. Tutto il mio folle amore, di Gabriele Salvatores

Tratto dal romanzo Se ti abbraccio non aver paura di Fulvio Ervas, il film racconta il viaggio che il padre Willy e il figlio Vincent, affetto da una forma di autismo fin dalla nascita, compiono nei Balcani.

Pur con una grammatica piuttosto lineare, Salvatores riesce a catturare il pubblico attraverso questo road movie ricco di emozioni. Un film bellissimo su scelte, normalità e amore.

8. Il Corriere – The mule, di Clint Eastwood

Ispirato a una storia vera, l’ormai novantenne Earl Stone a causa della non semplice conseguenza della crisi economica e di una globalizzazione che mette in ginocchio le attività economiche più piccole, accetta di diventare un corriere, iniziando a trasportare la merce di alcuni spacciatori.

Nonostante la veneranda età, Eastwood ripropone un film sempre giovane e fresco, che si burla del politicamente corretto e riesce allo stesso tempo a dipingere un ritratto fedele e struggente di un uomo insieme ai suoi pregi e ai suoi difetti.

7. C’era una volta a… Hollywood, di Quentin Tarantino

Nella Los Angeles del 1969 l’attore Rick Dalton (Leonardo Di Caprio) sta vivendo un momento in declino della sua vita professionale: da icona del cinema western e d’azione ad antagonista del b-movie di turno. Proprio accanto alla dimora di Rick si trasferiscono il regista Roman Polanski con la moglie Sharon Tate. Sarà proprio in quella zona residenziale che Tarantino rivisiterà (a modo suo) uno degli episodi di cronaca più cruenti e brutali di sempre.

C’era una volta a… Hollywood è probabilmente il film più autentico e singolare del regista americano, in quanto in una determinata prospettiva si colloca fuori dal coro rispetto a tutti gli altri suoi film, mentre sotto un altro punto di vista è il più tarantiniano di tutti.

6. Cena con delitto – Knives Out, di Rian Johnson

Un investigatore indaga su un omicidio avvenuto poco dopo una cena presso la dimora della ricca famiglia Thrombey, in cui tutti hanno un potenziale movente.

Grazie alla presenza di un cast corale il regista Johnson confeziona un ottimo giallo in pieno stile Agatha Christie, in cui non mancano divertimento e colpi di scena.

5. Noi, di Jordan Peele

Durante una vacanza con suo marito e i suoi due figli Adelaide inizia ad avvertire che qualcosa non va. La sera stessa si accorge della presenza di quattro sagome davanti all’ingresso della loro casa, che si riveleranno persone fisicamente uguali a loro e dotate delle peggiori intenzioni.

Nel film di Peele non c’è spazio per la scienza o la razionalità, in quanto la bellezza ed il punto di forza del film stanno nei messaggi filosofico-sociali trasmessi. Il film approfondisce quel ceto medio alto che incarna il benessere materiale generato dalla ricchezza, privo di valori o di un’etica. Un horror atipico e intelligente.

4. Green Book, di Peter Farrelly

Rimasto senza lavoro, l’italo americano Tony accetta di lavorare come autista per il pianista di colore Don Shirley, accompagnandolo nel sud degli Stati Uniti, dove il razzismo è fortemente radicato. Una strana coppia: un autista bianco ed un passeggero nero.

Green Book è un film intelligente, sempre attuale ma non politico. Un film che offre allo spettatore la possibilità di ridere, commuoversi e riflettere. Un esempio di grande cinema.

3. Marriage story – Storia di un matrimonio, di Noah Baumbach

Charlie e Nicole sono rispettivamente un regista di teatro e un’attrice e stanno vivendo una fase cruciale del loro rapporto: il divorzio e un’analisi su come l’amore abbia influenzato il loro matrimonio.

Un film intenso, bellissimo e struggente: la naturalezza e la delicatezza degli attori, gli emozionanti primi piani e la sofisticata grammatica cinematografica rendono Marriage story un vero e proprio gioiello della settima arte.

2. The Irishman, di Martin Scorsese

Il regista Martin Scorsese pone lo spettatore di fronte a un’opera sontuosa e titanica: in tre ore e ventinove minuti di durata viene raccontato tantissimo sia nella forma sia nella sostanza. La narrazione si sviluppa nell’arco di circa quarant’anni di storia americana, in un continuo gioco di flashback e voce narrante fuori campo, che descrive e talvolta anticipa gli eventi.

The Irishman, visibile sulla piattaforma di streaming Netflix, è un film che richiede predisposizione e concentrazione da parte dello spettatore: le tre ore e mezza di durata sono necessarie non solo per fini narrativi, ma anche per assaporare un’altra grande e straordinaria lezione di cinema.

1. Joker, di Todd Phillips

Una serie di episodi, come un effetto domino, condurranno l’ardua e misera vita di Arthur Fleck a un punto di non ritorno, trasformandolo da fragile individuo a spietato clown killer. E il suo gesto non passa inosservato all’interno del tessuto sociale, innescando conseguenze non affatto prevedibili.

Joker è indubbiamente un film potente e di spessore artistico, un pretesto per compiere un’autoanalisi sulla nostra società e avere una maggior coscienza dei valori che abbiamo e che trasmettiamo al prossimo.

Nato nel 1994 e originario di Lugagnano, scrive per il Baco dal 2013. Con l'impronta del liceo classico e due lauree in economia, ora lavora con numeri e bilanci presso una società di servizi. Nel (poco) tempo libero segue con passione la politica e la finanza e non manca al suo inderogabile appuntamento con i nuovi film al cinema (almeno) due volte a settimana. E' giornalista pubblicista iscritto all'ordine dei giornalisti del Veneto.