Nonna Angelina Spada di Lugagnano festeggia un secolo di vita. «Ci vedo e ci sento poco», afferma sorridente, «ma per il resto mi sento bene». Cento anni, un traguardo a cui molti sognano di arrivare. Ma arrivarci così supera davvero ogni aspettativa. Curata nell’aspetto, elegante nei modi, precisa e dettagliata in tutto ciò che dice e fa: così si presenta l’anziana signora, che è nata nel 1910 a Marano di Valpolicella, luogo in cui ha vissuto fino a 52 anni, quando si è trasferita con il marito nella frazione sonense. Angelina ha 4 figli, 9 nipoti, e altrettanti pronipoti, che, ogni primo ottobre, si riuniscono per festeggiare il suo compleanno, sperando che «la longevità sia un gene di famiglia».
Le pupille offuscate dell’anziana scavano in un passato remoto, fatto di incontri, di eventi e di date. Dell’infanzia ricorda «il lavoro nei campi e le preghiere, recitate insieme alla madre».
Conserva ancora le corone per i rosari e le statuette sacre di quel periodo. I «brutti anni» delle due guerre mondiali hanno lasciato ferite che sono ancora aperte nella sua memoria: «Un mio fratellastro è morto in Albania», racconta, «e poco dopo se ne è andato anche mio padre, consumato dal dolore per la sua perdita. Degli anni del regime ricordo di aver dovuto riunire tutti i miei ori, anche la fede nuziale, per “cederli alla patria”, come si diceva allora. Ricordo anche che gli uomini della famiglia, di notte, scavavano trincee e costruivano barricate per rallentare l’avanzata dei tedeschi». Fra le esperienze più belle, invece, quella del matrimonio e del viaggio di nozze a Roma, «città che mi impressionò per la grandezza delle statue e dei monumenti, non avevo mai visto niente di simile». «Ma la gioia più grande che porto nel cuore», aggiunge, «è quella di aver sempre avuto una famiglia unita».
Jessica, 8 anni, descrive così la sua bisnonna: «È simpatica, buona e gentile. Ama raccontare le storie di quando era giovane e tutti noi la ascoltiamo con ammirazione». L’unica grande passione di Angelina, da sempre, è la sua devozione: «Sembra che la messa sia l’unica cosa che sente bene», dice sorridendo la nuora, «ogni mattina alle 9 in punto la segue in televisione, è un appuntamento fisso».
Quando dalla parrocchia di Lugagnano arriva don Lino per farle gli auguri, il suo volto si illumina: «Il segreto per vivere così a lungo», afferma il prete, «è la pace dell’anima e senza dubbio la fede, che ha sempre accompagnato questa donna, l’ha aiutata a raggiungere la serenità interiore».
Si aggiungano poi l’equilibrio e la giusta misura che caratterizzano il suo stile di vita (si sveglia e si corica sempre alla stessa ora, mangia regolarmente e con moderazione), una buona dose di fortuna, e la ricetta dell’elisir di lunga vita è presto detta.
Federica Valbusa
(Da L'”Arena” del 6 ottobre 2010)