Gli scioperi della scuola e lo strano caso delle differenze tra Lugagnano e Sona

Lo sciopero, per definizione, è l’astensione collettiva dal lavoro da parte dei dipendenti, a tutela dei propri interessi. Ecco sulla parola collettiva si basa il mio ragionamento, in particolare pensando agli scioperi del mondo scolastico.

Nell’ultimo anno, dal 26 ottobre 2018 al 25 ottobre 2019, in Italia gli scioperi nella scuola sono stati dodici e nemmeno uno ha sfiorato la quota del 2% di adesioni. Direi che di collettivo non c’è proprio niente, quindi che ci importa di queste catastrofi sindacali e politiche? Che peso hanno questi scioperi minuscoli per i cittadini? Nessuno, se non quello dell’attesa per verificare l’effettiva chiusura delle scuole e le effettive ore di insegnamento e studio perse.

Il cortocircuito sta proprio nel meccanismo stesso dello sciopero: in occasione di ogni sciopero i dirigenti scolastici invitano in forma scritta il personale a rendere comunicazione volontaria circa l’adesione allo sciopero e sulla base di questi dati valuteranno se necessaria l’interruzione del servizio scolastico. In pratica tutti i dipendenti scolastici coinvolti possono decidere se avvisare o no.

Quindi, nell’impossibilità di conoscere la reale astensione al lavoro, i dirigenti mettono le mani davanti, sospendono i trasporti scolastici e invitano i genitori a verificare personalmente l’entrata a scuola dei propri figli o tengono direttamente chiuse le scuole.

Negli ultimi dodici mesi questi microscioperi sono costati allo Stato 60 milioni di euro e 2,5 milioni sono le ore di lezione perse. Il non obbligo di comunicare lo sciopero diventa così pari al diritto allo sciopero stesso e l’ingranaggio stride soprattutto se visto dalla parte dei genitori.

Se poi guardiamo alla realtà del Comune di Sona mi sembra che il sistema faccia acqua da tutte le parti. Gli scioperi indetti ma che poi hanno comportato effettivamente la chiusura delle scuole sono stati meno di uno all’anno ma, in tutto questo, l’aspetto più strano è che a Lugagnano lo sciopero sembra sempre così concreto da dover sospendere il servizio trasporti e da dover tenere gli alunni fuori dai cancelli scolastici mentre a Sona il trasporto scolastico è garantito.

Eppure, il servizio trasporti è lo stesso per entrambi gli istituti così come la stessa è l’amministrazione comunale. Deduco che le scelte delle due Dirigenti scolastiche siano diverse: a Lugagnano nel momento in cui viene indetto lo sciopero si da comunicazione al Comune di sospensione dei trasporti, indipendentemente dalla analisi delle adesioni del personale; a Sona si attendono le dichiarazioni volontarie dei dipendenti e se necessario si sospende il servizio con preavviso di 24 ore.

I genitori di Sona, Palazzolo e San Giorgio hanno vita un po’ più semplice dunque perché se il servizio c’è è impossibile che la scuola resti chiusa per sciopero. Invece quelli di Lugagnano devono stare ammassati in strada in attesa di verificare l’entrata a scuola, situazione che soprattutto al plesso Frank di Via Carducci è pericolosa, tanto da far emanare un’ordinanza di controllo del traffico nei giorni di previsto sciopero.

A Lugagnano sembra sempre così alto il rischio di sciopero da non poter permettere neppure l’accesso all’ingresso nel cortile della scuola perché la scuola non si assume la responsabilità. Meglio tenerli sulla strada, dove la responsabilità passa alle famiglie e all’Amministrazione comunale con conseguente dispendio di energie e costi.

Alla fine, siamo così tutti costretti ad avvallare uno sciopero che probabilmente non si farà.

Mi pare che in questo modo manchi del buon senso. In assenza di leggi più chiare o di un regolamento univoco per le scuole, ritengo che non sarebbe male se nello stesso territorio si seguisse lo stesso iter, magari stabilito da un confronto diretto e costruttivo tra le due dirigenti e l’ufficio scolastico del Comune.

Nata il 29 gennaio del 1976, parte attiva da sempre nella comunità di Lugagnano, con una breve interruzione per trasferimento a Decimomannu vicino a Cagliari. Ha conseguito la maturità scientifica presso il liceo Galileo Galilei a Verona e attualmente è impiegata in un’Agenzia di Assicurazioni. Sposata e madre di due figli, trova sempre il tempo per dedicarsi alla sua passione, la lettura.