Gli angeli con un’ala soltanto: Quei genitori costretti a vivere controvento

Carissime e carissimi, rieccomi a voi dopo un po’ di tempo, passato in realtà ad affrontare qualche importante cambiamento personale. In queste occasioni serve davvero un po’ di “orienteering vitale” per cercare di riposizionarsi in una nuova normalità che, proprio perché frutto di un radicabile mutamento, di fatto normalità più non è.

Mi perdoneranno i fedeli lettori della “Musica che gira intorno” (blog per il quale e del quale avremo ancora molto da scrivere) ma in questa occasione mi permetto di scrivere d’altro.

Il titolo di questo pezzo altro non è che un frase della canzone Supereroi di Mister Rain; l’argomento invece è una riflessione, dedicata a tutti i genitori ma non solo, sul fatto che abbiamo la concezione iconica dell’angelo con i capelli biondi e i capelli fluenti stampata su qualche libro, inserita all’interno di qualche pagina web, oppure ammirata nella visita di qualche chiesa o museo in uno dei tanti bellissimi quadri che la grande tradizione artistica dei grandi pittori o scultori ci regala con immutata meraviglia. Ma non ci sono solo “questo tipo di angeli”.

Gli angeli “con un’ala soltanto” sono invece quelli meno epici e difficilmente riconoscibili dei giorni nostri, quelli che ci troviamo accanto e dei quali non ci accorgiamo nemmeno se non ci sbattiamo addosso.

Ho un amico, si chiama Sergio, ci siamo conosciuti per lavoro. Lui una di quelle classiche persone essenziali, sin troppo concrete e lontane da ogni leziosità: cosi poco inclini a utilizzare modalità comunicative eleganti, che quando la conosci all’inizio ti sta qua, ti sembra indisponente, arrogante, superficiale. Ed invece poi con il tempo, nemmeno troppo, ci trovi un mondo cosi semplice e reale, da darti uno schiaffo che sembra parlare e dirti “oh ragazzo, sveglia, la vita è qui, adesso, diretta: senza veli che ne confondono l’essenza”.

Quando ho conosciuto Sergio, e anche la moglie, ho conosciuto una famiglia con tre ragazzi di diverse età, tutti maschi. Tutti al centro, come succede a tutti noi genitori, dell’emisfero vitale quotidiano della mente e del cuore.

Non voglio fare cronaca, resto generico tanto di questa storia di un quartiere di Verona vicinissimo a Lugagnano si conosce un po’ tutto essendo purtroppo stata al centro drammatico dell’attenzione degli accadimenti locali anche con richiamo mediatico a livello nazionale.

Ma il dato di fatto è che il mio amico Sergio ha perso Leonardo cinque anni fa per leucemia, un dolore atroce, e solo qualche giorno fa ha perso contemporaneamente gli altri due figli, in circostanza dolorosissima.

Padri e a madri di ogni parte del pianeta, come si può affrontare un dolore di questo genere? Come può il cuore di un “ragazzo degli anta” cosi generoso, resistere a un vero tsunami devastante che ti toglie tutti i figli?

Per fortuna Sergio è confortato dalla Fede, ha vicine delle persone a sostenerlo e consolarlo, ma Valerio, un amico comune con cui ci siamo disperatamente visti e parlati in questi giorni mi diceva “Massimo ma ti rendi conto? Il sacrificio di Isacco chiesto ad Abramo come prova di Fede… è niente a confronto!”.

Quanto ha ragione Valerio. Quanto è vero che esistono gli angeli con un’ala sola! Quando ho abbracciato Sergio, dopo le esequie dei suoi figlioli, l’ho guardato dritto in faccia e ho sentito il suo sguardo di una forza semplicemente irresistibile, orgogliosa, sovrannaturale.

Sergio non è biondo, ha i capelli grigi e corti, gli occhiali che nascondo lo sguardo triste ma non coprono le rughe di dolore scolpite sul volto di un angelo da un volto umano. Sergio non ha la veste bianca e l’aureola che avvolge i Cherubini nel loro celeste apparire. Sergio ha un completo scuro, con giacca e cravatta perfettamente in ordine, consono al suo ruolo che gli richiede di essere li sempre, accanto a moglie e figli, al suo posto come un soldato che fa la guardia a venti gradi sotto zero rimanendo impassibile all’effetto del freddo e del gelo: fermo nella sua posizione, con lo sguardo fisso, concentrato ad essere li dove deve essere.

Mi fa paura pensare ai giorni che verranno, che si rincorreranno uno dopo l’altro, perché so che Sergio dovrà sorridere a Patrizio ed Edoardo immaginando la loro reazione, ma non potrà vederla.

Non potrà più preparare le loro cose, aspettarli, continuare a fare domande per suscitare una reazione. Sergio , amico mio, dovrai abituarti che sei e sarai sempre “un angelo con un’ala sola”, anche se spesso la tua sensazione sarà quello di sentire la sofferenza delle ali spezzate, strappate via, violentemente. Chissà quanti pensieri attraverseranno il tuo cuore quando farai le tue camminate solitarie in montagna per trovare un po’ di Pace.

Stringiamo i nostri figli, sorprendiamoli con un gesto d’amore di più, rispettiamo il nostro ruolo di genitori con indulgenza e anche con quel pizzico di dolcezza, apparentemente improvvisa, se vogliamo insensata. Gli “angeli con un’ala sola” ci insegnano questo, e quelli come Sergio devono vedere che il mondo intorno a loro è diventato meno terrestre e un po’ più celeste a causa di questo sacrificio umanamente incomprensibile, che alimenta il mistero profondo della imprevedibilità e della fragilità di questa vita.

Forza Angelo, anche con un’ala soltanto si può riuscire a volare. Non è da tutti, ma quelli speciali come te ce la fanno.

Massimo Bolzonella nasce a Verona il 13 maggio 1965 intorno alle ore 22. Giornalista pubblicista dal 1991, ha prestato la sua voce alla radiofonia veronese per quasi 40 anni. Scrive e vive di musica Italiana, ha curato la comunicazione web di Umberto Tozzi per 12 anni. Sposato, ha due figli, due gatti e un cane. La frase della sua vita è "Sai dove vado adesso? A farmi il mondo", pronunciata da John Travolta nel film "Stayin'alive" dopo il trionfo da primo ballerino a Broadway.