Nel weekend dell’11-12 maggio prossimi al via la 92esima edizione dell’Adunata Nazionale degli Alpini. Per celebrare il centenario della fondazione dell’ANA quest’anno l’adunata nazionale si tiene nella città di Milano, luogo in cui l’8 luglio 1919 ha avuto luogo l’assemblea costituente dell’Associazione. Da quella data in avanti innumerevoli le pagine di storia scritte ricche di gesta eroiche, sentimenti di orgoglio nazionale, altruismo, solidarietà, senso di appartenenza e tanto altro. Ma anche testimonianza di contraddittori momenti storici, inutile negarlo.
Le Penne nere di San Giorgio in Salici, Palazzolo, Sona e Lugagnano sono pronte per la trasferta in quel di Milano. Una tappa vicina dal punto di vista della distanza chilometrica dopo quella altrettanto vicina dell’anno scorso a Trento. L’adunata è l’occasione anche per prendersi qualche giorno di vacanza assieme ad amici e famiglie, quindi la distanza limitata agevola sicuramente lo spostamento in gruppi organizzati.
L’occasione dell’evento simbolo per gli alpini è proficua per scambiare qualche battuta con i Capigruppo dei nostri gruppi comunali. Aspettative sull’adunata 2019 e soprattutto qualche riflessione sullo stato di salute dei gruppi alpini e sulle innumerevoli attività che portano avanti.
“La delusione per la mancata assegnazione dell’Adunata del 2020 a Verona ci sta, ma come alpini abbiamo il dovere di guardare oltre e onorare, quando richiesto, quello che rappresenta il cappello che indossiamo – ci dicono all’unanimità Fausto Mazzi, Sergio Todeschini, Stefano Speri e Franco Tacconi, rispettivamente Capigruppo di Lugagnano, Sona, San Giorgio in Salici e Palazzolo -. Saremo a Milano quest’anno, così come saremo a Rimini il prossimo anno. Senza se e senza ma!”.
Il viaggio degli alpini sonesi a Milano avviene, come sempre, in maniera più o meno organizzata. Chi il giorno stesso della sfilata (domenica 12) chi qualche giorno prima per approfittare di qualche momento di vacanza per visitare città, musei, luoghi simbolo della tradizione alpina o altro. Da segnalare l’iniziativa di Palazzolo che organizza un pullman collettivo che raccoglie alpini da Palazzolo, Sona, San Giorgio, Lugagnano e anche di Caselle di Sommacampagna che partiranno proprio il giorno della sfilata. Un servizio reso a chi ha difficoltà ad organizzarsi autonomamente per partecipare.
Oltre la tradizionale occasione dell’adunata cerchiamo di sintetizzare in poche parole il lavoro quotidiano svolto dagli Alpini a favore della comunità di Sona.
“Il nostro impegno a Sona è da sempre legato o agli eventi della frazione ai quali diamo il nostro appoggio o alla manutenzione sia del parco di Villa Romani sai della fontana”, ci dice Sergio Todeschini capogruppo di Sona.
“Siamo freschi di inaugurazione del Defibrillatore pubblico installato presso la nostra baita a San Giorgio – ci racconta con giusto orgoglio Stefano Speri – E’ frutto di una collaborazione a più mani con le Associazioni di San Giorgio e di un preciso impegno del nostro gruppo a voler dotare la nostra comunità di un presidio salvavita. Ci siamo impegnati a fondo per reperire i fondi necessari alla realizzazione di questo importante progetto e ci siamo riusciti. Siamo molto soddisfatti e gratificati! Dopo le commemorazioni sul centenario della Grande Guerra attraverso diversi eventi culturali presso la baita l’attenzione ora si sposta verso i ricordi legati al secondo conflitto mondiale, con particolare attenzione alla vicende belliche in terra russa, alla quale sono legati i ricordi più tragici, eroici, umanamente toccanti ed intensi della tradizione alpina”.
“Abbiamo lavorato bene sulla sistemazione degli spazi al di fuori della baita – spiega il Capogruppo di Palazzolo Franco Tacconi – Abbiamo sistemato la palizzata che sta di fronte alla baita riqualificando il decoro di un area che è si prospiciente alla baita, ma che a tutti gli effetti è spazio comunale condiviso per tutte le esigenze della comunità di Palazzolo e non solo. Colgo l’occasione per dare anche una notizia in anteprima: il prossimo 19 maggio, proprio il weekend dopo l’adunata di Milano, si terrà a Palazzolo una importante celebrazione: il centenario dell’inaugurazione del monumento ai caduti della Grande Guerra che si trova di fronte alla chiesa. Da ricerche storiche e segnalazioni di fonti militari – prosegue Tacconi – risulta che questo monumento sia stato il primo realizzato nel Veneto e tra i primi tre o quattro in tutta Italia. La data precisa della prima inaugurazione è il 3 agosto 1919, la nostra commemorazione per ovvie ragioni organizzative verrà anticipata a maggio 2019. Alcuni dei reduci non ancora ritornati alle proprie case dopo la fine del conflitto nel novembre del 2018, al loro ritorno postumo si trovarono, non senza sorpresa e commossa partecipazione, un monumento a ricordo dei compagni caduti. Immaginate la loro emozione!”.
“E’ innegabile che la delusione per la mancata assegnazione dell’adunata del 2020 a Verona sia stata cocente – ci dice Fausto Mazzi Capogruppo di Lugagnano -. Doppiamente cocente, anche dal punto di vista personale oltre che da alpino. Sono Vice Presidente della sezione ANA di Verona. Assieme al Direttivo e grazie alla collaborazione con gruppi locali veronesi abbiamo lavorato due anni per rendere possibile questo evento. Il fatto che l’adunata abbia preso la strada di Rimini ci ha lasciato l’amaro in bocca ma come sempre nella tradizione alpina si guarda avanti. A Milano Lugagnano sarà presente! Manteniamo fede al nostro quotidiano impegno nella comunità di Lugagnano a favore delle molteplici iniziative sociali che vi nascono. Vogliamo cercare di portare avanti, non senza fatica, l’idea di Baita Alpini come luogo di aggregazione aperto, disponibile a stimoli aggregativi, ‘casa’ di incontro e di promozione sociale. Le molteplici serate culturali multitematiche, che hanno visto la partecipazione di tanta gente, ci hanno fatto capire che le baite sono luoghi da valorizzare per il bene della comunità, al di là del naturale connotato di casa degli alpini. Con o senza adunata nazionale – prosegue Mazzi – il 2020 sarà comunque l’anno del centenario della fondazione della sezione ANA di Verona. Il Direttivo Sezionale si sta già muovendo per creare una serie di celebrazioni e di eventi che diano lustro a questa bellissima ricorrenza per la nostra città. Verona e la tradizione alpina sono un tuttuno. La macchina organizzativa è già in moto!”.
Non ci resta quindi che augurare a tutte le penne nere di Sona una bellissima 92esima adunata nazionale a Milano.
Da Alpino mi concedo una riflessione finale: la tradizione centenaria della penna sul cappello sta sentendo il passare dei decenni. Molti gli alpini “andati avanti”, ancora un discreto numero quelli che rimangono e che si sentono legati a questa tradizione. Ma è altrettanto noto che dal 2005 la fine della leva obbligatoria ha tolto linfa vitale al movimento.
Lo sbaglio sarebbe rimanere ancorati alla tradizione che vuole il mondo alpino “proprietà esclusiva” di chi ha fatto l’alpino. L’ANA ha cambiato pelle da diverso tempo sia con il riconoscimento degli Amici degli Alpini sia con la notevole evoluzione verso il mondo della Protezione Civile Nazionale. Da Associazione d’arma a insostituibile fondamento del volontariato e del servizio alla comunità.
Non ancora abbastanza a mio avviso. Vanno scardinati ancora meccanismi di chiusura ideologica, servono sempre più aperture verso la cooperazione locale regionale o nazionale. “Essere al servizio” diventa sempre più “mettere al servizio” la propria esperienza , le proprie capacità i propri beni, le proprie strutture quali le baite e non sentire tutto ciò come proprietà di pochi. E’ un cambiamento culturale epocale necessario. Per non lasciare dietro di noi più ricordi d’arma che ricordi di valore sociale.