Giugno, i giorni più lunghi. La magia dell’ultimo mese del calendario romano dedicato ad una divinità

“Giugno. Per le finestre il sole inonda
la bella stanza d’una luce aurina:
freme la messe ai solchi della china,
la messe ormai matureggiante e bionda”.
Guido Gozzano, La falce, I.

Con giugno la primavera cede il passo all’estate e si conclude la prima metà dell’anno. Sacro alla Regina e Madre degli dei, Giugno (iunius) è l’ultimo mese del calendario romano dedicato a una divinità.

Il culto di Giunone (Iuno), moglie di Giove e dea del matrimonio, era professato soprattutto dalle donne. La dea si invocava per proteggere le spose, le nozze e l’amore coniugale. Nella società romana fondata sulla famiglia, dove il matrimonio era finalizzato alla procreazione, il suo intercedere era fondamentale per il concepimento e il buon esito dei parti.

La bellezza di Giunone si esprime nelle forme prosperose e ben proporzionate, una figura imponente e dal portamento maestoso che rispecchia le sue origini italiche. Iuno era un’antica dea lunare dal carattere guerriero, custode della forza generativa della Natura che presiedeva alla fecondità della terra.

Le qualità giunoniche si estendono anche alla Natura, che a giugno si manifesta generosa, offrendo abbondanza di risorse.

Giugno è il mese del sole. L’aumento progressivo delle ore di luce fino al solstizio d’estate, ne determina il tipico clima mite che consente la maturazione delle messi e dei frutti della terra. In passato, in prossimità del giorno più lungo dell’anno, si svolgevano le celebrazioni collettive di ringraziamento dedicate al sole. Come riflesso della luce divina la sua forza vivificatrice è rappresentata dal fuoco. I falò della tradizione e le usanze popolari della notte di san Giovanni (come la raccolta delle erbe e la preparazione del nocino) sono ancora oggi una viva testimonianza di quegli antichi rituali della fertilità e propiziatori del raccolto del grano.

Seguendo la scia dei tempi andati, giugno è ancora la scelta privilegiata per celebrare i matrimoni. Ispirandosi a questa stagione, che caratteristiche potrebbe avere il “giorno più importante”?

Mentre gli ultimi papaveri accendono i toni dorati delle messi come piccoli fuochi solstiziali, il calore delle lunghe giornate di giugno diffonde nell’aria l’aroma intenso della lavanda. Le note rasserenanti dei suoi fiori ispirano le nozze romantiche. In attesa della mietitura, un matrimonio agreste dallo stile semplice e naturale, esprimerà tutta la poesia di questa pianta. Forte e al contempo raffinata, la lavanda è il simbolo di purezza ed eterno amore, che accompagna da sempre il corredo delle spose.

Nell’immagine, The Uninvited Guest, Eleanor Brickdale, 1906.

Passeggiare in aperta campagna, ispira la mia passione per la scrittura e la fotografia, e mi trasporta in una realtà dove percepire ancora le mezze stagioni. La mia personalità eclettica e la formazione multidisciplinare volta alla ricerca della bellezza, si esprime al meglio come consulente nell’ambito della fitocosmesi. Dopo mezzo secolo di città, il territorio di Sona mi sta ora offrendo una nuova dimensione di vita dove sperimentare altre tradizioni e antichi valori. Collaboro con il Baco con la rubrica “Il salotto di madre Natura".