Giochi dello sport integrato di Lignano: Perché non realizzare esperienze simili sul nostro territorio?

Si sono svolti a Lignano Sabbiadoro i giochi nazionali dello sport integrato, evento conclusivo del progetto “Cambia il tempo”. Si tratta di un progetto nazionale gestito dal centro sportivo educativo nazionale, con il contributo del ministero del lavoro e delle politiche sociali.

Si propone di favorire l’inclusione sociale delle persone con disabilità e delle fasce sociali marginali con la pratica motoria e le attività sportive, con l’obiettivo finale di inaugurare il “Polo dello sport integrato”, uno spazio di cultura, di incontro sociale, di formazione e di pratica dello sport integrato.

A rappresentare il Veneto era presente la Gas Diving School di Bardolino, affiliata Csen, che per il secondo anno consecutivo ha aderito al progetto proponendo un mini corso di subacquea ad un gruppo misto di ragazzi e ragazze con e senza disabilità. Il corso, dopo un primo incontro teorico si è svolto per quattro mercoledì presso le piscine Signorelli di Peschiera del Garda.

A Lignano erano presenti oltre 500 atleti provenienti da tutte le regioni di Italia per dare dimostrazione di come sia possibile praticare lo sport integrato, cioè atleti con disabilità e normodotati che si allenano e competono insieme.

C’erano il Piemonte, l’Abruzzo e la Calabria con il Football integrato; la Toscana con il Torball e il sitting volley (insieme all’Emilia Romagna); la Basilicata con l’hockey paralimpico; il karate e arti marziali per Lombardia, Campania e Lazio; il baskin con la Valle d’Aosta e l’Umbria; la danza integrata con Puglia ed Emilia Romagna; il tiro con l’arco per la Sardegna; il baseball integrato per la Liguria e lo yoga integrato per le Marche.

Per gli atleti partecipanti è stata sicuramente una bella esperienza perché stare insieme più giorni condividendo pasti e spazi ha contribuito a rinsaldare i rapporti all’interno dei gruppi e dopo due anni di chiusura il clima di vacanza serviva proprio (anche ridere dei compagni di stanza che russano!).

Ai fini della promozione dello sport integrato è stata forse però un’occasione sprecata. La scansione dei tempi non ha permesso, infatti, di poter assistere alle varie dimostrazioni se non in minima parte per cui le maggior parte delle associazioni ha eseguito le proprie attività senza pubblico. Sarebbe stato bello anche poter provare nuovi sport.

Dal mio punto di vista, questo evento conclusivo, frutto di un lungo progetto partito ancora nel 2019 con la carovana dello sport integrato che ha toccato tutte le regioni di Italia e le attività formative nelle scuole poteva essere sfruttato meglio come vetrina mediatica.

D’altra parte, è vero che le associazioni presenti sono già attive e stanno già praticando sport integrati.

Il gran numero di atleti e di associazioni presenti dà la cifra che il movimento c’è e che il Polo dello sport integrato può essere una realtà pronta a realizzarsi.

Quello, però, che è più importante è poter arrivare a far sapere a tutte le persone disabili e alle loro famiglie e alle associazioni sportive che è possibile far praticare sport a tutti.

Per ogni atleta presente a Lignano, quanti sono quelli che nemmeno provano a fare sport? Che nemmeno pensano ci possa essere un posto anche per loro? Eppure lo sport è uno strumento eccezionale per creare aggregazione e inclusione, oltre ovviamente a fare bene fisicamente.

Ecco perché il Polo dello sport integrato potrebbe essere uno strumento, uno spazio utile a mettere in rete associazioni sportive, centri di riabilitazione, famiglie, atleti e scuole per progetti continuativi e mirati con gli studenti e per la formazione di insegnanti e istruttori. Un preciso punto di riferimento a cui rivolgersi.

L’evento di Lignano ci serve da stimolo a continuare a lavorare per coinvolgere sempre più associazioni, agenzie educative, Comuni, famiglie nei progetti di inclusione attraverso lo sport.

Nel nostro comune abbiamo ben due istituti comprensivi scolastici, numerosi impianti sportivi e la neonata Polisportiva Vivosport nonché molteplici Asd, alcune delle quali già impegnate nell’inclusione. Tutti insieme si possono portare avanti progetti duraturi nel tempo e che possono coinvolgere tutti i ragazzi, con e senza disabilità. Il Polo dello sport Integrato nel Comune di Sona è utopia?

Nata a Verona risiede a Lugagnano dal 1996. Sposata con Alessandro ha due figli, Matteo e Michele. Collabora nella gestione dello Studio Tecnico del marito. Amante della montagna, della vita all'aria aperta e della lettura.