Negli ultimi mesi, si sta sollevando un certo malumore tra alcuni cittadini per la situazione che è venuta a crearsi presso il cimitero di Sona. Da diversi anni ormai, ci si trascina dietro un problema molto serio legato allo spazio, che si traduce inevitabilmente in un minor numero di tombe disponibili per la sepoltura dei nuovi defunti.
Poiché le varie Amministrazioni comunali non sono mai riuscite a porre un rimedio definitivo, la problematica si è trasformata in emergenza. Per tentare di tamponare momentaneamente la situazione il Comune ha ora deciso di procedere con riesumazioni ed estumulazioni ad un ritmo molto più sostenuto rispetto al passato.
Naturalmente, il tema è molto sentito all’interno della comunità, trattandosi di un ambito parecchio delicato, soprattutto per i familiari dei defunti le cui salme devono essere riesumate.
Per questo motivo abbiamo deciso di interpellare due membri dell’Amministrazione Comunale che si occupano in prima persona della questione, il Sindaco Gianluigi Mazzi e l’Assessore alle manutenzioni Roberto Merzi. A loro abbiamo chiesto delucidazioni e chiarimenti su come si sta svolgendo la vicenda e sul perché sono state prese determinate scelte da parte dell’Amministrazione.
“Le operazioni di riesumazione/estumulazione, a seconda che si tratti di sepoltura a terra o in loculo, vengono sempre realizzate con una certa frequenza”, precisa subito il Sindaco. E l’Assessore Merzi sottolinea che “fanno parte dell’ordinaria manutenzione di ogni cimitero, anche quelli delle altre tre frazioni”.
Le leggi in materia di concessioni, effettivamente, sono cambiate nel corso degli anni, e oggi la durata prevista dalla normativa è di 10 anni per le sepolture a terra e di 35 per quelle in loculo. Nonostante ciò, la prassi prevede tuttora che i defunti permangano per diversi decenni nel luogo della prima sepoltura; ed è proprio il fatto di dover accelerare di molto i tempi rispetto alla prassi (nei casi più critici parliamo di defunti sepolti solo 17-18 anni fa) a suscitare perplessità e malumori nella popolazione di Sona.

Il Sindaco si dice “dispiaciuto, anche perché si va a toccare un tema molto delicato”; d’altra parte tuttavia, “non c’erano alternative, o meglio, l’alternativa sarebbe stata chiedere ai cittadini di seppellire i propri cari negli altri tre cimiteri del Comune, ma si è deciso di non prendere in considerazione questa ipotesi”.
Assessore Merzi, cosa devono aspettarsi i familiari dei defunti riesumati? Quali sono le soluzioni a loro disposizione?
Purtroppo, le tecniche di sepoltura in uso 30-40 anni fa, miravano alla conservazione del corpo, piuttosto che alla sua dissoluzione. Per questo motivo, le salme non sono praticamente mai decomposte totalmente e i resti non possono essere inseriti direttamente nelle cellette. Pertanto, per affrontare il problema ci sono tre soluzioni disponibili. Nel caso di salma tumulata in loculo, è possibile rinnovare la concessione, tenendo presente tuttavia che la concessione del loculo, a differenza della sepoltura a terra, è onerosa, e il costo varia a seconda della posizione del loculo. La seconda possibilità, valida per tutti, è la sepoltura per 5-10 anni nel campo degli indecomposti, con l’obiettivo di accelerare la procedura di decomposizione. La terza soluzione, l‘unica davvero definitiva, ma che è anche la più costosa nell’immediato, è la cremazione. Nel valutare l’opzione migliore i familiari devono considerare che ogni qual volta si rende necessaria una riesumazione/estumulazione, così come per l’inumazione/tumulazione, le spese sono a carico delle famiglie. Vorrei anche aggiungere che per venire incontro ai cittadini, l’Amministrazione ha cercato di ridurre queste dissepolture anticipate al minimo indispensabile, escludendo per esempio i defunti del 2002. Per di più, da questo momento, ci impegneremo a procedere in maniera più ordinata e razionale in queste operazioni rispetto al passato, ragionando per contiguità, e non più a macchia di leopardo.
Sindaco, ma come è potuta venire a crearsi una circostanza così grave? E soprattutto, cosa sta facendo il Comune per cercare di porvi un rimedio definitivo?
La problematica dello spazio nel Cimitero di Sona nasce negli anni ’70. Già gli Amministratori di allora, che avrebbero dovuto realizzare l’ampliamento, incontrarono l’opposizione della famiglia proprietaria delle terre limitrofe, che non era disposta a farsi da parte. Il Comune provò ad andare avanti con un esproprio, ma la famiglia fece ricorso e lo vinse. Negli anni successivi nessuno si è più interessato in maniera seria della questione. Oggi però siamo arrivati ad un punto in cui non è più possibile aspettare: sta volta siamo decisi, abbiamo intrapreso una nuova procedura di esproprio e anche se i tempi si stanno allungando perché i proprietari non vogliono cedere, siamo convinti di poter avere successo. Parallelamente, abbiamo già inserito l’ampliamento nel piano triennale delle opere ed il progetto è già deliberato. Per il futuro, onde evitare si possano ripresentare situazioni di questo tipo, stiamo ragionando sulla possibilità di costruire un nostro forno crematorio, magari insieme ai Comuni vicini, per abbatterne i costi. Questo permetterebbe di rendere la cremazione delle salme accessibile economicamente per tutte le famiglie residenti nel nostro Comune.