È da oltre un anno che i pezzi si stanno disponendo sulla scacchiera politica sonese. Le (numerose) inaugurazioni, le interpellanze, i manifesti, il ritorno in Consiglio comunale dopo numerose assenze solo le ultime mosse della sceneggiatura della campagna elettorale, che si sta delineando in vista delle elezioni comunali della prossima primavera.
I personalismi dei candidati saranno il punto di partenza per affacciarsi su un bacino di voti, ma la partita si giocherà principalmente sulla capacità di costruire una propria agenda elettorale, basandosi su alcune opzioni tattiche: 1. marcatura stretta; 2. monitoraggio, ma perseguimento dei propri obiettivi; 3. fare il contrario.
La prima opzione avviene quando chi non è documentato o non ha argomentazioni forti o precise deve inseguire l’avversario su un tema dove (probabilmente) si trova in svantaggio. La seconda è la più classica: monitorare gli argomenti caldi della campagna elettorale, attaccando i punti deboli dell’avversario e valorizzando il proprio programma. La terza è la più creativa, ma anche il modo più diretto per esprimere discontinuità e un’alternativa; certo, è anche la più rischiosa: se l’avversario afferma una cosa tanto ambiziosa quanto ragionevole, dargli contro a prescindere rischia di alienare voti.
In questo articolo scopriamo il ruolo e lo spazio che in previsione delle elezioni di tarda primavera i pezzi stanno assumendo sulla scacchiera politica, con qualche novità rispetto a quella descritta nell’ultimo numero del Baco. Perché le analisi che scriviamo si propongono di scattare una fotografia della situazione attuale, registrare percezioni, mettere in fila in modo logico le dichiarazioni ufficiali, filtrare quelle ufficiose. E in una situazione parecchio fluida e in continuo divenire l’immagine rischia di essere sfocata, o da aggiornare dopo poco tempo. Focalizziamoci ora sulla scacchiera.
GIANLUIGI MAZZI E’ IL RE
Pur mantenendo il baricentro amministrativo, il sindaco Mazzi nell’ultimo anno ha perso la sua leadership politica, essendo nate due principali correnti dal suo gruppo che difficilmente riusciranno a fare sintesi in occasione delle prossime elezioni. Come il re, oggi Mazzi si muove con cautela, i suoi movimenti sono impercettibili, le esternazioni rare. Ora è in mezzo alla scacchiera, molti aspettano la sua prossima mossa (che avverrà, come lui stesso ci ha dichiarato nell’intervista di fine anno). Ma è scoperto, e il rischio di essere sotto scacco non è indifferente. Occorre, infine, tener presente che negli scacchi il re è una pedina tanto debole quanto importante: a causa del suo raggio d’azione limitatissimo in rari casi le sue mosse (di attacco) permettono di vincere una partita; conta soprattutto come sa difendersi e dare continuità alla partita, senza sacrificare (troppi) pezzi alleati.
GIANFRANCO DALLA VALENTINA E’ LA TORRE
Primo candidato a uscire allo scoperto, l’ex vicesindaco ha goduto del consenso iniziale della maggioranza del suo gruppo, ma è supportato anche dall’area tosiana di Forza Italia, cui il consigliere di maggioranza Maurizio Moletta è molto vicino e importante baluardo sul territorio (e probabilmente l’unico riferimento forzista). Oggi Dalla Valentina ha la possibilità di muoversi come la torre, in profondità e lungo tutta la scacchiera, sia sottolineando gli obiettivi raggiunti nel corso del suo attuale mandato sia enunciando nuovi progetti per il territorio. Come la torre, però, deve difendersi dagli attacchi obliqui, e il modo più efficace è rafforzare la coesione e l’unità del proprio gruppo; fonti tripla A del Baco, infatti, confermano che dal nuovo gruppo di Dalla Valentina si sarebbe sfilato (a sorpresa) l’attuale consigliere di maggioranza Corrado Busatta: una defezione pesante, dato che parrebbe avvicinarsi a un polo civico concorrente. Essendo la parte della torre, infine, Dalla Valentina può tentare l’arrocco per proteggere il re, ma si tratterebbe di una mossa che oggi necessita di essere calcolata e tempestiva.
PAOLO BELLOTTI E’ IL CAVALLO
La sua caratteristica è poter scavalcare pedine alleate e avversarie, nonostante il suo raggio d’azione sia limitato. Dopo un comunicato in veste di capogruppo (e non certo portavoce) di PerSona al centro, il Consigliere di maggioranza Bellotti, insieme al vicesindaco Cimichella e l’assessore Merzi, ha dato un chiaro segnale di distanziamento dalla candidatura di Dalla Valentina, ma senza, ad oggi, proporre un’alternativa o un’agenda di contenuti (concreti, non astratti). Il loro gruppo, se e quando si presenterà, dovrà fare i conti con un rischio (elevato) di essere strettamente marcati sull’agenda programmatica.
SIMONE CALTAGIRONE E’ L’ALFIERE
La recente alleanza tra “Sona Domani” (sezione locale del movimento civico provinciale “Verona Domani”) e la neonata “Scelta per Sona”, capitanata dallo stesso Caltagirone (recentemente intervistato dal Baco sulla sua scelta di tornare in campo), sancisce la creazione di un polo civico nuovo, che si propone di “raccogliere con atteggiamento costruttivo l’eredità di questa amministrazione uscente”, come lui stesso ha affermato. Insieme a Sona Domani, dunque, Caltagirone è l’alfiere, uno dei pezzi leggeri: pur muovendosi avanti e indietro (ma solo in diagonale), ha accesso a solo metà della scacchiera, essendo legato a un unico colore. Come il cavallo, singolarmente è debole e, dunque, ha assolutamente bisogno di un altro pezzo (magari lo stesso cavallo) per tentare di vincere la partita.
ENRICO CORDIOLI E’ IL PEDONE
L’ex consigliere di minoranza Cordioli, già candidato sindaco nel 2013 con il PD nella propria coalizione, si sta muovendo dietro le quinte della politica sonese tentando di compattare un centrodestra che, come abbiamo scritto nella rubrica “Volpi e Leoni”, è in evidenti difficoltà. Come il pedone si può muovere di una casella alla volta, solo in avanti: ora si trova in una posizione avanzata dello schieramento, permettendogli di dare ritmo alla partita. Solo una volta raggiunta l’estremità opposta della scacchiera, il pedone può essere promosso a un altro pezzo più forte; a condizione che altre pedine (avversarie, ma – nel nostro caso – soprattutto alleate) non gli blocchino la strada.
GUALTIERO MAZZI ERA L’ALFIERE, ORA E’ UN PEZZO IGNOTO
“A volte ritornano”, infatti, non è solo un libro di Stephen King: già sindaco dal 2008 al 2013, poi consigliere di minoranza della Lega, Mazzi è da qualche mese segretario del partito a cui ha sempre mostrato una fede indiscussa. Il recente scontro contro il sindaco sull’ampliamento della baita degli alpini di Lugagnano, portato avanti in particolare dal trio consiliare leghista Pesce, Di Stefano e Tortella, è un primo punto segnato sulla propria agenda che sta seguendo la tattica numero 3, ma che necessita di altri contenuti e proposte, non (solo) opposizione. Dopo l’intervista ad Alberto Dalla Pellegrina di Fratelli d’Italia (da cui si capisce molto – o nulla, dipende dai punti di vista – sul partito locale), è evidente che, ad oggi, il baricentro politico all’interno della coalizione di centrodestra pesa sulla Lega, ma non è ancora chiaro il ruolo che il suo segretario assumerà sulla scacchiera politica.