È dall’inizio della campagna elettorale che aspetto questo momento: il silenzio imposto alla vigilia del voto. Un silenzio obbligato e che serve a far riflettere tutti i cittadini con diritto di voto. Ma proprio tutti, anche i candidati sindaco e le persone presenti nelle varie liste.
Quanti negli scorsi giorni e nelle scorse settimane gli incontri organizzati nelle quattro frazioni, pubblici e privati, le parole spese, i buffet ed i brindisi offerti alla ricerca del consenso. È normale possiamo dire, la competizione è aperta e l’obiettivo unico ed inevitabile è il risultato che le urne riveleranno lunedì sera.
Sappiamo in realtà che non sarà finita, visto che – salvo sorprese assolutamente poco probabili – il doppio turno offrirà ulteriori due settimane ai due candidati più votati per giocare la finale e raggiungere il risultato tanto ambito.
Poi finalmente si tornerà alla quotidianità con la sua inevitabile consuetudine, quasi a dire che la campagna è conclusa ed ora dimentichiamo le promesse, vere o false che fossero, e torniamo al faticoso e realistico incedere dei giorni e dell’innumerevole serie di piccoli problemi da risolvere. Tanti piccoli problemi che di norma portano a tenere lo sguardo basso ed a perdere di vista gli orizzonti lontani proclamati durante la competizione.
Quello del giorno dopo dovrà, per forza, essere il tempo dell’amministratore umano e non del supereroe paventato prima del voto. Un umano che deve saper fare sintesi tra l’inevitabile ambizione personale e la capacità di porsi, con la propria squadra, al fianco di ogni cittadino per ascoltare, comprenderne i bisogni e capire se vi sono realmente soluzioni applicabili.
È noto, infatti, che non tutti i bisogni sono a favore della comunità intera e che non per tutti vi possono essere soluzioni.
A riguardo, però, servirà coraggio e determinazione nell’individuare le progettualità più di valore per le quali servirà davvero dedicare tutta l’energia possibile per riuscire a realizzarle. Sono quelle che poi nel tempo saranno riconosciute come vere e proprie azioni a favore di comunità spesso disorientate e grazie alle quali si potrà ritrovare un senso e quindi un nuovo spirito comune.
Un lavoro questo che richiede impegno e responsabilità anche da parte di ogni cittadino che, pur nel piccolo ma significativo gesto del voto, potrà creare le condizioni per intraprendere un cammino di senso per tutti.
Per questo la conclusione che condividiamo con questo appello è che un bravo amministratore inizia dal consenso che si trova nel segreto dell’urna. Per questo è importante che esercitiate e sensibilizzate tutti ad esprimere la propria preferenza, qualunque essa sia. Solo così possiamo avere la speranza di uscire dal melanconico “piove, governo ladro” ed aprirci a vere prospettive di bene comune.
Ci dobbiamo credere tutti, per il futuro nostro e dei nostri figli.