Già una grande novità è stata quella di poter entrare nell’impianto di Sun Oil a Lugagnano, che costituisce l’immenso problema ecologico ed ambientale di Sona da decenni e da sempre interdetto, prima per le lavorazioni che venivano eseguite, poi perché messo sotto sequestro e quindi perché trasformatosi in parte in un cantiere quando lo scorso anno è finalmente iniziata la bonifica.
Eppure, sabato 6 maggio un palco è stato montato nel parcheggio all’interno dell’impianto e circa cento persone hanno potuto assistere alla presentazione del progetto di bonifica e recupero del sito che Carlo Antonio Mazzola, candidato sindaco alle amministrative di Sona del prossimo 14 e 15 maggio, ha illustrato a sorpresa, dando una sterzata del tutto inaspettata alla campagna elettorale.
Arrivato direttamente da Milano, ad intervistare Mazzola il giornalista televisivo Paolo Del Debbio.
“Voi sapete – ha esordito Mazzola – che la mia attività lavorativa è quella di consulente finanziario per le imprese. Negli ultimi vent’anni o più per risolvere il problema di questo impianto – e qui con un gesto della mano indica i silos che incombono alle sue spalle – si è sempre atteso l’intervento della mano pubblica, della Regione in particolare. Ricordo che nel sito sono presenti circa venti cisterne (sono 51, NdR) che contengono 21 mila tonnellate di oli esausti. Ed il costo per la sola bonifica è preventivato dalla Regione in circa 14 milioni di euro. Io vengo da una formazione della scuola di Chicago e ho sempre pensato che il privato può fare, prima e meglio, del pubblico. Ho quindi interessato del problema alcuni fondi di investimento specializzati nell’energia verde, soprattutto svizzeri e americani. Mi sono stati presentati un paio di gruppi potenzialmente interessati a quest’area e alla fine uno si è dichiarato concretamente disponibile a parlarne. Così è iniziata una trattativa un po’ tortuosa, tra alti e bassi, con la proprietà della Sun Oil. Qui ho avuto un vantaggio in quanto, non avendo mai avuto a che fare con le amministrazioni comunali passate di Sona, non avevo da parte degli interlocutori pregiudizi. Ho presentato questo gruppo alla proprietà e circa una settimana fa è stato siglato questo accordo. Quindi questo gruppo, che acquista l’area senza far spendere un soldo alla pubblica amministrazione, bonificherà il sito sotto stretto controllo delle autorità preposte nel rispetto dell’ambiente. Prevedo che l’opera di bonifica possa iniziare prima del prossimo Natale”.
Quindi Mazzola fa srotolare un manifesto gigante nel quale viene annunciato il progetto. “Qui sorgerà un impianto a zero emissioni inquinanti, cento per cento green e sicuro per l’ambiente. Un impianto che produrrà energia da vendere sul mercato e con una convenzione che preveda che tutti i cittadini di Sona avranno uno sconto in bolletta sull’energia fino al 20%. Un progetto che creerà, solo sull’area, ottanta posti di lavoro, a cui andrà aggiunto l’indotto. L’idrogeno che verrà prodotto qui sarà un idrogeno verde, totalmente ecologico, perché prodotto dal sole. Qui sorgeranno serbatoi di acqua e sole”.
A conclusione della serata è impossibile dare una valutazione di quanto è stato proposto in quanto il progetto è stato presentato nei suoi (potenziali) effetti più che nei dettagli tecnici ed economici concreti. Quello che però Mazzola ha ribadito più volte, ed è il dato forse più importante che esce dalla serata, è che sarebbe già stato già firmato un accordo per la cessione ad un fondo privato pronto ad investire una cifra veramente ingente per la bonifica e disposto, poi, a riconvertire il sito in un impianto per la produzione pulita di idrogeno. Una notizia che viene data da Mazzola come certa e definitiva.
Pertanto sul progetto è necessario sospendere ogni giudizio fino a quando verranno resi pubblici dati tecnici concreti e circostanziati, con numeri ed importi. Sulla fattibilità del progetto invece Mazzola ha dispensato certezze, che però ora dovranno essere confermate con gli atti e con l’indicazione del fondo che sosterrà l’operazione. Nome che ieri non è arrivato. Staremo a vedere.
Sul tema è intervenuto in questi giorni anche il sindaco di Sona Gianluigi Mazzi, che di questa questione si è occupato in maniera continua, come i suoi predecessori. Con un post sulla sua pagina Facebook, Mazzi ha voluto precisare che “la bonifica è iniziata lo scorso anno, nel gennaio 2022. La proprietà non aveva provveduto e visto il pericolo per la salute pubblica, il Comune si è sostituito. L’intervento per lo smaltimento dei rifiuti è per la maggior parte finanziato dalla Regione Veneto, a seguito della nostra partecipazione a bandi che hanno portato nelle casse comunali 1.668.807 euro. La ditta che ha preso in carico lo smaltimento dei rifiuti ha già completato la fase 1 ed è in procinto di iniziare la fase 2. La proprietà si è inizialmente opposta all’ingresso della ditta autorizzata e si è quindi dovuto provvedere in data 21.01.2022 all’ingresso forzato con la polizia locale. A partire da quella data sono iniziati i lavori di smaltimento dei rifiuti che stanno tuttora proseguendo. Sono state svuotate diverse vasche a cielo aperto e serbatoi per un totale di oltre 1500 mc. Ad oggi sono stati spesi 740.000 euro circa dei soldi a disposizione”.
Il Baco segue da sempre questo immenso problema. Per avere un quadro ampio ed approfondito della questione è possibile leggere gli articoli presenti in questa sezione.