Quelli che hanno un po’ di annetti, che oggi chiamano “baby boomers”, avranno riconosciuto nel titolo di questo nostro articolo la frase portante di una nota canzone di tal Bruno Martino, uscita nel 1960, dal titolo Estate.
Il titolo di questo pezzo è volutamente un po’ ammiccante e provocatorio, per significare che l’estate della musica live in Arena appena passata è stata qualcosa di semplicemente straordinario. Subito un po’ di numeri: 620mila spettatori, oltre 300 artisti sul palco, 60 spettacoli sold out, 14 eventi televisivi visti da oltre 31 milioni di telespettatori.
Come mi disse giustamente l’ex sindaco Sboarina, la vera rivoluzione avvenuta in questi anni è che quando si dice Arena, in qualsiasi posto del mondo, non è più necessario usare il complemento di specificazione “di Verona”. Arena significa Verona, e viceversa. Non so se ci siamo spiegati.
Abbiamo visto star internazionali: I Kiss, Nick Cave, Gorillaz, Simple Minds, Toto, Mika, Skorpions e 2Cellos. Questo solo parlando degli stranieri, perché Måneskin, Zucchero, Eros Ramazzotti, Il Volo e il pluriosannato “Notre Dame De Paris” sono straconosciuti nel mondo. E ancora grandi star della musica italiana quali Ligabue, Elisa, Baglioni, Venditti&De Gregori. Senza dimenticare Marracash, Pinguini Tattici Nucleari, Fiorello, Nicolò Fabi, Mannarino.
Solo per dare qualche altro dato, interessante sottolineare come durante le quattordici date di Zucchero solamente il 21% degli spettatori venisse dal Veneto e come in quattro giorni di concerti di Eros Ramazzotti solo la metà degli spettatori venisse dall’Italia. Per non parlare dei Måneskin, che hanno portato all’Arena di Verona spettatori provenienti anche da Australia e Stati Uniti.
E ancora, il tributo a Lucio Dalla, le tre serate superstrepitose degli anni 60/70/80/90, i Music Awards e gli RTL Power Hits. Le serate “istituzionali’ con Morandi e Piero Angela (non musicali. ma da citare come eventi areniani da ricordare).
Ricordo solo rapidamente, ma va fatto, il validissimo “Rock the Castle” a Villafranca, dove si sono esibiti con successo anche Edoardo Bennato, Umberto Tozzi, I Litfiba. La Pfm, Ermal Meta, gli Slipknot.
Praticamente ci siamo ubriacati di musica, di tutti i generi e per tutti i gusti. Verona “Caput Mundi” delle sette note. Peccato non poter fare altrettanto d’inverno, soprattutto per la disastrosa acustica del nostro Palasport, purtroppo non utilizzabile (come accaduto con deludenti risultati qualche anno fa) se non per eventi sportivi o comunque non musicali. Ci restano i teatri, ma i tour invernali del pop richiedono spazi più grandi.
Amministrazione e tour manager, che così bene hanno fatto in estate, sono ora chiamati in causa. Qui sorge “il dubbione”, come direbbe Amadeus nei “Soliti Ignoti”. Anche perché Sboarina è stato sostituito da Tommasi, e Gianmarco Mazzi è stato eletto alla Camera. Riusciremo a ripetere una Superestate come questa l’anno prossimo?
Come potete leggere, di provocatorio in questo nostro pezzo, non c’è solo il titolo.