“E io!?”, la forza terapeutica del progetto per fratelli e sorelle di Ants Onlus per l’Autismo di Lugagnano

E io? Dove sto, come sto, cosa sento, chi è mio fratello, mia sorella, chi sono io, qual è il mio posto? Tanti punti di domanda per una traccia, una via, un senso: la direzione di un progetto nuovo, “diverso” , speciale, come loro, i nostri ragazzi. Speciali come i loro fratelli e sorelle, cui è dedicata questa iniziativa di Ants Onlus per l’Autismo di Lugagnano.

A raccontarcela sono due giovani psicologhe e psicoterapeute, appassionate leader di questo percorso.

Francesca Silvestri riannoda i fili: “Mi sono laureata all’Università di Padova con una specialistica proprio sui fratelli delle persone con disabilità di vario tipo… da qui è nata l’idea. Il progetto è partito in via sperimentale nel 2012/13 con un gruppo di ragazzi di Ants, con cui lavoravamo come volontarie: all’inizio era una semplice occasione di incontro tra bimbi di varie età, senza obiettivi chiari… pian piano, abbiamo pensato di proporlo come un percorso strutturato, suddividendo i bambini per età, con obiettivi e tematiche specifiche e ben delineate”.

Si unisce la collega Irene Antolini: “Nel 2018 finalmente il progetto ha preso il via grazie al bando vinto con Fondazione Just ed ora… eccoci qui ad iniziare il secondo anno, esteso questa volta a tutta disabilità perché abbiamo riscontrato questa esigenza”.

Il progetto vuole essere appunto un’occasione per comprendere e condividere la propria esperienza di essere “fratelli e figli” all’interno della famiglia, rispondere ad interrogativi a volte delicati e difficili, sviluppare strategie per un miglior adattamento ai propri, diversi contesti di vita.

Come conferma Francesca: “Il titolo intende dare l’idea di reclamare un ruolo in un contesto familiare che per forza di cose è incentrato su un’altra figura… Spesso a questi bimbi e ragazzi mancano occasioni per esprimere difficoltà, frustrazioni, paure, così come cose belle, conquiste, traguardi, gioie”. Dar voce ad emozioni represse o trattenute, sentimenti contrastanti, perché se l’ambivalenza e la rivalità sono fisiologiche in un rapporto tra fratelli normodotati, come spiegano le esperte, in questi casi vengono esasperate e scatta una sorta di divieto interiore inespresso che dice “non posso arrabbiarmi con mio fratello!”.

Creare uno spazio per questi intricati vissuti, ma anche condividerli con altri fratelli e sorelle, godere dell’opportunità di porsi domande riguardo il proprio futuro sia dal punto di vista personale che nel rapporto con gli altri. Obiettivi da raggiungere insieme, con l’aiuto di letture, giochi, attività creative calibrate in base alle diverse età. Sono gli intenti di un progetto inedito, che le due psicologhe portano avanti con entusiasmo e orgoglio: “E’ una realtà unica a Verona e questo ci rende ancor più fiere… ma siamo felici soprattutto dei bellissimi riscontri che abbiamo avuto finora dai ragazzi e dalle loro famiglie”.

Conferma Irene: “E’ stato bello notare una partecipazione entusiasta fin dai primi incontri, vedere che i bambini saltavano a volte compleanni o gite pur di venire qui! Il gruppo è cresciuto e si è affiatato sempre più, tanto che dopo la pausa estiva sembrava non ci fossimo mai lasciati… È sorprendente notare quanta complicità e sintonia si sia creata tra loro in poco tempo”.

Dai ragazzi ai genitori, inevitabilmente gli effetti si sono riflessi positivamente sulle famiglie coinvolte: “Certo, si tratta di un’opportunità preziosa anche per i genitori, di legittimare e verbalizzare sentimenti come rabbia, aggressività, gelosia, capire come gestire queste emozioni senza averne paura: esigenze che emergono dai colloqui che programmiamo regolarmente con mamme e papà”.

Il bilancio sembra essere decisamente positivo… “Super: oltre le aspettative”, commenta la Responsabile Progetti Ants, Silvia Perina, che tiene a sottolineare: “Siamo davvero felici di ricominciare questo percorso in cui crediamo moltissimo e teniamo a ringraziare di cuore Fondazione Just per averlo reso possibile”. E lo sguardo le si illumina, così come quello delle psicologhe quando raccontano emozionanti flash già impressi nella memoria: “Uno dei più belli? Una bambina, tornando a casa, ha detto sollevata di aver scoperto di non essere l’unica ad avere un fratello con autismo: per loro è importante sentirsi meno soli, confrontarsi, condividere, perché non è semplice farlo con i coetanei a scuola o in altri contesti. Ma bello è anche, al contrario, che molti preferiscano non parlarne con i genitori, proteggere questo spazio e questo momento come una cosa riservata, privata, tutta per loro: è una reazione altrettanto positiva”.

Laureata al DAMS, mamma di 4 pesti, addetta stampa, Vera Tomelleri è appassionata di Manga e mountain bike, sogna l’Africa, la route 66 e… un’escursione in Oceano per avvistare squali bianchi.