A guardare le partite dei mondiali gli sarà venuto qualche pensiero in più degli altri. Soprattutto dopo la bella figura del «suo» Uruguay. Già, perché la celeste per lui avrà sempre un sapore speciale. Gregory Donadel è il nuovo mister del Sona, ma tra progetti e obiettivi per il futuro scappa anche il ricordo di qualche anno fa. Venti per la precisione.
Era il 1990, nel periodo delle «notti magiche italiane». Gregory, un ragazzotto di belle speranze che aveva fatto tutta la trafila delle giovanili nel Chievo, sognava di fare il calciatore e in fondo forse sapeva che probabilmente il calcio l’avrebbe accompagnato sempre. A Veronello c’è l’Uruguay in ritiro ma già il primo giorno i responsabili della squadra sudamericana chiedono a quelli del Chievo se hanno un giocatore da prestargli perché uno dei loro si è infortunato. E tra i 22 della lista mondiale non ci possono essere sostituzioni. E lì inizia l’avventura di Gregory. «Non so perché scelsero me – ricorda Donadel – credo per il ruolo, serviva un esterno basso, in più io sapevo l’inglese, ed eccomi all’improvviso ad allenarmi assieme a loro». Un sogno, che lo emoziona ancora oggi solo a pensarci.
«Il mister era Tabarez, in campo c’era gente come Francescoli, Fonseca e Aguilera. Venivano a prendermi alla mattina a casa con la macchina blu e tornavo alla sera, dopo aver fatto allenamenti e partite con loro. E alle amichevoli quando, scendevamo dal pullman, beh… figurarsi che i tifosi mi scambiavano per uno di loro e quindi firmavo autografi anch’io».
Il mondiale finisce, Gregory guarda in tv la sconfitta ai rigori dell’Italia e poi continua a sperare di fare il calciatore. Come tanti finisce poi nei dilettanti, e quando decide di smettere di correre ecco forte il richiamo del campo che lo porta a prendere il patentino. Fa il vice negli allievi regionali e negli juniores nazionali alla Virtus, poi lo chiama il Sona per i giovanissimi regionali, quindi ancora Virtus dove Adriano Zuppini gli affida gli juniores nazionali.
Dopo la stagione in rossoblù arriva la conferma, ma ecco giungere anche la chiamata del Sona per guidare la prima squadra in Promozione. «Per me è la prima esperienza in categoria – spiega – è una bella sfida, una scelta importante. L’obiettivo è la salvezza con una squadra giovane, l’anno prossimo ci sarà la fusione (con il Somma, ndr) e cercheremo di fare meglio possibile».
Le ultime parole sono però di ringraziamento per chi ha avuto più fiducia in lui. «Vado in un’ottima società che ho conosciuto due anni fa, ma ne lascio una altrettanto super come la Virtus. Per me la Promozione era una grande occasione, in più io abito a Lugagnano, ho due bimbi piccoli e quindi posso guadagnare un po’ di tempo anche per loro. Alla Virtus sono stato benissimo, e Adriano Zuppini per me è come una chioccia, gli devo moltissimo».
Bei ricordi quindi, e tanti progetti. Per l’anno prossimo, per la sua carriera da mister. Ma intanto magari c’è ancora qualche partita dei mondiali da guardare. E con cui sognare ancora il calcio dei grandi. Il calcio dei mondiali.
Da “L’Arena” del 3 luglio 2010